Padova, 27 febbraio 2021
Al Sindaco di Padova
Sergio Giordani
Al Vicesindaco con delega alla cinta muraria
Andrea Micalizzi
All’Assessore alla Cultura
Andrea Colasio
E p.c. al Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
Fabrizio Magani
Alla Stampa
Restauro delle mura e criticità del progetto ex Piazzale Boschetti
Dopo la conclusione qualche mese fa del parziale restauro delle mura nel tratto fra il torrione dell’Arena e il ponte Milani all’altezza di via Porciglia, appare ancora più dissonante e ingiustificabile la collinetta che si addossa alla cortina difensiva, interrompendone la continuità percettiva.
Purtroppo, la completa messa in vista di questo tratto di mura e il suo integrale restauro sarà impossibile anche in futuro, se non si correggerà in extremis il progetto dell’impattante e inutile ponte ciclo-pedonale, destinato – ennesimo orpello – a planare proprio sopra la collinetta, decretandone l’inamovibilità sine die. Per che cosa poi? Per convogliare pedoni e frotte di ciclisti nei giardini pubblici da dove saranno costretti giocoforza a ripiegare di nuovo verso via Porciglia o corso Garibaldi.
Il progetto (esito del concorso indetto dalla Giunta Bitonci, poi ereditato e fatto proprio dall’attuale Amministrazione comunale), potrebbe tuttavia essere ancora modificato, spostando il nuovo ponte a fianco del ponte Milani e destinandolo al solo passaggio pedonale. Sarebbe così possibile eliminare l’attuale pedonalità del ponte Milani e allargarne la pista ciclabile, senza doppioni promiscui.
Quanto a piazzale Boschetti, non ci si può accontentare di una bonifica dello strato superficiale, lasciando il resto delle sozzure sotto il tappeto, o meglio, sotto una soletta sigillante di cemento come è previsto dal progetto. Aver adottato per un calcolo economico questa soluzione di ripiego, impedisce di trasformare quest’area in un vero parco, visto che l’esiguo spessore del terreno bonificato non consentirà di piantare nemmeno un albero. Un vero controsenso in una città ai vertici nazionali per inquinamento atmosferico.
Così se prima avevamo un piazzale con pochi alberi e senza erba, adesso avremo un piazzale con poca erba e senza alberi. Chiamare pomposamente “parco” un simile spazio e dedicarlo a Tito Livio, come si è deciso nel 2016, non ci sembra una buona idea se davvero si vuole onorare in maniera degna l’illustre concittadino.
A questo proposito non si capisce perché i 630.000 euro del conguaglio che i privati devono al Comune per la benemerita permuta Boschetti-Iris non siano stati destinati a una più estesa bonifica (anche limitata a una parte del piazzale, se la cifra non bastava), anziché disperderli in una serie di opere pubbliche disseminate in altre zone cittadine, come si è deciso di fare.
Infine va trovata una soluzione diversa anche per l’accesso al sovradimensionato garage sotterraneo, un altro dei punti critici. Non è pensabile privatizzare addirittura una corsia di via Trieste, alienandola ai privati perché la trasformino in una rampa carrabile. Tanto più che la rampa poteva e può essere inserita nell’ampio spazio vuoto che separa le due palazzine.
Con i saluti più cordiali.
Per il Direttivo
Il presidente
Renzo Fontana