ANNO 1934
LA NOMINA A SENATORE DEL CONTE GIANGIACOMO GALLARATI SCOTTI
Da tutti i Vimercatesi fu accolta con somma gioia la notizia della nomina a Senatore del Conte Giangiacomo Gallarati Scotti. È la dimostrazione dei grandi suoi meriti per la nostra Patria diletta. Iscritto al P.N.F. dal 1922, fu fondatore dei Fasci della Marmarica. Ufficiale ex-combattente, decorato di 2 croci di guerra al valore.
Entrato nel 1912 nella carriera coloniale prestò molti anni di servizio in colonia. Commissario del Governo nel dopoguerra a Tobruk: durante una spedizione da lui diretta nel 1925 fu ferito rimanendo gravemente mutilato. "Parola Amica" presenta le più vive e sentite congratulazioni all'Illustrissimo ed Eccellentissimo Sig. Senatore. (7)
RICOMPENSA AL MERITO DEL LAVORO
Una simpatica cerimonia si è svolta nella mattina del 18 febbraio nel salone municipale per conferire la Stella al Merito del Lavoro all'Operaio Morganti Luigi, della Ditta Spada Cristoforo & Figlio, con sede in Vimercate, costruttore in serramenta, che per ben 55 anni ha fedelmente e con intelligenza singolare dato tutta la sua attività nel disimpegno delle proprie mansioni. Alla cerimonia presenziavano: l'Ill.mo Sig. Podestà e tutte le altre autorità locali, il Capo Zona Sig. Sormani, il Dott. Giacinto Bocchi della Federazione Industriale, il Sig. Rognoni per l'Unione Sindacati Fascisti, in rappresentanza dell'On. Capoferri, obbligato altrove per altri impegni.
(...)Prese la parola il Sig. Rognoni dell'Unione Sindacati Fascisti, che con nobilissimo discorso elevò un inno alla cordiale collaborazione fra dirigenti ed operai, coefficiente massimo per la prosperità e lo sviluppo dell'Industria Nazionale, merito esclusivo della saggia ed illuminata politica economica del Governo Nazionale.
Seguì infine il Capo Zona Sig. Sormani, che si dichiarò oltremodo lieto di questa cerimonia e del gesto simbolico verso il premiato, perchè finalmente mediante le organizzazioni Fasciste, che riconoscono i diritti ma non trascurano gli obblighi, si possono oggi pubblicamente riconoscere i meriti particolari di un onesto operaio, che per una serie di anni ha speso tutte le sue attività al bene della sua famiglia, ma anche della Nazione. Rivolse quindi un caldo elogio alla Ditta e al festeggiato, additando il suo esempio di fedeltà e di amore al lavoro a tutta la massa lavoratrice. (8)
Il 25 marzo vennero indette le elezioni per la XXIX legislatura. La lista dei candidati fu unica e i nomi furono designati direttamente dal Gran Consiglio del Fascismo. Essa era composta da 400 nominativi.
R O M A - 2 Marzo 1934 - ANNO XII°
LISTA DEI CANDIDATI DESIGNATI DAL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO
Per la XXIX Legislatura
MUSSOLINI Benito
BALBO Italo
GRANDI Dino
BESOZZI DI CARMISIO Gustavo
MAGGI Carlo Maria
CIANO Costanzo
MARESCA DONNORSO DI SERRACAPRIOLA Giovanni
DIAZ Marcello Duca della Vittoria
FARINACCI Roberto
GAETANI DELL'AQUILA
D'ARAGONA Livio
GARIBALDI Ezio
MEDICI DEL VASCELLO Giacomo
OLIVETTI Gino
PAVOLINI Alessandro
STARACE Achille
Il Capo del Governo
Presidente del Gran Consiglio
MUSSOLINI
Il Segretario del Partito Nazionale Fascista
Segretario del Gran Consiglio
ACHILLE STARACE
(estratto dall'elenco dei nominativi candidati dal Gran Consiglio per le elezioni del '34).
