Cos’è l’amore? Questo sentimento così forte, così profondo che ci porta la felicità, la spensieratezza; ci fa sentire tre metri sopra il cielo, invincibili, capaci persino di scalare l’Everest. Quando ci innamoriamo di qualcuno finiamo per pensare solo a quella persona, immaginiamo un futuro gioioso, diventiamo più sorridenti, nulla può fermarci, sembriamo persino sciocchi a volte. Questa è la forza di questo sentimento.
Parlare di amore alla nostra età è forse un azzardo perché siamo giovani, pieni di progetti, di sogni e di paure. Vogliamo amare ma non vogliamo soffrire. E’ un ossimoro, perché purtroppo molte volte l’amore ci spezza il cuore, ci delude, ci rende vulnerabili e fragili. Per noi ragazzi è difficile gestire tutti questi sentimenti contrastanti, che mettono a dura prova la nostra personalità; passiamo dall’essere spensierati ed innamorati all’essere tristi e arrabbiati. Tuttavia, è solo il ciclo della vita, è normale amare e poi essere delusi ed è giusto che sia così. Sentire la mancanza di qualcuno è importante tanto quanto volere bene a quella persona. Stare male dopo un cuore infranto è normale, ma bisogna sempre ritrovare la retta via e mai perdersi d’animo. Alla fine non ne vale la pena rimuginare il passato, ripensare a ciò che sarebbe potuto essere e che invece non è stato; si deve guardare avanti perché per ognuno arriverà la persona giusta, ognuno di noi se lo vorrà troverà la propria metà, colui o colei che ci completerà in tutto e per tutto.
Tuttavia, l’amore oltre che a gioia e sofferenza è anche fiducia. Se quest’ultima manca, allora non si parla di amore, ma di un semplice rapporto senza un vero fine. Una frase che viene detta spesso è : “Ti fidi di me?”, nella frazione di secondo in cui viene pronunciata ci vengono alla mente ricordi, speranze, delusioni, incertezze e di conseguenza ci spaventiamo, siamo terrorizzati. Perciò, secondo me, queste parole dovrebbero essere dette con molta attenzione, con cautela perché ognuno di noi è come se fosse una foglia autunnale, leggera e fragilissima.
Tra varie opere, testi, racconti la definizione di amore che fino ad ora mi ha maggiormente colpita è quella di Ovidio: “Intonando al canto le corde della lira, Orfeo così disse: '[...] Causa del viaggio è mia moglie: una vipera che aveva calpestato, in corpo le iniettò un veleno, che la vita in fiore le ha reciso. Avrei voluto poter sopportare, e non nego di aver tentato: ha vinto Amore! Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo; se lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero. [...]' Si dice che alle Furie, commosse dal canto, per la prima volta si bagnassero allora di lacrime le guance. Né ebbero cuore, regina e re degli abissi, di opporre un rifiuto alla sua preghiera, e chiamarono Euridice”. Orfeo era sceso negli Inferi, pur di riportare in vita la sua amata Euridice; gli fu concesso di ricondurla nel regno dei vivi, a patto che durante il viaggio verso la terra la precedesse senza toccarla e non si voltasse a guardarla fino a quando non fossero tornati alla luce del sole. Lui, però, si voltò e la perse per sempre.
Ma perché lo ha fatto? Perché non ha atteso per riaverla al suo fianco?
Questo suo atteggiamento può essere visto come un eccesso di amore, impaziente di rivedere la sua sposa, di poterla amare ed onorare per il resto dei suoi giorni. Era talmente innamorato di Euridice che non è riuscito ad attendere, ha vinto il desiderio di poterla avere con sé, di essere di nuovo felice. Invece, Cesare Pavese ne “L’inconsolabile” in Dialoghi con Leucò sostiene che Orfeo si sia voltato di proposito perché era sceso negli inferi non per riavere la sua donna, ma per “ritrovare se stesso”, per mettersi alla prova. Lo spiega proprio nel dialogo con Bacco:
Orfeo: "O Bacca, Bacca, non vuoi proprio capire? Il mio destino non tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo."
Bacco: "Qui noi siamo più semplici, Orfeo. Qui crediamo all’amore e alla morte, e piangiamo e ridiamo con tutti. Le nostre feste più gioiose sono quelle dove scorre del sangue. Noi, le donne di Tracia, non le temiamo queste cose."
Orfeo: "Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti... non vale la pena.”
In fondo, chi ama cerca di conoscere il proprio lato migliore, quello felice, spensierato e libero. Quindi Orfeo probabilmente amava davvero Euridice, ma voleva anche trovarsi. Noi non cerchiamo che questo tutti giorni: tentiamo di dare delle risposte a dei dubbi esistenziali, proviamo a raggiungere i nostri obiettivi, ci impegniamo. Quando in realtà per essere davvero qualcuno dobbiamo solo imparare ad amare per poi essere amati.
Ai giorni d’oggi molti cantanti parlano di amore, si pensi a Cesare Cremonini, Vasco Rossi, ma anche ai più contemporanei Fra Quintale, Franco 126, Blanco, Gazzelle. Ognuno di loro parla della propria esperienza, e ognuno di noi ci si ritrova in questi testi, in quelle sofferenze, in quelle gioie. Un canzone che mi ricorda il significato di amare è “Ti sposerò” di Jovanotti:
Non mi stanco ancora
a stare sotto il sole
a prenderti la mano
a dirti che ti amo
passeranno gli anni
cambierò colore
ma io sono sicuro che
saremo ancora noi due
come l'asino ed il bue
come il bianco e il nero
come una bicicletta che va
in salita a faticar.
Questi versi indicano il puro significato dell’amore: se il sentimento è vero dura nel tempo, resiste alle intemperie della vita.
San Valentino è la festa degli innamorati, in cui si ricorda che alla fine l’amore vincerà su tutto e che ognuno di noi sarà libero di amare chi vuole, senza timore dei pregiudizi. E’ il giorno in cui si ricorda chi si ama o chi si è amato e in cui si dimostra il proprio affetto.
Per me l’amore sono gli sguardi che si scambiano due persone e in quei secondi si dicono tutto seppur rimanendo in silenzio. Amate tutti i giorni, amate sia voi stessi che gli altri; aprite il vostro cuore senza la paura di soffrire e soprattutto amate senza limiti.