“Conservare l’infanzia dentro di sé per tutta la vita, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare ”
Bruno Munari
Conservare le esperienze didattiche
La scuola "in azione" si perde nel tempo: gran parte di ciò che è stato fatto finisce con l’essere perso o dimenticato e rimangono solo le tracce istituzionalizzate, le leggi, le circolari, i registri. . . La scuola dovrebbe preoccuparsi di conservare, anche sistematicamente, la memoria della sua azione.
Secondo questa prospettiva si propone di iniziare a costituire un ARCHIVIO DI BENI DIDATTICI per valorizzazione il patrimonio delle esperienze, concepito, non come luogo di memoria, ma come strumento di fruizione ampia: referente per il lavoro del docente e degli allievi.
Memori dell'insegnamento di Kant "... occorre pensare con la propria testa" e consci dell'importanza che il pensiero non debba essere imprigionato in celle cognitive precostituite da altri, sì da distruggere la dignità dell’uomo, compito imprescindibile della scuola è attrezzare la mente contro gli irrigidimenti concettuali.
La "TECNOLOGIA", in quanto disciplina che mira a sollecitare "comportamenti operativi", richiede un metodo fondato sulla diretta partecipazione ad esperienze di ricerca ed intervento.
I linguaggi utilizzati sono: linguaggio tecnico, del disegno tecnico ed infografico.
“… gli insegnanti non dovrebbero presupporre che i ragazzi, poiché hanno familiarità con le nuove tecnologie, siano in grado di impiegarle in contesti di apprendimento formalizzato come la scuola. E non dovrebbero quindi astenersi dal sfruttare le tecnologie in classe con la paura che i ragazzi ne sanno più di me. I ragazzi possono avere le competenze nell'uso della tecnologia, ma dagli insegnanti hanno le conoscenze e le competenze per creare contesti di apprendimento coinvolgenti motivanti. La tecnologia è semplicemente una parte di quell'equazione.”
(Steve Wheeler)
Il modello pedagogico di riferimento è il SAMR (Substitution Augmentation Modification Redefinition) elaborato dallo spagnolo Ruben Puentedura, che non pone al centro della vita dell'insegnante (e dello studente) la tecnologia, bensì le attività che mediante essa possono essere svolte.
Sostituzione: la tecnologia viene impiegata per svolgere gli stessi compiti che si svolgevano anche in precedenti
Argomentazione: si riconosce nella tecnologia uno strumento più efficace per svolgere compiti usuali
Modificazione: la tecnologia viene impiegata in modo costante per svolgere compiti usuali (è il primo step per la trasformazione del contesto classe)
Ridefinizione: grazie alla tecnologia si individuano nuovi compiti che prima non erano immaginabili.
Inoltre, le risorse digitali costituiscono strumenti compensativi per favorire l'apprendimento degli studenti con bisogni educativi speciali all'interno di un contesto di didattica inclusiva.