Come previsto le elezioni diedero il seguente esito: oltre 10.000.000 di voti favorevoli al regime, mentre i contrari furono 15.201. .
Il Gran Consiglio Fascista aveva ottenuto e visto sostenere il potere da parte della opinione pubblica, l'obiettivo andava esteso anche ai comuni, piccoli ma validi centri di potere locale, che potevano essere sicura fonte economica per l'attività del P.N.F.
PLEBISCITO XII
Le elezioni plebiscitarie hanno consentito anche a Vimercate di poter esprimere la sua entusiasta e fervida adesione al Regime ed al suo Capo. Sino dalle ore sette del mattino, quando si sono iniziate le votazioni, l'affluenza grandissima del popolo ha dato la sensazione esatta dell'imponenza che avrebbe assunto lo scrutinio vimercatese.
Soltanto lì furono le schede negative, impercettibile minoranza per un paese di 12.000 abitanti. Con tale soddisfacente risultato anche Vimercate può dire d'aver contribuito a segnare una data storica nella vita della Patria. (9)
Doveva perciò essere eliminata, perché organo scaturito da una scelta elettorale, la Giunta amministrativa e sostituita da un nuovo organismo, più affine al partito e nelle persone da esso stesso indicate, che prese il nome di Consulta Comunale.
IL PREFETTO DELLA PROVINCIA DI MILANO
Milano, 2 Luglio 1934.XII
(...) considerato che occorre costituire la Consulta nel Comune di Vimercate;
considerato che le attività produttive operanti nel Comune sono costituite in prevalenza dall'industria e dall'artigianato, che impiegano complessivamente quasi il 50% dei lavoratori, dall'agricoltura che impiega il 30% della mano d'opera locale, dal commercio che impiega il 15%, rimanendo il residuo approssimativo del 5% ripartito tra le comunicazioni interne, il credito e le banche;
sentito il Consiglio Provinciale dell'Economia Corporativa, il Podestà di Vimercate e le associazioni Sindacali di primo grado esistenti in provincia dell'agricoltura, del l'industria e del commercio, tanto dei datori di lavoro, come dei prestatori d'opera, nonchè quelle dell'artigianato e degli esercenti una libera attività;
DECRETA
E’ istituita la Consulta nel Comune di Vimercate;
Essa è composta di n. 12 membri, ripartiti nel modo seguente:
I - Gruppo datori di lavoro:
a) agricoltura n. 1 rappresentante;
b) industria n. 3 rappresentanti;
c) artigianato n. 1 rappresentante;
d) commercio n. 1 rappresentante.
TOTALE: n. 6 rappresentanti.
II - Gruppo prestatori d'opera:
a) agricoltura n. 2;
b) industria n. 3;
c) commercio n. 1.
TOTALE: n. 6 rappresentanti.
Il Con successivo decreto verrà provveduto alla nomina dei componenti.
PREFETTO
F.to Fornaciari
Nell'ottobre Milano e la Brianza furono meta della visita di Mussolini; nel programma prefissato era inserita una sosta a Vimercate centro del Mandamento dei comuni viciniori. Un così importante evento mobilitò tutto l'apparato comunale, teso a garantire il perfetto svolgimento della manifestazione e a mostrare al Duce l'efficienza e la solerzia del comune stesso e dei suoi organismi. Nel frattempo vennero arrestati cautelativamente e tenuti segregati, già da alcuni giorni anteriori a tale data, gli antifascisti locali fra i quali Cesare Levati, Umberto Valagussa e Giovanni Magni.
A SE. BENITO MUSSOLINI
Capo del Governo e Duce del Fascismo
Con profonda devozione di cittadino e
con assoluta dedizione di fascista.
IL PODESTÀ
VIMERCATESI! Domani il Duce onorerà di Sua ambita presenza il nostro paese! Sarà questo il maggiore e più insperato premio alla nostra fede, al nostro lavoro, alla vostra silenziosa, tenace fatica quotidiana. .
