Via Boccalerie a Padova
Padova, 25 settembre 2009
A partire dall'Unità d'Italia l'Amministrazione Comunale di Padova decise di avviare i lavori di pavimentazione dell'intera città. Viene così approntato quello straordinario progetto di Arredo Urbano che ha contribuito a definire l'immagine della città storica.
Il disegno omogeneo, esteso a tutta l'area urbana, prevedeva di pavimentare le superfici carrabili con ciottoli di fiume di limitate dimensioni, mentre le zone pedonali, per lo più porticate, gli attraversamenti e le piazze, sarebbero state eseguite con blocchi in trachite, le masegne, che venivano posate a secco su un letto di sabbia semplicemente accostate le une accanto alle altre ortogonalmente rispetto alla strada, con una perizia tale che a fatica, ancora oggi, si distinguono le giunture.
Il progetto di pavimentazione si è configurata come un'opera assolutamente funzionale, frutto di una cultura materiale patrimonio collettivo di maestranze anonime, dotate di notevoli abilità tecniche non disgiunte da una sensibilità colta e raffinata.
Da un punto di vista percettivo l'immagine gioca sul contrasto fra la superficie liscia e per lo più omogeneamente monocromatica della trachite in contrasto con la frammentarietà e la varietà cromatica del tappeto di ciottoli.
Con molta attenzione e raffinatezza sono stati realizzati tracciati stradali curvilinei, segnalati gli accessi ai palazzi modificando l'andamento della posa delle masegne che sono, in questi casi, parallele alla strada ed incise con vari motivi lineari in modo da renderle più funzionali al transito di carrozze e cavalli. Le numerose bocche di lupo presenti nei sottoportici per aerare le cantine erano protette da pesanti griglie di ferro ancorate a grandi lastre di trachite.
Già da decenni per eseguire le operazioni legate agli inevitabili lavori di manutenzione dei sottoservizi si è continuato ad intervenire sulla pavimentazione storica in modo improprio: si è lavorato con i martelli pneumatici che immancabilmente finiscono per provocare scheggiature lungo i bordi delle pietre e nel riposizionamento, molto spesso non ci si è preoccupati di realizzare la omogeneità e continuità della superficie originaria.
Oltre alla novità di utilizzare sottili lastre di trachite, spesso proveniente da altri paesi, dalla porosità, consistenza e colore della pasta diverse da quella "nostrana" un'altra negativa consuetudine, ormai inveterata, che ha contribuito ad impoverire ulteriormente l'immagine della pavimentazione storica, è quella di sostituire i ciottoli con i cubetti di porfido, molto più banali sia per la omogeneità della texture che per la più limitata gamma cromatica.
Supportati dal consenso condiviso dai presenti al convegno organizzato da Italia Nostra in occasione della II Giornata Nazionale Paesaggi Sensibili sul tema "La città delle emozioni" chiediamo con urgenza il ripristino della pavimentazione tradizionale in via Boccalerie in quanto l'intervento realizzato si configura come danneggiamento di Bene Culturale, cancella un segno storico e impoverisce l'immagine del Centro Storico.
La presidente
Maria Letizia Panajotti