ANNO 1929
Il 5 gennaio moriva Mons. Filippo De Giorgi, Prevosto di Vimercate.
Questi si era fin dal primo momento opposto all'ideologia e al dilagare della violenza fascista col suo comportamento deciso e coraggioso, conscio di essere esempio per i cattolici della sua Parrocchia.
L'11 febbraio in una sala della Basilica di S.Giovanni il Laterano, Benito Mussolini e il Cardinale Gasparri, sottoscrissero i patti (Concordato tra lo Stato e la Chiesa e Trattato istitutivo dello Stato del Vaticano), che posero fine al conflitto tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica risalente al 1871.
"Le trattative per risolvere il lungo dissidio tra lo Stato e la Chiesa erano cominciate nella seconda metà del'26 con l'evidente proposito, sia da parte di Mussolini sia da parte di Pio XI, di giungere ad un accordo: da una parte il fascismo, sempre alla ricerca di riconoscimenti ufficiali, dichiarava di avere superato la dottrina liberale e la sua diffidenza nei riguardi di una penetrazione cattolica nella società, vedendo evidentemente nell'intesa con il Vaticano la possibilità di rafforzare il proprio potere (alla stregua di tutti i regimi autoritari voleva servirsi della religione come di un "instrumentum regni"); dall'altro il Papa, accettando il governo fascista come "legittimo e obbligatorio", mostrava di temere che si potesse cadere in uno peggiore, nel disordine e nella anarchia, qualora tale governo fosse stato costretto a dimettersi.
(...) Mussolini riconosceva alla Chiesa la personalità giuridica con tutti i suoi diritti; assegnava al Sacramento del Matrimonio il suo posto nella legislazione civile; riconosceva alle famiglie religiose la personalità giuridica; dava all'insegnamento religioso il dovuto ufficio ed onore (con aperto riconoscimento dell'Università Cattolica di Milano); attribuiva all'Azione Cattolica un posto legittimo. A sua volta Mussolini otteneva dal Concordato una cosa a cui teneva molto, cioè la legittimazine del suo potere".
Il 24 marzo si tennero le votazioni per l'elezione della Camera dei Deputati.
Nella sua ultima seduta alla Camera, denominata "Costituente della Rivoluzione fascista", Mussolini affermò: "Nella neo-eletta Camera vi saranno 400 fascisti regolarmente iscritti al partito!". Cioè la totalità dei seggi. In effetti fu proprio una Camera interamente fascista quella che uscì dalle elezioni: gli elettori dovevano rispondere SI o NO alla semplice e lapidaria domanda "Approvate voi la lista dei Deputati designati dal Gran Consiglio Nazionale del Fascismo?". Chi osava rispondere NO, essendo la scheda elettorale trasparente, veniva subito individuato, e, all'uscita del seggio, bastonato e sottoposto ad altre violenze.
"A Vimercate allo spoglio dei voti risultarono solo due risposte negative: una era la mia!. Avevo accuratamente piegata la scheda in modo che non trasparisse il mio voto". (Ravasi Giuseppe)
La situazione economica mondiale fu sconvolta dal crollo finanziario americano (Wall Street), che trascinò inevitabilmente con sè gli Stati ad esso debitori o strettamente dipendenti. Si ebbe ripercussione anche in Europa, di proporzione minore rispetto a quella d'oltre oceano ma senza dubbio più grave, poichè il fenomeno venne inizialmente sottovalutato. Il prodotto industriale italiano non trovò più l'adeguato sfogo sui mercati esteri, diminuì in tal modo il potere d'acquisto dei salari, aumentò la disoccupazione, piaga endemica nazionale, e il tasso inflattivo crebbe vertiginosamente.
ANDAMENTO DEI SALARI NELL'INDUSTRIA ITALIANA DAL 1918 AL 1938
ANNO
SALARIO NOMINALE
SALARIO REALE
1918
1919
1920
1921
1922
1923
1927
1930
1931
1932
1933
1936
1937
1938
170
249
403
529
512
478
570
512
472
448
430
401
418
437
64
93
114
127
123
116
120
119
121
118
120
108
103
100
Da ciò appare evidente che, dall'avvento del fascismo, si ebbe una costante diminuzione del salario reale (causata dall'inflazione e dalle diminuite commesse belliche) e parallelamente la decrescita del salario nominale, dovuta alla compressione dei salari per tentare di sanare il grave disavanzo di cassa.
In tal modo si salvarono le grosse industrie monopolistiche a discapito della classe lavoratrice.
