ANNO 1928
COMUNE DI VIMERCATE (MILANO) - 29 MARZO 1928
"Già negli anni 1866 e 1870 con la Legge 20 Marzo 1865 sull'ordinamento comunale e provinciale si era dibattuto a Vimercate il problema dell'aggregazione a questo comune di quelli vicini di Oreno, Burago e Ruginello. Il consiglio comunale di allora, preoccupato unicamente dal fatto che l'unione dei comuni sopracitati avrebbe dato diritto a quelle popolazioni di godere dei benefici che il locale fiorente ospedale elargiva, respingeva la proposta aggregazione.
Attualmente la necessità di aggregare almeno una parte di detti comuni, e più precisamente quello di Oreno, è fortemente sentita.
Il comune di Oreno dista da quello di Vimercate mt. 1500 tra i rispettivi centri; praticamente però gli abitanti sono ormai uniti per nuove costruzioni sorte sulla provinciale Vimercate-Arcore, che unisce Vimercate ad Oreno.
Con ciò, ad esempio, si verifica che la Società Anonima "Linificio e Canapificio Nazionale", esistente in territorio di Vimercate, avendo dovuto ampliare uno stabilimento, sta costruendo nuovi locali annessi ai vecchi in questo comune, che sono già in territorio di Oreno. Il comune di Vimercate poi dovrà costruire il nuovo palazzo scolastico, costituito da 24 aule, il cui progetto fu pure approvato per un preventivo di circa L.2.000.000 (...) si verifica quindi che gli uffici pubblici (Imposte, Registro, Poste-Telegrafi, scuole, ecc.) sono più vicini all'abitato di Oreno che non a molte zone del proprio comune.
(...)la popolazione di Oreno dipende già da Vimercate per quanto concerne qualsiasi pubblico servizio e pubblici uffici (oltre a quelli già citati: telefono, stazione CC.RR., servizio consorziale veterinario) anche per il servizio ospedaliero fa capo a Vimercate e vi sarà definitivamente aggregata col prossimo funzionamento del nuovo ospedale di circolo. Per l'allacciamento con Milano e con Monza esistono a Vimercate due tramvie a vapore, l'interprovinciale e la Monza-Bergamo, per le quali sono pure in corso lavori di elettrificazione. Esse servono agli abitanti di Oreno, perchè quest'ultimo comune non è toccato da nessuna tramvia, nè ferrovia.
La popolazione del comune di Vimercate era composta secondo il censimento del 1921 di 7.115 abitanti, Oreno alla stessa epoca ne contava 2.778; oggi Vimercate conta 7.847 abitanti ed ha una superificie di mq. 11.500 ed un'altitudine di mt. 192.
La superficie di Oreno è di circa mq. 5.700, con un'altitudine uguale a quella di Vimercate.
Oreno costituisce quasi un perfetto rettangolo situato sul lato ovest del territorio di Vimercate ed incuneantesi in questo. Le due popolazioni riunite raggiungerebbero i 10.000 abitanti permettendo con ciò la formazione di un piano regolatore assolutamente necessario per il crescente sviluppo di Vimercate.
Rendite Patrimoniali
VIMERCATE :
Rendite Patrimoniali
Entrate Ordinarie
L. 4.425,--
L. 539.724,--
ORENO :
Rendite Patrimoniali
Entrate Ordinarie
L. 350,--
L. 112.342,--
Dopo avere esposto i dati tecnici e le ragioni che militano a favore dell'unione dei due comuni mi permetto aggiungere alcune considerazioni personali e di indole morale:
(...)non cerco e non insisto per un' unione a Vimercate di Burago e Ruginello, comuni che, essendo a distanza molto maggiore di quella di Oreno, per la loro ubicazione sarebbero di inutile peso e non potrebbero ottenere mai quei benefici che i comuni aggregati dovrebbero avere. Ritengo che l'unione non debba avvenire fra comuni che non possono vivere di vita propria o abbiano tutti una vita stentata, perchè in questo caso sarebbe come unire una serie di piccole aziende in dissesto, che, in seguito, provocherebbe il dissesto generale, ma debba essere fatta là dove almeno è possibile fusione in modo che il comune accentratore abbia forza di propulsione sufficiente per portare benefici effetti ai comuni aggregati.