Vedrà Egli il volto rinnovato di questa nostra terra nelle opere compiute sotto l'incitatrice egida del Littorio per la graduale sistemazione cittadina, per il perfetto e completo riordino degli Istituti di Istruzione e di Educazione delle nuove generazioni Fasciste. Ma sovrattutto constaterà, oltrechè l'orgogliosa soddisfazione del memorando evento, tutta la nostra entusiastica devozione, il riconoscente, profondo attaccamento che unanimi nutriamo per Lui, arra di sicure promesse di propositi fecondi nella perfetta fusione di animi in Suo nome raggiunta.
VIVA IL DUCE VIVA IL FASCISMO!
dalla residenza Municipale il 5 ottobre 1934 anno X110
IL PODESTÀ
IL DUCE A VIMERCATE
L'imminenza di un grande avvenimento che formerà epoca nella storia del nostro Vimercate, ha suscitato in tutti noi la più viva soddisfazione, il più grande entusiasmo. Il Capo del Governo italiano, Duce nostro e del Fascismo, col Segretario del Partito On. Starace e con l'On. Ricci, Capo dell'O.N.B., ha aderito di sostare a Vimercate nella mattinata di Sabato 6 ottobre.
Con quell'attività che moltiplica le sue energie e lo fa presente a tutte le manifestazioni di vita civile e di progresso sociale, specialmente colà dove il lavoro pone la nazione all'avanguardia dell'operosità e dell'incremento, Egli visiterà le nuove opere del Regime a Milano, a Legnano, a Monza, a Melzo ed a Vimercate, che vuol servarsi l'incomparabile onore d'aver dal Duce inaugurato due grandi edifici, palestre di educazione popolare: il nuovo palazzo delle Scuole Elementari e la Casa del Balilla.
Noi Vimercatesi che sentiamo l'orgoglio di ricevere sì ambito premio dal Capo del Governo, con entusiastiche dimostrazioni diremo al Duce tutta la nostra riconoscenza, tutta la nostra soddisfazione. Diremo la gioia di avere con noi l'Uomo possente e straordinario, mandato da Dio per largire all'Italia un'era di splendore, di avere con noi il più grande legislatore che ha posto la Religione a base delle sue leggi, che ha ridato la fede alla Patria riconciliandola alla Chiesa, che ha preso a cuore con provvedimenti efficaci la cultura della Nazione, che ha donato la Pace alla Patria e rendendola temibile ampliò l'orizzonte dei suoi luminosi destini.
Vimercatesi! Non basta sentire nel cuore l'orgoglio della nostra Italianità, della nostra devozione al Duce, mostriamola anche esteriormente e pavesando col tricolore le nostre case, diciamogli tutto l'entusiasmo nostro. .
Il Duce sosterà al Linificio nel cui ampio cortile troverà riuniti circa 15.000 operai ai quali parlerà con la chiarezza ed eleganza di parola che è dote Sua speciale nel volgarizzare la scienza economica per farla comprendere al popolo.
Poi si recherà all'Ospedale, visita pietosa che il suo gran cuore conoscitore della sofferenza non poteva omettere. Inaugurerà il nuovo Palazzo Scolastico e la Casa del Balilla. Gli scolaretti potranno così trovarsi al contatto del Duce, persuadendosi che Mussolini non è un mito, per quanto possa apparire aureolato d'una luce di leggenda, ma che è capace d'accostarsi anche ai piccoli, e per loro prodigarsi.
Al Campo Sportivo troverà il suggestivo spettacolo di circa 15.000 Balilla, Giovani Fascisti, Avanguardisti, Piccole Italiane, Giovani Italiane perfettamente inquadrati nelle loro distinte divise, e da questa visione di giovinezza che è l'Italia del domani da queste nuove schiere, balde nel fisico e nel morale, il Duce vedrà aleggiare la fiamma che da Lui stesso trae alimento e ne riattiva continuamente le energie.
