“I principi compositivi che governano il sistema ornamentale islamico possono ridursi fondamentalmente al ritmo ripetitivo e alla stilizzazione.
l ritmo è un elemento compositivo di base nelle arti islamiche, comprese la poesia e la musica. Nell'arte, i motivi o i disegni ornamentali si succedono in ritmi reiterati all'infinito, come una metafora dell'eternità che riempie tutto lo spazio. Si tratta di formule elaborate per moltiplicazione e suddivisione, per rotazione e distribuzione simmetrica.
Domina un'attrazione per la simmetria e la continua generazione di motivi.
Il risultato offre un effetto dinamico e allo stesso tempo immutabile, in cui ciascun motivo che fa parte dell' ornamentazione globale mantiene la propria identità senza tuttavia predominare sugli altri. Il particolare non predomina mai sull'insieme.
E’ l'unità nella molteplicità e la molteplicità nell'unità. Si ottiene una totale armonia e tranquillità, un'arte del riposo nella quale le tensioni si dissolvono”.
(Prof. Borràs)
A livello formale esistono due ordini di paramenti di ceramica:
mosaici in cui si ripetono uno o più elementi, generalmente realizzati a stampo, per ricoprire le superfici in modo periodico: esiste una figura di base che, traslata su due assi, produce l'insieme;
alicatados in cui non si può isolare un elemento generatore, poiché intervengono procedimenti successivi di ridimensionamento, rotazione, salti di livello, che rendono indivisibile l'insieme.
Ciò che entra in gioco in questo caso è la simmetria, rispetto a uno, due, tre, quattro, sei assi del piano e i giochi in cui gli elementi più piccoli si combinano per formarne altri di ordine superiore, come in questo stipite di Lindaraja con tre ordini di stelle ciascuna delle quali comprende quella più piccola.
Questi ritmi ripetitivi si possono estendere all'infinito e riempire ampie superfici. L'Alhambra è un vero e proprio museo di decorazioni con tracciati ingegnosissimi.
ESCHER
La complessità matematica degli alicatados ha affascinato artisti e ricercatori fin dall'antichità . Uno di essi fu il disegnatore olandese Maruritis C. Escher, i cui noti esperimenti visivi su tassellato e su giochi sfondo/figura trovarono ispirazione e stimolo negli azulejos dell'Alhambra, che ebbe modo di conoscere nel 1926 e soprattutto in un secondo viaggio nel 1936 data di realizzazione del bozzetto.
Riprodusse in disegni a gessetto le decorazioni dell’Alhambra, stelle, poliedri, intrecci e simmetrie di ogni tipo e ne studiò a fondo la struttura, al fine di giungere a soluzioni proprie che gli permettessero di lavorare sul tema per lui cruciale della divisione regolare del piano, o tassellatura, vale a dire il riempimento del piano con forme che non si sovrappongono ne lasciano spazi vuoti.
Escher studiò in particolare le decorazioni murarie in ceramica, in cui si replicano, teoricamente senza limite, forme geometriche in disposizioni simmetriche. Queste decorazioni si trovano normalmente nella parte bassa degli ambienti a formare una sorta di zoccolo che corre lungo il perimetro.
Da genio originalissimo qual’era, Escher non si limitò a riutilizzare gli schemi, ma li ripropose in modo del tutto personale, in particolare con l’inserimento di elementi figurativi, pesci, uccelli, figure umane.