Degradante leggere certi commenti, che ancora una volta cercano di attribuire la colpa alla donna, in modo velato o meno. Pretendono di analizzare e conoscere le dinamiche di un rapporto, sicuramente malato, ma di cui siamo solo spettatori esterni. Anche di fronte l'ennesima vita spezzata, osserviamo lo stesso copione, quello della strumentalizzazione di un dramma.
La vicenda di cui sto parlando riguarda Giulia Cecchettin rapita dal suo ex e ritrovata esanime oggi nel lago artificiale di Barcis, in Valcellina. Il fatto che il tragico epilogo fosse prevedibile, non è che il sintomo di una società abituata a questo tipo di violenza: in Italia, quest'anno abbiamo superato già le 100 vittime di femminicidio. Questo termine esiste per definire una vera e propria piaga, un problema ben definito e collocato in un contesto maschilista e patriarcale.
Allora io parlo a te, donna che ha la fortuna di essere ancora viva.
La fortuna di non essersi innamorata di un uomo immerso nel patriarcato.
La fortuna di avere gli strumenti per capire i primi segni di violenza nella coppia e andare via, e quella di poter andare via.
La fortuna di avere un posto in cui andare in caso di necessità.
La fortuna di poter dire no quando ti dice che puoi non lavorare perché può gestire lui i soldi o quando vuole tornare dicendoti che è cambiato, e urlare, sussurrare, ripetere questo grande no quando la tua famiglia e i tuoi amici non credendoti ti dicono che è triste e dovresti tornare da lui e che magari ti stai sbagliando tu perché lui è così bravo e non farebbe una cosa del genere.
La fortuna di aver trovato una rete di protezione fatta di maschi che alla fine ti ha creduta.
La fortuna, la grazia, la protezione, il privilegio, il miracolo di non essere stata rapita con la forza, picchiata fino alla perdita dei sensi e uccisa.
Nessuna società può dirsi tale se essere in vita diventa un privilegio per alcune categorie di persone.
Ed è un problema collettivo. Smettetela di manipolarci, sminuirci, tradirci, discriminarci, zittirci, aggredirci, stuprarci, interromperci, non crederci, ignorarci. Smetterla di ammazzarci.
Anche di fronte l'ennesima vita spezzata, osserviamo lo stesso copione, quello della strumentalizzazione di un dramma.
Rispettiamo la morte di una ragazza, che come noi aveva sogni, speranze e progetti, e che soprattutto non ha nessuna colpa.
Ciao Giulia, che la terra ti sia lieve.