Sosterà poi alla Casa del Fascio e presa visione del Palazzo e dell'Opera Dopolavoro, proseguirà per il Palazzo Municipale. Ad attenderlo si troveranno nell'ampio cortile le rappresentanze delle Associazioni patriottiche ed i capi delle famiglie numerose. Per una volta ancora udiremo la parola altamente significativa del Duce, una volta ancora lo acclameremo ed il nostro applauso continuerà fino all'istante della partenza. Le competenti autorità calcolano per la solenne occasione un raduno di popolo che potrà variare dalle 40 alle 60.000 persone. Potenti altoparlanti verranno posti in parecchie località del paese perchè la parola del Duce venga udita anche da coloro che non potranno avvicinarLo. La festosa giornata sarà ultimata con un ricco spettacolo pirotecnico.
Tale è il programma dell'indimenticabile visita del Duce. A Lui manifestiamo fin d'ora la nostra gratitudine, a Lui offriamo lo spettacolo della nostra solidarietà che è perfetta armonia degli animi fusi in una sola anima, palpitante all'unisono con quella del Duce che vuole solo il bene morale e materiale della Patria nostra. (10)
La visita del Duce alle città lombarde, fulcro dell'industria nazionale, venne così descritta dal giornale <<IL REGIME FASCISTA>> di Roberto Farinacci, datato Domenica 7 ottobre 1934 anno XII Era Fascista.
IL DUCE TRA LE POPOLAZIONI DELL'INDUSTRE BRIANZA
a Melzo, a Vimercate, a Monza, un solo grido: <<VIVA IL DUCE>>
(...) Proveniente da Melzo il Duce giunge a Vimercate verso le 11,20 e anche qui trova il paese tutto imbandierato e la popolazione schierata lungo la strada provinciale. La macchina del Capo si arresta al Linificio e Canapificio Nazionale, ove il Duce è ricevuto dal Presidente Senatore Borletti, dal Vice-Presidente Gr. Uff. Pasquanelli e dal Consigliere delegato Gr. Uff. Giulio Sessa. Qui si trovano anche il Podestà Cav. Uff. Enrico Bollani, il Segretario del Fascio Cesare Sormani.
Nel primo cortile pavesato di bandiere e orifiammi fatti di corda di canapa, un operaio legge un indirizzo di devozione e di fedeltà, quindi il Capo visita una interessante mostra di tutti i prodotti in commercio. Dopo la mostra, il Duce passa nel terzo cortile ove sono radunati oltre 16.000 operai, parte del linificio locale, parte degli stabilimenti di Cassano, Lodi, Fara d'Adda, Dalmè, Villa Crema e Ponte S. Pietro.
Sono pure presenti i Sindacati della II Zona di Carate Brianza e di Trezzo d'Adda, con le loro musiche, le loro bandiere e i loro gagliardetti. Al Suo apparire il Duce è salutato da una vibrante ovazione. Accompagnato dai dirigenti, il Capo visita alcuni reparti dello stabilimento, fatto segno alle acclamazioni delle maestranze che ivi si trovano intente al lavoro, dopo di che ritorna nel terzo cortile ove è eretto un podio ornato di un grande Fascio Littorio e rivestito in corda di canapa.
