Dismissione della scuola Petrarca
Padova, 20 gennaio 2010
A Flavio Zanonato
Sindaco di Padova
A Claudio Piron
Assessore ai Servizi Scolastici
A Luisa Boldrin
Assessore all'Edilizia Monumentale
Ad Andrea Colasio
Assessore alla Cultura
Alla Stampa
Il problema della dismissione e della vendita della scuola Petrarca ubicata nel palazzo Mussato (automaticamente inserito nell'elenco dei Beni Vincolati in quanto di proprietà pubblica, costruito da più di cinquanta anni, il cui progettista è Gerolamo Frigimelica Roberti morto nel lontano 1732), non riguarda solo l'assessore Claudio Piron, ma anche gli assessori Luisa Boldrin all'Edilizia Monumentale e Andrea Colasio alla Cultura.
La stessa Amministrazione Comunale nel 1992 con la Variante al Centro Storico ne ha riconosciuto il valore inserendolo fra le unità di Piano di Classe A in quanto edificio "con carattere di permanenza storica e di particolare valore architettonico e urbanistico" in cui si può operare solo con il restauro filologico, oltre alla ovvia manutenzione, con l'obbligo della conservazione o del ripristino dell'impianto distributivo originario e degli spazi scoperti.
Siamo quindi in presenza di uno dei pochi esempi di antica residenza signorile, non ancora trasformata dalla speculazione immobiliare, che rimane alla disposizione della fruizione pubblica dato che non solo è frequentata annualmente da 305 ragazzini, ma anche da un migliaio di adulti che partecipano ai corsi di educazione permanente del CED.
Non ci meraviglia più che si affrontino casi come questo dal solo punto di vista economico ma ci ha piacevolmente sorpreso l'intervento del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti il quale, alcuni giorni fa, ha dichiarato che il PIL nazionale sarebbe molto maggiore se venissero valutate anche Natura e Bellezza, vale a dire se si considerassero come "valore" i Beni Culturali e il Paesaggio, come afferma da sempre Italia Nostra.
Se anche il ministro Giulio Tremonti comincia a riconoscere un valore economico alla Storia, possiamo iniziare a sperare che il percorso dell'alienazione di palazzo Mussato, qualora si decidesse di insistere in questa soluzione, non sarà scontata.
Infatti ai sensi degli art. 10 e 12 del Codice dei Beni Culturali si dovrà per prima cosa procedere alla verifica del valore storico e culturale del palazzo, quindi ottenere dalla Direzione Generale l'autorizzazione alla alienazione con indicate tutte le prescrizioni e le norme di tutela che, ci auguriamo, a seguito della dichiarazione di Tremonti, saranno più attente e rigorose che nel passato nel confermare quanto già previsto dalle norme tecniche del PRG, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dell'impianto distributivo originale.
In merito alla suddivisione degli ambiti fra i vari assessorati non è chiaro per quale ragione l'onere del restauro di affreschi e stucchi di un edificio monumentale non rientri nelle competenze dell'assessorato all'Edilizia Monumentale e ricada invece completamente nelle casse dell'edilizia scolastica.
Infine, a nostro avviso, la privatizzazione di un Bene Culturale dovrebbe coinvolgere anche l'assessore alla Cultura.
Solo pochi paesi privilegiati come il nostro si possono permettere di far crescere almeno una parte dei propri giovani cittadini in situazioni estetiche che non devono essere barattabili con problemi di sicurezza.
Nel caso della Scuola Petrarca eventuali problemi possono essere risolti con adeguati interventi non necessariamente così costosi come si afferma.
Se vivere a contatto con la Bellezza è un privilegio dobbiamo trovare, tutti insieme, il modo e le vie per poterci permettere questo lusso.
Per il Direttivo, la presidente
Maria Letizia Panajotti