Tali eventi mandarono in crisi molte piccole/medie industrie; in Brianza si evidenziarono ulteriormente le attività artigiane condotte dallo stesso nucleo famigliare che seppero essere fonte di occupazione per un grande numero di disoccupati e avventizi. L'unica soluzione "trovata" dal regime per contenere la crisi dilagante fu l'incentivazione massima del commercio interno, prevalentemente agricolo e solo in un secondo tempo industriale. La difficoltà di interscambi economici con l'estero e il prezzo elevato delle materie importate, spinsero ad un autarchismo esasperato l'economia di regime.
Vennero propagandate le risorse minerarie nazionali (ferro dell’Elba, carbone della Sardegna, zolfo della Sicilia) come se fossero sufficienti per il fabbisogno dell’industria. Il blocco forzato del libero scambio portò alla rivalutazione del prodotto elementare di sempre: il pane. L’agricoltura venne indirizzata, attraverso la "battaglia del grano" intesa come unica fonte di sopravvivenza, ad una produzione prevalente di cereali, nella speranza di assicurare l'autosufficienza, mai raggiunta, che si tradusse in seguito nel mancato sviluppo dei settori ortofrutticoli e zootecnici, certamente più pregiati. La politica agraria fascista favorì soprattutto i grandi proprietari, in grado di meccanizzarsi, e le industrie di macchine agricole e fertilizzanti, che godevano di condizioni di monopolio, mentre penalizzò i braccianti, in quanto la metodologia applicata necessitava esclusivamente di lavoro stagionale. Neanche le tanto pubblicizzate opere di bonifica (paludi Pontine) e le leggi che vietavano il trasferimento verso le città riuscirono ad impedire la migrazione dei contadini, ormai privi di lavoro costante, verso i centri industriali.
Per meglio inquadrare la situazione dislocativa della popolazione di Vimercate ed evidenziare come buona parte di essa vivesse l'esperienza contadina è sembrato opportuno inserire la seguente tabella.
FRAZIONI E CASE SPARSE
NORD
Castellazzo .............................................................................................. abitanti n° 113
San Maurizio .................................................................................................."......... 700
SUD
S.Maria Molgora .....................................................................................abitanti n° 289
Marcusate ............................................................................................................ " .... 210
S. Paolo.................................................................................................................. " ..... 49
Rossignolo ............................................................................................................"...... 51
Cusano ..................................................................................................................."...... 96
Chioso ...................................................................................................................".... 134
Furbellina ..............................................................................................................."...... 63
EST
Gariola abitanti ........................................................................................................n° ....71
Chiesa .......................................................................................................................".... 67
Griffalda ....................................................................................................................".... 61
Gargantini ................................................................................................................".... 89
Baraggiola ................................................................................................................".... 75
Secca ........................................................................................................................".... 61
Branca ......................................................................................................................".... 92
Moriano ....................................................................................................................".. 282
Rosè ........................................................................................................................."..... 16
__________________________________________________________Totale n° 2.338
...........................................................................................Totale abitanti Vimercate 7.963
........................................................Per differenza i residenti nel centro urbano erano 5.625
"Le condizioni dei ceti proletari contadini sono fedelmente "fotografate" dalle seguenti lettere, pubblicate sulla rivista "Problemi del Lavoro", rivista diretta da Rigola, ex dirigente della Confederazione del Lavoro passato poi a fiancheggiare il fascismo, rivista che il regime lasciava vivere per giustificare di fronte alla Società delle Nazioni l'adesione dell'Italia.
Un tecnico lombardo affermò che i ceti impiegatizi e piccolo-borghesi erano costretti a rinunciare ai generi di prima qualità:" (...)si tratta di un vero processo di decrescenza da un relativo benessere a condizioni economiche più limitate; peggio, poi, per i ceti di lavoro operaio e manuale, le cui famiglie sono spinte sempre in maggior numero a ricorrere al soccorso assistenziale per taluni alimenti, per il vestiario, per l'affitto". A sua volta un fornaciaio emiliano scrisse che le famiglie operaie dovevano rinunciare anche a ciò che sarebbe stato indispensabile, quasi sempre la carne, al vino e talora al latte; il loro vitto si poteva normalmente descrivere cosi': "(...) pane e poco compatico la mattina (caffè per i bambini), minestra abbastanza lunga a mezzogiorno e pane e polenta con companatico (il meno costoso baccalà, saracche o giù di lì) la sera."