Interventi su edifici storici a Piove di Sacco

Padova, 28 agosto 2006

Al Sindaco del Comune di Piove di Sacco

All'Assessore all'Edilizia

Al Soprintendente ai BB.AA. del Veneto Orientale

Alla Stampa locale


Dobbiamo segnalare con preoccupazione alcuni recentissimi interventi riguardanti il patrimonio storico-architettonico e urbanistico della città.

In particolare è stato inopinatamente abbattuto in questi giorni un vecchio palazzo situato all'inizio di via Puniga in un lotto che risulta edificato in tutti i mappali fin da epoca napoleonica. Il fabbricato era incomprensibilmente sfuggito alla catalogazione con la quale il PRG aveva inteso vincolare l'edilizia storica cittadina: nondimeno esso presentava caratteri di tipicità tali da giustificare, in ogni caso, la sua conservazione. D'altro canto, e a riprova, tutti gli altri edifici del borgo di San Nicolò, anche di ben più modesto aspetto, sono giustamente tutelati dal PRG proprio in virtù della loro presenza nei mappali antichi.

In ogni modo, anche senza uno specifico vincolo, c'erano tutti i presupposti storici e ambientali per consigliare una scelta diversa dalla demolizione. Un caso simile era accaduto diversi anni fa, ed era stato da noi denunciato, in via Davila, dove Casa Mezzalana davanti all'oratorio di Sant'Anna era stata parimenti esclusa dal vincolo per essere poi abbattuta. Speriamo ora almeno che i risultati della ricostruzione non siano gli stessi.

È stata inoltre ultimata la ristrutturazione di uno dei più antichi edifici di Piove, la porzione di casa in via Garibaldi angolo via Stamperia, già oggetto alcuni decenni fa di un pesante e ampiamente distruttivo intervento nella sua parte destra. L'immobile potrebbe essere proprio quello che ospitò la famosa tipografia nella quale fu impresso nel 1475 uno dei primi incunaboli ebraici d'Europa. Ovviamente per confortare l'ipotesi sarebbero necessarie adeguate ricerche e sarebbe stato opportuno un supplemento d'indagini anche fisiche approfittando magari proprio della ristrutturazione. Al di là di queste considerazioni, che dovrebbero valere per qualsiasi intervento riguardante il patrimonio storico-architettonico, va osservato che dalla facciata sono scomparsi due archi ogivali di finestre gotiche, prima leggibili benché tamponati, perfettamente giustificati dall'antichità dell'edificio e che a parer nostro, salvo non si trattasse di una recente e documentata aggiunta "in stile", piuttosto improbabile, un accorto restauro avrebbe dovuto opportunamente recuperare.

Distinti saluti.

La presidente

Maria Letizia Panajotti