Mussolini sale sul podio ed osserva l'imponente raduno delle maestranze schierate da vanti ai suoi occhi; poi pronuncia brevi parole, alla fine delle quali gli operai scattano in una impetuosa manifestazione di omaggio, che non cessa se non quando il Capo si allontana in paese. Da Via Luigi Ponti raggiunge il nuovo edificio scolastico in stile modernissimo, che comprende 24 aule tutte arredate con mobilio nuovo e razionale, e corredate di un impianto radio con altoparlante. La cerimonia e la visita alla nuova sede scolastica sono rapide e brevi, terminate le quali il Duce si reca alla Casa del Balilla, che visita minutamente, per poi recarsi al Campo sportivo che si trova di fronte. Qui sono ammassate le organizzazioni: complessivamente 4.000 giovanetti fra Balilla ed Avanguardisti. Presta servizio d'onore una centuria di moschettieri, e vi è pure la musica dei "Martinitt" di Milano, che all'apparire del Duce suona l'inno Giovinezza. Un Balilla si fa avanti al Duce e gli porge un moschetto che i Balilla della zona offrono a Romano Mussolini. Il Capo accetta la simbolica offerta e bacia il piccolo Balilla che, pur essendo un po’ confuso per l'emozione e l'inaspettato premio, si mette sull'attenti e saluta romanamente, mentre le sei centurie dei marinaretti, le nove dei Balilla, le sei degli Avanguardisti e le diciotto centurie di Giovani Fascisti lanciano un triplice saluto al Duce. Il Capo passa in rivista l'imponente raduno giovanile, quindi si dirige per la strada di Circonvallazione ad inaugurare la nuova Casa del Fascio e quindi raggiunge l'ospedale e da qui si reca alla Casa comunale che sorge nell'antico e storico palazzo Trotti. Il Podestà offre al Capo un album con fotografie, alcune riproducenti la vecchia Vimercate ed altre che testimoniano l'attività costruttiva e risanatrice del Comune in questo ultimo decennio. Salutato alla voce dalle Autorità, il Duce scende in un cortile interno ove riceve l'omaggio di 500 famiglie che hanno oltre 10 figli. Mancano pochi minuti a mezzogiorno quando il Duce appare nella Piazza principale del paese, ove è eretto un palco artisticamente addobbato, sul quale Egli sale.
La piazza è completamente stipata dai componenti le varie associazioni, davanti alle quali vi sono i combattenti e i mutilati, non solo di Vimercate, ma di tutta la zona. Il Capo dice brevi parole che hanno l'effetto di elettrizzare la massa che estenua il suo giubilo con grida di <<EVVIVA il DUCE!>>,<<DUCE SEI NOSTRO!>>,<<DUCE TORNA PRESTO!>>.
Se entusiastica è stata l'accoglienza di Vimercate, quella che nel breve giro di 45 minuti gli ha tributato il laborioso popolo di Monza ha raggiunto il vertice dell'entusiasmo.
Durante la visita Mussolini inaugurò a Vimercate la scuola elementare, che per altro aveva già iniziato ad operare dal maggio, la Casa del Balilla, che venne aperta senza effettuare il collaudo definitivo, e premiò le <<famiglie numerose>> con una somma in denaro.
<<Il compenso era ripartito in fasce a secondo del numero dei figli. Le due fasce includevano: la prima, le famiglie da 10 a 15 figli; la seconda da 16 in poi.
Mio padre, che era da sempre antifascista, pur avendo 10 figli, non si volle presentare perchè il suo orgoglio gli impediva di abbassarsi di fronte al fascismo e al suo Capo, anche se 100 Lire erano una bella somma di denaro per un contadino nullatenente, coi figli da crescere e con le spese di prima necessità da affrontare in quel periodo di crisi generale>>. (Armando Giambelli).