(...)è per questo che Vimercate, dubbioso di poter rispondere agli scopi con un'aggregazione vasta di Oreno, Burago e Ruginello, si disinteressa per questi ultimi due comuni per i quali l'On. Autorità Superiore saprà se convenga o meno toccarne la circoscrizione e chiede invece esplicitamente l'unione di Oreno al quale può subito dare
i seguenti non indifferenti vantaggi:
1) Prolungamento ad Oreno del servizio del gas, esistendo in Vimercate un'officina capace di alimentare i due paesi.
2) Distribuzione razionale e moderna di acqua potabile avendo il comune di Vimercate ultimato in questi giorni il nuovo acquedotto costruito secondo le ultime esigenze tecniche.
3) Riforma completa dell'impianto di illuiminazione che esiste ad Oreno in stato embrionale.
4) Funzionamento degli altri servizi che un comune di una certa importanza ha nei confronti dei comuni di secondaria importanza.
Nè valga contro queste ragioni contrapporre che il comune di Oreno potrebbe provvedere a tutto quanto ho sopracitato con mezzi propri, chè il suo misero bilancio, come rilevasi nella prima parte del presente memoriale, non lo permetterebbe.
(...) purtroppo la popolazione di Oreno non sarà in parte favorevole all'unione dei due comuni: ragioni campanilistiche che disgraziatamente esistono ancora in molti comuni; la paura di qualche inasprimento di tasse, essendo la popolazione di Oreno in massima parte composta di contadini, che preferisce vivere senz'acqua, senza luce, fognature, ecc., piuttosto che pagare un centesimo in più di tasse; discordie fomentate forse anche da chi non è interessato all'unione dei due comuni perchè andrebbe a perdere il posto occupato, e soprattutto raccomandazioni di qualche influente persona, o che almeno si crede tale, saranno di ostacolo alla chiesta fusione". (Relazione inoltrata dal Sindaco Bollani al Prefetto).
Il Podestà sostenne l'aggregazione per i motivi elencati nei vari paragrafi della sua relazione, motivi che risultano essere solo economici; il riferimento ai contadini e al fatto che essi non volessero spendere qualche centesimo in più, era un enfatismo per estendere il "blocco economico", già in vigore nel comune di Vimercate.
Riguardo alle persone "importanti" Bollani intende anticipare al Prefetto ed ai suoi diretti superiori la strategia che i nobili orenesi avrebbero successivamente adottato nei confronti della richiesta di aggregazione territoriale.
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
IL SEGRETARIO CAPO
On. Senatore,
mi è gradito comunicarle che non risulta sin'ora presentata alcuna proposta per l'aggregazione del comune di Oreno a quello di Vimercate.
Qualora essa pervenisse, non si mancherebbe di interpellare in proposito il Podestà di Oreno, offrendogli così la possibilità di esporre le sue obiezioni.
(Lettera inviata al Conte Dott. Carlo Ottavio Cornaggia Medici Castiglioni, Senatore del Regno, che fungeva da intermediario tra il C.te Gallarati Scotti e la Presidenza del Consiglio dei Ministri).
A riprova di quanto fosse stata abile la manovra politica di annessione, si ha notizia di un rapporto intercorso tra il Podestà Bollani e la Federazione Provinciale Milanese Enti Autarchici (organo che con l'avvento del fascismo sostituì la dizione Associazione Nazionale Comuni d'Italia), per assicurarsi in tal modo il diretto appoggio di tale importante istituzione.
