Esposto contro le banche del Centro Storico di Padova

Di seguito è pubblicato il testo che l'architetto Maria Letizia Panajotti, presidente della sezione di Padova e del Consiglio Regionale del Veneto di Italia Nostra, ha spedito al Procuratore della Repubblica il 18 dicembre 2003 in relazione al problema delle sedi bancarie situate entro le mura del Cinquecento della città di Padova.

La sottoscritta architetto Maria Letizia Panajotti, presidente di Italia Nostra sezione di Padova

premesso

  • che in data 10 febbraio 2000 comunicavamo alle Autorità competenti la nostra preoccupazione per la preannunciata apertura di uno sportello bancario in piazza delle Erbe al posto di un negozio di tessuti, cui la proprietà rispondeva smentendo con forza la notizia;
  • che, come da noi paventato, recentemente un nuovo istituto bancario ha effettivamente iniziato la sua attività in piazza delle Erbe;
  • che da tempo stiamo assistendo ad un progressivo deterioramento della qualità della vita nel Centro Storico da addebitarsi a molteplici cause, fra le quali un ruolo non secondario è da ascriversi proprio all’insediamento di numerosi nuovi sportelli bancari e finanziari le cui vetrine "oscurate" annullano qualsiasi interesse per il tratto di strada dove si localizzano, strade sempre nevralgiche in quanto appare evidente la loro convenienza e possibilità (date le notevoli disponibilità economiche di questi soggetti) ad accaparrarsi il posto più "giusto" da un punto di vista commerciale che inevitabilmente corrisponde sempre con i luoghi più animati delle strade e delle piazze;
  • che proprio per evitare questo pericolo la Variante per il Centro Storico aveva stabilito chiare limitazioni all’insediamento di questo tipo di Istituti. Infatti l’art. 43 delle Norme Tecniche di Attuazione della Variante per il Centro Storico approvata dalla Giunta Regionale con delibera n. 6294 del 27.10.92, pubblicata nel B.U.R. 124 del 15.12.92 ed entrata in vigore il 31.12.92, al punto "1 Unità di Piano con destinazione residenziale, commerciale, direzionale, turistica, artigianale per l’artigianato di servizio e/o artistico": (All. A)

il comma 2 recita:

Nelle Unità di Piano della Classe A, sono consentite solo le seguenti destinazioni d’uso che possono essere attuate anche mediante la riduzione della superficie lorda complessiva dell’utilizzazione residenziale:

    • omissis
    • direzionale, limitatamente alle sedi rappresentative di banche, società ed istituti;
    • omissis

il comma 3 recita:

Nelle Unità di Piano delle Classi B, C, D, E è consentito l’insediamento di nuovi sportelli bancari di servizio al pubblico, purché utilizzino una superficie lorda di pavimento non superiore a mq 150 (centocinquanta).

il comma 4 recita:

Nelle Unità di Piano delle Classi B, C, D le nuove destinazioni, di cui al comma precedente, sono consentite solo a condizione che l’affaccio nello spazio pubblico o di uso pubblico sia limitato ad un’unica apertura ed abbia funzione di ingresso.

  • che ai sensi del citato art. 43 delle N.T.A. non sussiste differenza fra istituto bancario e agenzie finanziarie;
  • che la sezione di Padova di Italia Nostra ha realizzato il censimento degli istituti bancari e finanziari presenti entro il perimetro del Centro Storico (entro il perimetro delle mura cinquecentesche), così come definito dalla Variante di cui sopra (All. B-C).
  • Risulta (All. D) che gli esercizi nel Centro Storico sono 61 di cui n. 1 localizzato nell’Unità di Piano Classe A, n. 2 nella classe B, n. 17 nella Classe C, n. 23 nella Classe D, n. 16 nella classe E e n. 2 nella Classe H (art. 42 N.T.A.);
  • che Italia Nostra si è limitata a censire le condizioni di affaccio nello spazio pubblico o di uso pubblico.
  • Dal censimento (All. E) risulta che n. 7 Istituti presentano condizioni di affaccio congrui con le norme delle Classi di appartenenza, che n. 35 non rispettano la normativa, che per i restanti n. 19 non sussiste il problema in quanto le classi di appartenenza A, E, H (art. 42 N.T.A) non contemplano particolari limitazioni.

Tutto ciò premesso

dato che non è stato possibile verificare la data di apertura dei vari esercizi, molti dei quali certamente sono stati inaugurati dopo l’entrata in vigore della normativa citata,

si chiede alla SV. di voler verificare,

  1. se i 35 istituti localizzati nelle Unità di Piano di Classi B, C, D, ai sensi del citato art. 43, siano in regola per quanto riguarda le condizioni di affaccio;
  2. se i 58 istituti localizzati in Unità di Piano di Classe B, C, D, E sempre ai sensi dell’art.43 abbiano una superficie lorda di pavimento che non superi il limite consentito di mq 150.

Leggi gli allegati:

Censimento delle banche e degli istituti finanziari

Suddivisione degli istituti secondo le classi delle unità di piano