LA VISITA DEL DUCE
Giammai come sabato 6 ottobre Vimercate si è sentita fiera di sè. L'alto onore di accogliere il Duce l'aveva travolta in un delirio di entusiasmo. Com'è nel suo stile, il Capo del Governo aveva mantenuta la promessa e sia pure per brevi istanti, che i Vimercatesi avrebbero voluto assai più prolungati, tutti ebbero campo di conoscere ed avvicinare l'Uomo che condusse la patria ai più alti destini. Venne accolto dal più puro entusiasmo, vibrante in ogni cuore, stretti in un mirabile accordo. Dopo l'incontro al suo arrivo col Direttorio del Fascio, parlò ai 15.000 operai raggruppati presso il Linificio. Inaugurò il nuovo Palazzo delle Scuole e la Casa del Balilla. Si portò nell'adiacente Campo Sportivo ove 20.000 Camicie Nere, Avanguardisti, Balilla e Piccole e Giovani Italiane offrirono al Duce il suggestivo spettacolo delle loro fresche energie. Sostando in Municipio trovò adunate nel vasto giardino del Palazzo Comunale le rappresentanze di tutti i Fasci Femminili della zona e le madri e vedove dei Caduti. Nelle ampie sale municipali fu ossequiato da tutti i Podestà della zona, dal Clero della Pieve e da parecchie autorità civili e militari. Salito il podio, eretto sul portale del Palazzo Comunale verso la Piazza, parlò ai Mutilati e Combattenti ivi adunati. Ma poichè il Duce era venuto per trovarsi specialmente in diretta comunicazione col popolo, fu presso il raduno di 500 genitori aventi un numero superiore di 10 figli, che Egli si trattenne più a lungo in dolce intimità, stabilendo con essi dei cordiali colloqui dai quali scaturiva sotto la semplicità del linguaggio paesano l'intensità della devozione e della riconoscenza propria dei cuori rurali.
Così a Vimercate, popolo e gerarchie, gente di studio e di fatica, contadini rudi delle nostre ubertose campagne brianzole e lavoratori delle svariate industrie poterono sciogliere il loro ardente voto: vedere il Condottiero, stringerglisi attorno, sentire il fascino della sua presenza e della sua parola. Ma quale fu il movente che indusse il Duce a consacrare un'ora del suo tempo preziosissimo per una sosta a Vimercate? Tale movente a tutti è apparso in una luce di specialissimo significato ed all'avvenimento si guardò come il più solenne riconoscimento dei meriti considerevoli che Vimercate seppe acquistarsi durante gli anni dell'Era Fascista. E fu un premio ben meritato. Le cifre possono provarlo più di ogni parola: ecco, in schematica descrizione l'elenco completo delle principali opere compiute a Vimercate in poco più di un decennio, la cui spesa ammontò a quasi 9.000.000 di Lire. Il biennio 1924/25 vide realizzarsi gli importanti lavori di restauro al Palazzo Comunale (già Trotti), palazzo che, a sensi di legge, è riconosciuto di importante interesse artistico dalla Sovraintendenza ai Monumenti della Lombardia. Detti lavori fecero ammontare la spesa a L.55.000. Nel 1925 venne ampliato l'Asilo Infantile <<Regina Margherita>> (L. 125.000). Nel 1926 costruzione del fabbricato per gli uffici pubblici: Caserma - Ufficio Registro - Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette (L.200.000).
Nel 1926/27 ampliamento ed apertura vie interne (L.80.000). Dal 1926 al 1929 sistemazione dell'Ospedale di Circolo, opera di radicale importanza per la quale risultò una spesa di 2.800.000 Lire. Dal 1927 al 1930 costruzione acquedotto per il capoluogo e successivo ampliamento di esso per Oreno e Ruginello, ex Comuni aggregati a Vimercate. Nel 1929 spesa complessiva L.1.040.000. Ancora in questo periodo costruzione lavatoio comunale L.70.000. Nel 1928 pavimentazione in asfalto della via centrale (L.413.000). Nel 1928/29 costruzione edificio Scuola Popolare di Disegno (L. 182.000); costruzione colombari al Cimitero (L.90.000). Nel 1930 apertura dell'Asilo <<Principessa Maria di Piemonte>> nell'abitato di Ruginello (L.20.000); pavimentazione in blocchetti di porfido delle Vie Garibaldi e Cavour, ed in asfalto delle Vie Pinamonte e C. Battisti (L.625.000). Nel 1931 rinnovazione ed ampliamento della rete d'illuminazione pubblica (L.90.000). Nel 1931/32 costruzione del Campo Sportivo del Littorio (L.245.000). Nel 1932/33 costruzione delle strade di circonvallazione a Nord e a Sud, con pavimentazione in blocchetti delle vie Ospedale e Crocifisso (L.630.000). Nel 1933/34 costruzione della Casa del Balilla (L.300.000); costruzione dell'edificio scolastico sulla strada per Oreno, risultante di 26 aule scolastiche con la R. Direzione, sale di lavoro, palestra coperta, ecc. L'arredamento è completamente nuovo, modernissimo, e comprende un apparecchio <<radio>> in tutte le classi, oltre una macchina di proiezione in apposito salone; spesa complessiva L.1.200.000.
