Arranco attonito
tra una folla di corpi insulsi.
Assoggettato a un veglio monito,
cerco la tua immagine con sensi avulsi.
Nulla tra vacui spettri erranti
potrebbe far distogliere lo sguardo
dal tuo crine, onde aleggianti,
che ad agio mi bracca, beffardo.
E come alienato guardo al mio stato,
colgo mancanze e miro carenze
disseminate nel nido a ogni lato,
sadico specchio delle mie negligenze.
Così, patendo le forze logoranti
di una brama ancestrale,
mi sorprendo di quanto anelanti
si possa essere al triviale.