IL DOPOGUERRA
ANNO 1918
E l'ultimo anno di una guerra iniziata fra grossi contrasti per gli Italiani, combattuta per unificare il Paese, con promesse di più favorevoli condizioni, non soltanto economiche, per i ceti meno abbienti. Il Conflitto, estesosi anche agli Stati Uniti divenendo Guerra Mondiale, volgeva finalmente al termine lasciando vincitori e vinti stanchi e provati da quest’enorme dispendio d’energia, di giovani vite spese per i Sacri Ideali sempre propagandati e mai realizzati.
Durante questo difficile anno, susseguente alla disfatta di Caporetto, contraddistinto dall'accanita difesa e controffensiva sul Piave, i soldati furono messi a dura prova oltre che dal fuoco del nemico anche da un inverno particolarmente rigido.
Il luogo comune, che attribuisce ad uomini inseriti nella stessa realtà oggettiva di rischio imminente della propria vita l'acuirsi dei più nobili sentimenti umani, non trova riscontro nella situazione del momento.
Emergono sempre più evidenti le fratture sociali tra ceti e gerarchia militare, fratture volute e sostenute da quel sistema monarchico che volle si la Costituzione, ma che, in ogni caso, si pose al di sopra del cittadino circondato dalla cerchia dei nobili e dei ceti dirigenti.
Un riscontro diretto di tale quadro traspare in queste due lettere inviate dal fronte.
Prima linea 6 Marzo 1918 2360 Regg. Fant. 55~ Div. Brig. PICENO
Preg.mo Sig. Avv. Carlo TOLLA
Presidente della "PR O-ESERCITO" Milano
(...) mi perdoni se le faccio una domanda. Oggi ho incontrato in un camminamento colmo di neve, sotto una tormenta fortissima, l'ufficiale propagandista del Corpo d'Armata Sottotenente Sig. Giuseppe Lombardo Radice, senza pelliccia. Ciò mi ha alquanto meravigliato e dispiaciuto, perché realmente il suddetto ufficiale è persona benemerita zelantissima e volonterosa, padre di numerosa famiglia ed in prima linea da molto tempo. Sarebbe mio vivo desiderio provvederlo di una pelliccia, ma non ne ho più nessuna disponibile. Mi rivolgo pertanto a Lei Pregiatissimo e Gentilissimo Sig. Avvocato, perché, nella sua qualità di Presidente del Comitato Pro-Esercito voglia compiacersi di onorarmi di tale dono, dirigendolo personalmente al Sig. Sottotenente Dott. Giuseppe Lombardo Radice addetto al Comando del Quinto Corpo d'Armata. Pel ritiro dell'oggetto, che dovrà essere ben imballato e legato, penserò io stesso mandando all'ufficio VI un milite del mio Reggimento che si trova in licenza presso Milano. Siccome il Sottotenente Dott. Lombardo Radice è di statura alta e persona seria, occorre che la pelliccia sia nera, con bavero e paramani neri, e che vi siano in aggiunta 2 pelli intere per poterla allungare di quel tanto che è necessario per coprire anche le gambe. Voglio sperare che Ella Illustrissimo Sig. Presidente vorrà soddisfare alla mia domanda ed in tale speranza resto in attesa del suo gentile riscontro. Colgo l’occasione per ossequiarla con profonda stima, sincera devozione e con animo grato.
Il Colonnello Comandante del Reggimento
M.L. Cravosio
"Gentilissimi Signori, le abbondanti nevicate e il rigido freddo che continuamente esiste su queste alte vette, mi suggerisce di approfittare della Loro gentile e benefica opera, mi rivolgo quindi alla S.V. per domandarle indumenti invernali, che tanto mi abbisogna e necessitano all'adempimento di questo grande e sublime dovere, al quale sono dalla Patria chiamato. Quello che maggiormente mi abbisogna e desidererei avere sarebbe una camicia, un paio di mutante di flanella e qualche paio di calze di lana. Unisco alla presente questi fiori (raccolti su queste sacre rocce, divenute per opera di noi umili combattenti, che da tanti mesi le difendiamo, storiche) colla speranza che volentieri le accettino. Scusandomi di tanto disturbo che vi reco e ringraziando le S.V. di tanta benefica gentilezza con rispetto Le riverisco, obbligatissimo."
Soldato Sala Battista
10° Gruppo 479° Batteria d'Assedio
l2° Corpo d'Armata
ZONA DI GUERRA