Viviamo in un mondo di esseri umani, gente con un cuore, un pensiero diverso dal nostro. Gente capace di esprimere i propri sentimenti, gente a cui sono state spezzate le ali, gente a cui è stato tolto anche l’ultimo briciolo di dignità.
Io credo che il rispetto e la tolleranza siano la prima forma d’amore, il primo gesto vero, puro. La sensibilità di un uomo nei confronti di qualunque essere vivente è nascosta nel cassetto più profondo della sua anima.
Fa parte di ognuno di noi, è solo molto profonda, bisogna scavare e pian piano annaffiarla per farla fiorire.
Purtroppo non tutti ne sono in grado, e a volte si finisce per trasformarla in un sentimento brutale, cattivo, un sentimento difficile da controllare, quel sentimento che ha distrutto e continua a distruggere il mondo. Basta pensare agli anni della seconda guerra mondiale…
Il giorno della memoria insegna agli “altri”, di fare “gli altri”, partecipi , e farci comprendere quanto siano importanti le piccole cose, quello che noi chiamiamo “l’essenziale”, sbagliando, perché in realtà, è “il tutto”.
É difficile rendersene conto.
La nostra casa, le nostre comodità, un abbraccio ai nostri cari, tante coperte calde l’inverno, dei vestiti comodi e la possibilità di esprimere quello che sentiamo senza obiezioni, di amare, di urlare, di piangere.
Ogni parola, ogni punto, virgola, ha una sua importanza, una sua storia ed un suo vissuto…
Era ed è ancora così forte il bisogno di raccontare, riesco a percepire sui miei polpastrelli, il dolore di tutta la gente che aveva il cuore ormai stanco, quasi ferito. É incredibile come l’empietà e l’odio avessero preso il potere.
Io ci penso continuamente, ma non riesco a trovare delle risposte, come si può percuotere un uomo senza collera?
Ecco forse perché ogni anno, il giorno della “Shoah”, è da buon animo restare pochi minuti in silenzio, per riflettere, scavare nelle domande e trovare delle risposte.
Ma chi ce lo assicura che troveremo delle risposte, o almeno, delle risposte certe? Dovremmo soffermarci su questo argomento, dovremmo stare a pensare giorni… E allora perché non lo facciamo? Perché oggi l’egoismo prevale? Forse perché l’essenziale, che poi è tutto, non ci basta, non ci soddisfa, non ci sazia. Certo, per capire davvero dovremmo vivere anche noi una tragedia simile.
Questo ovviamente per capire davvero… mi ha molto colpito e mi è rimasto impresso, un paragrafo del capitolo “Il viaggio” di “Se questo un uomo”, un libro che ho letto recentemente, in cui l’autore, scrive così:
“Tutti scoprono, presto o tardi nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale, è anche un’infelicità perfetta. I momenti che si oppongono conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito”.
A quelle persone stava a cuore il pensiero del ritorno, ma non si illudevano, chiudevano gli occhi e affrontavano la battaglia, la battaglia della vita, quella che non concede mai il lusso di prepararsi, la si affronta a mani vuote, con tutto il coraggio e la forza che si ha nascosta dentro.
Furono privati dell’amore e delle loro più piccole abitudini quotidiane, degli oggetti più umili. Sapremmo vivere noi senza dignità, senza tanti frammenti di cuore?
Qualcuno tempo fa disse che “accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere anche se stesso.”
E molti di loro, presto o tardi, lo fecero.
Persero le tracce del loro destino, e il dolore di tutti giorni si traduce nei loro sogni.
Nell’appendice alla fine, Primo Levi afferma che ritiene l’odio un sentimento animalesco e rozzo, preferiva, saggio com’era, i suoi pensieri nascessero dalla ragione.
In quel periodo la tolleranza non era un sentimento che apparteneva a tanta gente. La sua mancanza ha causato danni irreparabili.
Detto ciò, “Se questo è un uomo”, rappresenta per me uno dei libri più belli e più significativi in assoluto che abbia mai letto.
Mi ha davvero colpito nel profondo, e forse, anche un po’ cambiato.
Prometto che d’ora in poi resterò in silenzio il più possibile, per realizzare quello che è realmente successo, e rimediare , spero, ad alcuni dei miei errori.
Un altro argomento che fa molto discutere è quello riguardante l’omosessualità.
Penso che ognuno di noi sia libero di amare a suo modo… è un diritto che abbiamo ed avremo per sempre.
Si dice “seguire il proprio cuore!”. Bene, è proprio quello che dobbiamo fare. Penso anche che sia importante accertarsi per quello che si è, e scoprire pian piano, i propri segreti nel proprio universo, perché ognuno di noi ne ha uno. Scoprire e trovare delle parole in disordine, ricomporle, e imparare a leggere il destino.
Io, ne ho uno diverso rispetto a te...
Tu, ne hai uno diverso rispetto a lui...
Ma questo non significa essere diversi, questo non significa pensarla in maniera differente, non si parla di scelta, non si parla di attualizzare, si ritorna sempre al principio “seguire il proprio cuore”. Si perché poi è buffo, ce lo insegnano dappertutto a non discriminare nessuno. Per esempio a scuola, a volte si trascorrono ore su discorsi riguardanti il bullismo, l’omofobia, la discriminazione... per far capire qualcosa a noi ragazzi.
Ma allora perché minimo una volta a settimana il telegiornale ci informa di risse nel giardinetto di un’istituto , atti di violenza, scherzi orrendi.
Addirittura molti neanche ce la fanno, e come niente, molte anime vanno distrutte.
Perché?
Anche i libri cercano di insegnarci qualcosa: “Girare le pagine, con pazienza in cerca di significati." -William Stanley Merwin, poeta Statunitense.
Prendiamo per esempio la parola “omofobia” da “omo”- abbreviazione per omosessuale, e “fobia”, sinonimo di “paura”.
A primo impatto mi verrebbero in mente le fobie comuni, che suppongo ognuno di noi abbia, come la paura per gli spazi chiusi, la claustrofobia, la paura per gli insetti, l’entomofobia.
Senza approfondire il termine, direi:
“Un attimo, quindi la gente ha paura o teme gli omosessuali?”
Ma a che livelli siamo arrivati, come si fa a temere i nostri simili, gente che cerca solo di vivere la propria vita come noi, che affronta le difficoltà proprio come noi.
Ognuno ha bisogno dei propri spazi, ognuno ha bisogno di essere lasciato “un po’ in pace”.
Il male pesa, l’odio colpisce. E chi discrimina non sa quanto colpisce, perché il colpo è più grande di un essere umano.
Ho letto un libro riguardante questo argomento e mi è rimasto impresso il discorso finale dell’autore per il conferimento del Printz Award.
Il suo è stato come uno sfogo, scrive che aveva paura di affrontare pubblicamente questioni riguardanti la sua sessualità, ma è col tempo che ha ricominciato a credere in se stesso, a trovare quel senso di accettazione che gli ha dato la forza di scrivere questo romanzo.
Le sue paure e le sue insicurezze si rispecchiavano un po’ nel protagonista, e questo lo ha aiutato molto.
In quel libro l’amore trionfa, ma deve trionfare sempre, non solo tra delle pagine bianche, o fra delle righe di un quaderno, deve trionfare e basta.
Se continuiamo in questo modo, non ci riconosceremo più l’un l’altro, come non riconosceremo neanche noi stessi.
Come esiste solo la razza umana, esiste solo il bene!