"(...) mi riferisco alla tua lettera per informarti che la proposta di aggregare Oreno a Vimercate deve essere fatta in forma ufficiale; ciò mediante apposita deliberazione che invierai alla R. Prefettura. In essa esporrai tutte le ragioni che militano in favore della tua proposta. La Federazione sarà certamente interpellata dalla R. Prefettura, e non mancheremo di interessarci nel senso da te desiderato.
Saluti Fascisti.
IL SEGRETARIO FEDERALE
Mario Colombo
Avendo avuto conferma dell'appoggio politico di tale Ente, la giunta comunale vimercatese pensò di proseguire negli intenti chiedendo, in seconda battuta e contrariamente a quanto esposto nella prima relazione, l'annessione del comune di Ruginello.
COMUNE DI VIMERCATE
Estratto del Processo Verbale
di deliberazione del Podestà
(...) considerato che il comune di Ruginello dista da Vimercate mt. 2.000 tra centro e centro, e non più della metà fra le rispettive frazioni di S. Maurizio ed Oldaniga, collegato da strada provinciale; considerato che la popolazione di Vimercate al censimento 1921 era di abitanti 7.115, e quella di Ruginello 1.074; che Vimercate ha una superficie di ha. 1.216, Ruginello di ha. 248; che quest'ultimo comune confina, ad Ovest e a Sud, con Vimercate, entrando a cavallo della Provinciale ad angolo retto in questo territorio; considerato che le rendite patrimoniali di Vimercate sono di L. 1.425, quelle di Ruginello L.535, e che le entrate ordinarie sono rispettivamente di L.516.959,98 e di L.42.427; considerato che la popolazione di Ruginello dipende già da Vimercate per tutti gli uffici pubblici e per gli Enti di assistenza; considerato che Vimercate ha ultimato il proprio acquedotto con un'officina di sollevamento in piena efficienza capace di portare l'acqua potabile anche a Ruginello, comune non in grado di provvedere adeguatamente ai principali servizi pubblici; delibera di chiedere all'On. Ministero degli Interni l'aggregazione a Vimercate del vicino comune di Ruginello.
VITTORIO EMANUELE III
per Grazia di Dio e per Volontà della Nazione
RE d'ITALIA
ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO
I comuni di Oreno, Ruginello e Vimercate sono riuniti in unico comune con capoluogo e denominazione Vimercate.
Dato a San Rossore, addì 28 Marzo 1929. Anno VII
F.to Vittorio Emanuele
C.f.to Mussolini
Avendo avuta notizia dell'avvenuta unificazione, il Conte Gallarati Scotti così si rivolse al Podestà di Vimercate.
GOVERNO DELLA TRIPOLITANIA E DELLA CIRENAICA
Il Capo Gabinetto di S.E. il Governatore
Tripoli, 12 Giugno 1929 - VII -(...)mi permetto raccomandare alla saggezza delle sue cure di Podestà il paese di Oreno ed in modo particolare il bel Viale della Rimembranza, che ha segnato un notevole sforzo per la mia gestione amministrativa e non indifferente sacrificio finanziario per privati e Comune.
Con distinta considerazione Giacomo Gallarati Scotti
La politica di Mussolini pervenne ad una svolta decisiva. Dopo avere costruito ed organizzato i quadri dirigente del P.N.F., sostenuti da elementi oltranzisti, e cambiato integralmente le abitudini degli Italiani, si rese conto della necessità di potere contare su una base di assenso molto più estesa. Di fronte alla massa crescente dei disoccupati e ai provvedimenti antipopolari precedentemente attuati (riduzione del 20% sul salario) per contenere il disavanzo pubblico, si rese conto che la popolazione lavoratrice andava indirizzata verso l'ideologia del regime onde evitare manifestazioni di piazza contrarie al potere centrale. Quindi per garantirsi non la simpatia, ma almeno il silenzio passivo della base, decretò che gli uffici di collocamento dessero la precedenza in graduatoria a coloro i quali risultassero iscritti al P.N.F. La tessera divenne così un mezzo privilegiato per potere lavorare.
