Chi ha sciolto la Groenlandia di Marco Tedesco (Repubblica 5 giugno 2021)
Negli ultimi 20 anni l’isola ha perso 270 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni 12 mesi: la fusione equivale a 11 miliardi di volte il peso del Colosseo
Sono passati circa vent’anni dalla prima volta che misi piede su un ghiacciaio sulle Dolomiti e più di dieci da quando visitai la Groenlandia e l’Antartide. Allora, molti mi chiedevano se, spedizione dopo spedizione, notavo differenze di alcun genere nel ghiaccio o in altri fattori che studiavamo. La mia risposta, era sempre la stessa: è improbabile riuscire a distinguere cambiamenti anche in un lasso di tempo di dieci o venti anni, visto il passo “glaciale” al quale le cose avvenivano lassù. Oggi, purtroppo, questo non è vero e mi trovo spesso a realizzare quanto sbagliata fosse la mia deduzione e quanto le cose siano cambiate. In peggio.
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Il ghiaccio che vela il nostro pianeta è fondamentale per il suo funzionamento: il potere delle superfici gelate di riflettere la radiazione solare limita il riscaldamento del pianeta; molte risorse idriche sono immagazzinate sotto forma di neve o ghiaccio; la fusione dei ghiacciai può portare enormi scompensi sulla nostra vita come la conosciamo oggi e sul futuro della nostra società, attraverso, per esempio, l’innalzamento del livello dei mari e l’alterazione delle correnti oceaniche.
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Il livello dei mari, in particolare, è andato accelerando negli ultimi decenni. Tale accelerazione è andata di pari passo con quella tecnologica e scientifica e fondata sull’ottimizzazione di modelli climatici, il lancio di nuovi satelliti (specialmente da parte dell’agenzia spaziale europea, ESA) e la raccolta di nuovi dati a terra che hanno caratterizzato il decennio passato.
Ciò ha reso possibile misurare come, per esempio, negli ultimi vent’anni la fusione della Groenlandia abbia rilasciato in media 270 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno – l’equivalente di più di 11 miliardi di volte il peso del Colosseo – contribuendo a circa il 30% dell’innalzamento totale del livello dei mari ogni anno.
Oltre all’aumento delle temperature, il motivo dell’accelerazione della perdita del ghiaccio groenlandese è anche legato al cambiamento della circolazione atmosferica avvenuto nell’Artico di recente e che ha favorito una diminuzione della nuvolosità e la persistenza di condizioni anticicloniche (cieli limpidi). Ciò ha di fatto aumentato il numero di giorni totali durante i quali il ghiaccio fonde, facendo cominciare la fusione sempre più presto.
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