La Rocca di Monselice
Padova, 15 settembre 2011
Comunicato stampa
Secondo il sindaco di Monselice, vedi il Mattino di Padova del 14.09.2011, quanti si sono opposti alla realizzazione dell'ascensore si sono assunti la responsabilità di avere impedito di fatto ai disabili motori l'accesso alla sommità della Rocca in quanto la scalinata del Belvedere si configura come un'invalicabile barriera architettonica.
Sul tema della fruizione della Rocca di Monselice, quindi, ci permettiamo di riproporre alcune argomentazioni forse già note ai più.
La Rocca di Monselice appare come un "unicum" di eccezionale interesse culturale e un palinsesto straordinario della storia della comunità locale. Infatti si caratterizza per le sue aree di grande pregio archeologico: tombe longobarde sulle pendici del colle; sulla sommità vestigia della chiesa di santa Giustina, resti di edifici medievali; significativi tratti della complessa struttura difensiva così come si è andata modificando a partire dall'epoca Bizantina, fra cui spicca il Mastio Federiciano. Il Duomo Vecchio e inoltre numerosi edifici di epoca Moderna: Ca' Marcello che ha inglobato le successive strutture del castello realizzate dall'XI al XIV secolo, villa Nani Mocenigo ed il complesso scenografico della villa Duodo di Vincenzo Scamozzi con la sua grandiosa scalinata del Belvedere e con il Santuario delle Sette Chiese ove è possibile acquisire le indulgenze giubilari.
Come da noi sempre sostenuto per avere una percezione corretta di questo complesso e unitario "Bene Culturale" si deve percorrere a piedi la via del Santuario che, da piazza Mazzini, e precisamente dal cinquecentesco edificio dell'ex Monte di Pietà, porta alla sommità, al Mastio. Solo così, camminando lentamente e in salita si coglie il significato processionale delle chiesette, si comprende che il Mastio rappresenta l'estremo elemento di una struttura difensiva medievale che, dismessa la funzione militare, è stata conquistata da quella civile, come conferma la presenza delle ville situate in posizioni dominanti, ad ostentare il potere delle casate.
È evidente il valore culturale dell'attuale percorso, che oltre ad essere un viaggio nella memoria storica, si configura anche come "itinerario di pellegrinaggio": il salire non è un puro accidente fisico, non è un ostacolo da evitare, ma è simbolo di un'ascesa spirituale, ed un'esperienza indimenticabile in quanto si passa da un'emergenza estetica eccezionale all'altra.
A seguito di queste considerazioni, a suo tempo, è nato il nostro dissenso contro la banalizzazione della risalita alla sommità della Rocca tramite l'ascensore, che inoltre avrebbe anche innescato l'ennesimo meccanismo da "turismo mordi e fuggi": dalla cava-parcheggio alla torre di Federico e... stop!
Certamente la scalinata del Belvedere si configura come una barriera architettonica che comunque è facilmente superabile, come già proposto, mediante la realizzazione di un elevatore di pochi metri a lato della scalinata stessa, progettato ovviamente con un minimo di sensibilità paesaggistica, che permetterebbe di raggiungere il vecchio percorso di accesso alla casa ex Bernardini. In questo modo, anche senza auspicare automobiline elettriche, si potrebbe garantire a tutti la corretta percezione dei luoghi e un'esperienza estetica indimenticabile.
La presidente
Maria Letizia Panajotti