Padova, 16 marzo 2022

Spett.le

Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana

Comune di Padova

verde@pec.comune.padova.it

Osservazioni al Piano del verde comunale

Il monumentale “Piano del Verde” del Comune di Padova, redatto giusta la L. 10/2013 e adottato in data 15 febbraio 2022, fornisce moltissimi dati analitici sul verde e gli ecosistemi urbani, configurandosi tuttavia, più che come uno strumento operativo, come la presa d’atto dello “stato di fatto”: in altre parole, più che di un piano vero e proprio, si tratta di un inventario dettagliato del patrimonio esistente, della biodiversità, dei servizi ecosistemici e dell’agricoltura urbana, cui si accompagnano una serie di raccomandazioni riguardanti le buone pratiche connesse.

Che si tratti di un piano di indirizzo si evince dalle stesse dichiarazioni dell’assessora Gallani nella premessa ed è ribadito poi in più parti del documento. In proposito si possono citare alcuni esempi:

Allegato 0 - pp. 11 e 15 dove si auspicano piani operativi di successiva adozione; operatività che sarebbe stata invece viepiù opportuna già in questa fase, almeno in linea di massima, dal momento che in contemporanea l’Amministrazione sta licenziando il Piano degli interventi, valido per i prossimi dieci anni, e tanto più urgente a fronte delle minacce e delle aggressioni anche recenti a danno del patrimonio verde cittadino, come testimoniano, tra i vari, i casi dell’ex caserma Piave e dell’ex S.e.e.f. in via Campagnola, o i tanti giardini di ville e palazzine della prima cintura urbana, come quello di via Palesa, minacciati dal Piano casa della Regione Veneto (ora L.R. 14/2019), passivamente applicato senza le opportune contromisure da parte dell’Amministrazione comunale. La mancata o insufficiente correlazione tra la redazione del Piano del Verde e la redazione del Piano degli interventi (dovuta presumibilmente anche al fatto che entrambi gli strumenti sono stati messi in cantiere nell’ultima fase dell’attuale quinquennio amministrativo, soffrendo di una tempistica necessariamente incalzante), ha finito per disattendere uno degli obiettivi del Piano del verde che, giusta le indicazioni della Strategia Nazionale del Verde Urbano, è quello di “orientare la pianificazione…degli spazi aperti”.

Allegato 9 (Buone Pratiche) - pp. 461 dove si precisa che si fa “riferimento al ‘Regolamento del Verde Pubblico e Privato’ del Comune di Padova (in fase di approvazione al momento della stesura del Piano del Verde) al quale si rimanda per maggiori approfondimenti”, e a pp. 462-464 dove ci si limita a dare indicazioni generali “sulla vegetazione urbana e l’inquinamento atmosferico, sulle forme di aggregazione degli alberi, sull’area di pertinenza”, nonché sulle strade alberate e i connessi criteri di scelta delle tipologie arboree in base alla larghezza delle vie, senza però individuare, nello specifico, le strade attualmente prive di alberi e che potrebbero esserne dotate.

Si deve comunque far rilevare che il Piano, oltre a dipendere da una deliberata scelta dell’ Amministrazione, è un obbligo imposto dalla legislazione vigente alla scadenza del mandato del sindaco (LS 14.01.2013 n° 10 – art. 3 bis comma 2): “Due mesi prima della scadenza del mandato, il sindaco rende noto il bilancio arboreo del comune, indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati in aree di proprietà pubblica rispettivamente al principio e al termine del mandato stesso, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza”.

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Il Piano del Verde adottato presenta dati contraddittori e in alcuni casi errati e/o incompleti e in ogni caso non adeguatamente verificati, forse a causa di un’insufficiente interconnessione tra le varie discipline e professionalità che hanno concorso all’elaborazione del Piano. In particolare merita un approfondimento quanto riportato nell’Allegato 1, p. 31 tabella 01.06 – Quantità di Aree a Verde, dove la somma delle superfici non risulta essere di 5.802.930 mq, ma di 5.349.125,65 con una differenza di ben 453.804,36 mq. Altra incongruenza si ha nel confronto delle tabelle riportate nell’Allegato 1 p. 31 e Allegato 6 p. 205, dove vengono indicati rispettivamente 207.967 e 209.297 abitanti residenti in Padova.

