Quercus robur L.
Distribuzione geografica: è la più diffusa di tutte le querce europee: raggiunge a nord la Scandinavia meridionale, verso est arriva fino agli Urali e al Caucaso, a sud oltre che in Italia, si trova nell'Anatolia. In Italia, è presente in tutte le regioni tranne Campania, Puglia e Sicilia, incerta in Calabria.
Descrizione pianta: grande albero deciduo, di primaria importanza ecologica ed economica; alto 30-35 m in media, ma può raggiungere i 50 m. Può superare i 500 anni di vita. Il tronco è robusto e diritto, forma una chioma ampia, che nella parte più bassa è formata da rami grossi e orizzontali e rami con angolatura più acuta in cima; la chioma non è mai molto densa. La corteccia (scorza) è solcata da fessure longitudinali regolari e profonde, divise da altre fessure orizzontali meno profonde, così da formare placche rettangolari allungate.
Le foglie sono lucide, di colore verde nella pagina superiore e verde più chiaro in quella inferiore; sono ristrette e leggermente asimmetriche, con 5-7 lobi per lato, più altri 2 più piccoli e ineguali.
I fiori sono giallastri: quelli maschili sono raggruppati in infiorescenze di 10-12 fiori, pendule alla base del ramo, mentre quelli femminili sono formati da brevi spighe di 2-5 elementi retti da un peduncolo, portate all’apice del ramo all’ascella delle foglie.
I frutti sono le ghiande, allungate e lisce, con dimensioni di 2-3,5 cm; a maturità hanno un colore marrone con striature longitudinali più scure e hanno una cupola che li copre per 1/4-1/3. Queste ghiande sono caratterizzate dal loro peduncolo, che ha una lunghezza di 2-5 cm.
Habitat ed ecologia: componente di grandi foreste continentali dell’Europa centrale e orientale, con inverni rigidi ed estati calde, ma mai secche, è piuttosto eliofila e tollera poco l’ombra. Predilige i terreni profondi, freschi, fertili, con buona disponibilità idrica per tutto l’anno.
Insieme col carpino bianco, è il principale costituente dei boschi planiziali naturali della Val Padana, di cui oggi sopravvivono soltanto pochissimi piccoli lembi a causa della plurimillenaria azione di disboscamento e messa a coltura del territorio.
Bibliografia:
PIGNATTI S. 1982 "Flora d'Italia" Edagricole 1982
FERRARI M. e MEDICI D. "Alberi e arbusti in Italia" Edagricole 2003