La demagogia fascista cominciò a costruire una serie di stereotipi di perfezionismo giungendo a forme populistiche paternalistiche che demandavano tutti i motivi di decisione agli organi competenti da essi stessi gestiti offrendo l'immagine della compattezza nazionale, tesa a favorire le classi lavoratrici e le problematiche ad esse legate. Così la puntualità delle ferrovie, che "saltavano" le stazioni di secondaria importanza, la lungimiranza nell'intuire necessità di una nazione tesa all'antagonismo con le vicine considerate rivali e causa della situazione economica interna, la "culturizzazione" delle masse con l'obbligatorietà della frequenza scolastica, ecc., servirono per inculcare al cittadino comune la convinzione che il P.N.F. operasse per il bene pubblico. La riprova di come il programma di condizionamento attuato abbia lasciato un profondo solco nella mentalità popolare è ancora evidenziabile nelle frasi, spesso ripetute, che sottolineano, quasi con rammarico, le conquiste ottenute durante quel periodo. Fortunatamente ci fu chi, comprendendo la pericolosità dell'operato fascista, continuò ad opporsi ancora con più vigore, agendo in modo che le coscienze critiche dei cittadini rimanessero sveglie e in grado di giudicare oggettivamente gli eventi.
In questo clima di sottili strategie apparve palese la mano del regime che, per screditare definitivamente gli oppositori, architettò l'attentato del 12 aprile a Milano contro S.M. Vittorio Emanuele III in modo tale però da non compromettere l'immunità del personaggio, ma da causare comunque morti e feriti attribuendone la colpa ai comunisti. L'efficientismo della Giustizia fascista fece sì che solo dopo qualche mese si fosse già in grado di processare i capi del Partito Comunista rei di avere attentato alla vita di S.M. unificatore dell'Italia ed emblema della Nazione tutta.
Dopo una lunga e laboriosa istruttoria, il processo intentato ai membri del Comitato Centrale del Partito Comunista d'Italia, giunse al dibattimento alla fine di Maggio. Pubblico accusatore fu il Dott. Isgrò, distintosi al Tribunale speciale per il suo zelo violento. In questo processo divenne famosa la sua frase "Bisogna impedire al cervello di Gramsci di funzionare per 20 anni
SENTENZA n. 54 del 4 Giugno 1928
Presidente Saporiti - Rel. Buccafurri
Capo d'imputazione: Creazione di esercito rivoluzionario, cospirazione, propaganda, istigazione di militari alla disobbedienza, istigazione alla lotta armata contro le classi borghesi e il P.N.F., oltraggio, vilipendio.
RIBOLDI EZIO, Vimercate (MI) avvocato
GRAMSCI ANTONIO, Ales (CA) pubblicista
SCOCCIMARRO MAURO, Udine dott. in Economia
TERRACINI UMBERTO, Genova avvocato
17 anni 4 mesi 5 giorni
20 anni 4 mesi 5 giorni
20 anni 4 mesi 5 giorni
22 anni 9 mesi 5 giorni
"Il giorno dell'attentato, mio padre fu nuovamente arrestato, la mattina stessa, e trattenuto in via cautelativa fino a tarda sera." (Angelo Girardello)
Era divenuta usanza, da parte delle forze dell'ordine, arrestare od interdire cautelativamente le persone schedate o, più genericamente, sospette ogniqualvolta un personaggio della vita politica del paese venisse in visita nelle vicinanze. Tutto ciò era giustificato dalla necessità di prevenire turbamenti dell'ordine pubblico che la presenza di tali individui contrari al regime poteva esercitare.
"Gli arresti cautelativi erano fatti in maniera tale da colpevolizzare, davanti alla opinione pubblica, gli antifascisti. Tra le persone "sospettate" ricordo Magni Giovanni, spesso segregato dai Carabinieri senza alcun motivo valido." (Angelo Girardello)