Un aspetto molto interessante e qualificante del Piano è il cosiddetto verde di prossimità, cioè le aree verdi di proprietà comunale accessibili dai cittadini entro i 300 / 800 m, o entro i 5 / 15 minuti in termini di tempo (vedasi Allegato 6, 6.1, 6.2, 6.3 e 6.4). Dall’analisi dei dati risulta che più di 50.000 abitanti di Padova non rientrano nei suddetti parametri; dalla tabella 06.04 (Allegato 6.4 p. 207) risulta che nella Consulta 1 Centro il 61,59% dei residenti rientra nella regola dei 300 m, ma ciò sembrerebbe contrastare con quanto indicato nelle planimetrie 01 e 02 di p. 431 (oggettivamente poco chiare data la scala adottata) dell’Allegato 8 – Strategie, dove in grigio chiaro sono indicate le zone non servite dal verde di prossimità.

Una particolare valutazione meritano i dati riguardanti il cosiddetto Parco delle Mura e delle Acque (Allegato 1 – pp. 30 e 31), dai quali si evince che molto probabilmente solo il 60% delle aree è di proprietà comunale. Il Parco appare pertanto di difficile attuazione, se lo si intende come percorso verde continuo e organico, inoltre non sono indicate strategie, modalità e tempistiche per la sua realizzazione.

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Dall’analisi del Piano adottato risulta evidente che si è privilegiata la “quantità” rispetto alla “qualità”. Nelle Linee Guida per la Gestione del Verde Urbano redatte dal Ministero dell'Ambiente (2017), è chiaramente indicato che si deve distinguere il verde fruibile da quello non fruibile (Linee guida, Punto 2.1 – Piano del Verde Comunale – Comma B), ma dalla tabella dell’Allegato 1 – p. 31 del Piano del verde padovano si ricava che sono state inserite aree non propriamente fruibili, come aree spartitraffico, rotonde, scarpate e svincoli stradali, aree incolte, aree di edifici pubblici (che gli stessi estensori del Piano dichiarano non fruibili dai cittadini) con la conclusione che escludendo queste ultime aree, lo standard a mq per abitante, dichiarato in 27,90 mq, scende nelle migliori / peggiori ipotesi a 11,41 mq.

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Nel Piano del Verde mancano alcuni aspetti importanti previsti dalla L. 10/2013 quali:

· Art. 2 – comma 1 – “ I comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti... sono obbligati a porre a dimora un albero per ogni neonato o minore adottato…, prescrizione ribadita nel successivo Art. 3 - I comuni che non dispongano di aree idonee per la messa a dimora delle piante possono far ricorso, nel quadro della pianificazione urbanistica, all'utilizzazione, mediante concessione, di aree appartenenti al demanio dello stato”. Presumibilmente il Piano del verde dà per scontato che questa prescrizione sia riassorbita e assolta nel generale incremento della dotazione arborea registrato nel quinquennio, ma in ogni caso gli alberi da mettere a dimora dovrebbero essere partitamente specificati e individuati anche in mappa.

· Art. 7 – comma 2 – “Entro sei mesi dalla data in vigore della presente legge... sono stabiliti i principi e i criteri direttivi per il censimento degli alberi monumentali”. Ad oggi nulla è dato sapere in merito a questo aspetto quanto mai importante.

· Altro punto interessante, indicato all’Art. 4 comma 3, è la prescrizione “che le maggiori entrate derivanti dai contributi per il rilascio dei permessi di costruire... sono destinate alla realizzazione di opere pubbliche di urbanizzazione, di recupero urbanistico e di manutenzione del patrimonio comunale in misura non inferiore al 50% del totale annuo”. Anche qui sarebbe il caso di conoscere la percentuale di entrate riservata specificamente al patrimonio comunale verde.

Non è dato inoltre sapere perché il Piano non abbia preso in considerazione l’area dell’ex caserma Prandina, acquisita dal comune il 13 luglio 2021, attualmente classificata come Zona Verde e Attrezzature dal vigente P.I. e assolutamente strategica, tenuto conto in particolare della gravissima carenza di spazi verdi pubblici in centro storico.

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(Considerazioni Finali)

Nonostante le criticità rilevate, ribadiamo che il Piano offre una ricca messe di dati di indubbia utilità, ponendosi come un primo e indispensabile passo per delineare una nuova politica del verde, che da elemento accessorio, come è stato prevalentemente in passato, diventi finalmente elemento centrale e qualificante della pianificazione urbanistica.

Per il Direttivo
il presidente
Renzo Fontana