Nel capoluogo funzionano n. 6 orologi elettrici.
Una così imponente rassegna non abbisogna di commenti. L'elogio migliore l'ha detto il Duce con la sua visita. In tutto questo periodo di opere feconde fu Podestà di Vimercate il Cav. Uff. Rag. ENRICO BOLLANI. (11)
La visita di Mussolini all'industrie Lombardia ebbe il suo momento culminante a Milano, dove, in Piazza del Duomo, così il Duce arringò la folla:
<<CAMICIE NERE DI MILANO, CAMERATI OPERAI!>>
Con questa formidabile adunata di popolo si chiude il ciclo delle mie tre giornate milanesi. Hanno cominciato i rurali. I loro ingenti doni serviranno ad alleviare i disagi di molte famiglie in ogni parte d'Italia. Addito alla Nazione questa stupenda prova di civismo e di solidarietà nazionale offerta dai rurali della Pronvincia di Milano. (applausi).
Oggi, il cuore di questa sempre giovane e gagliardissima Milano (applausi vivissimi), la quale è avvinta indissolubilmente alla mia vita (altissime acclamazioni), rallenta un poco il suo forte pulsare. Voi siete qui, in questo momento, protagonisti di un evento che la storia politica di domani chiamerà il <<discorso agli operai di Milano>>.
(applausi prolungati). Attorno a voi sono, in questo momento, milioni e milioni di italiani.
E anche oltre i mari e oltre i monti, altra gente sta in ascolto. Vi chiedo alcuni minuti della vostra attenzione (la folla si fa attentissima). Pochi minuti ma che forse daranno motivo a più lunghe meditazioni. L'accoglienza di Milano non mi ha sorpreso, mi ha commosso. Non stupitevi di questa affermazione. Il giorno in cui il cuore non fosse più capace di vibrare, quel giorno significherebbe la fine. (scroscianti applausi). Cinque anni fa, in questi stessi giorni, le colonne di un tempio che pareva sfidare i secoli, crollavano con immenso fragore. Innumeri fortune si annientavano, molti non seppero sopravvivere al disastro. Che cosa c'era sotto queste macerie? Non solo la rovina di pochi o molti individui, ma la fine di un periodo della storia contemporanea, la fine di quel periodo che si può chiamare dell'economia liberale, capitalistica. (applausi vivissimi). Coloro che guardano sempre più volentieri al passato, hanno parlato di crisi. Non si tratta di una crisi nel senso tradizionale, storico della parola; si tratta del trapasso da una fase di civiltà ad un'altra fase. Non più l'economia che mette l'accento sul profitto individuale, ma l'economia che si preoccupa dell'interesse collettivo. (applausi). Davanti a questo declino constatato e irrevocabile, vi sono due soluzioni per dare la necessaria disciplina al fenomeno produttivo. La prima, consisterebbe nello statizzare tutta l'economia della Nazione. E una soluzione che noi respingiamo, perchè, tra l'altro, non intendiamo di moltiplicare per dieci il numero già imponente degli impiegati dello stato. L'altra soluzione è la soluzione che è imposta dalla logica e dallo sviluppo delle cose: la soluzione corporativa. Ed è questa la soluzione concepita ed attuata dal fascismo, il quale stabilisce l'eguaglianza verace e profonda del lavoro di fronte alla Nazione, eguaglianza che ammette una sola differenza: quella del limite delle singole responsabilità>>.
(Milano, sabato 6 Ottobre 1934).