Satira IV
Il banchiere apostrofa il ladro, il capo
d’industria il cinico, il lenone invece
la prostituta e il cornigero capo
d’armento quegli che raglia in sua vece
“cornigero” e in più aspro modo. E tutti
plaudono, anche chi è d’altra specie.
Plaudon ché i corni bombetta copre brutti:
è facile tirare la coda
al mulo e infierire sui glutei asciutti;
più arduo al bue che guida insana moda;
ma sempre tutti e due incassan comunque:
l’uno bastoni, danar l’altro che proda*.
*prodare nel senso dell’azione che fa il proditore.
Le lamine arrugginite lo stridore
Le lamine arrugginite lo stridore
loro al lugubre vento
placano in un lieve singhiozzare,
come le ombre allungate
leniscono la terra dai solari
raggi in una quieta
tenebra. E un’amara dolcezza prende
l’animo incerto e vago,
soffio di ginestra, di rosmarino
e tintinnar di foglia
che nasce, danza, cade, e la coscienza
del solo imperituro
demone: l’amore, ovvero quell’essere
come aria, come marmo.
I catoni e le prostitute
Se di giorno catoni, nella notte
micioni chiamar fannosi