Ricorso avanti il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto
contro
I'impianto di risalita per l'accesso turistico alla passeggiata archeologica e per la visita del Mastio della Rocca di Monselice
Patrocinatori avv. Eleonora Barichello e Francesco Acerboni di Venezia
È l'ultimo atto di un percorso che parte molto da lontano e che grazie all'impegno di Associazioni e gruppi locali sono state mobilitate più di mille persone.
Nel lontano 1998 Italia Nostra, in fase di adozione del PRG, ha presentato Osservazioni contro quella che allora era solo un'ipotesi di realizzare un'ascensore per la salita al Mastio federiciano.
Il secondo fatto importante di questa vicenda è la Delibera della Giunta Regionale n. 1458 del 7 giugno 2002 l'Accordo di Programma che riguarda finanziamenti per interventi per la valorizzazione turistica e del patrimonio culturale
Vari lavori sono stati fatti con questi finanziamenti, ma Associazioni, alcune forze politiche e cittadini si stanno battendo contro gli ultimi progetti che riguardano
- la realizzazione dell'ascensore, contro la cui è stato presentato ricorso al TAR;
- la realizzazione di una nuova torre in doghe di legno, che conterrà una scala e un ascensore, da cui si dipartirà una passerella per arrivare alla porta di accesso al Mastio;
- il progetto di "restauro e l'ampliamento" della ex casa Bernardini, situata a metà costa ed ora ridotta a stato di rudere, una tradizionale casa rurale destinata a diventare albergo-ristorante che verrà totalmente snaturata.
Perché questa lunga e defatigante battaglia contro quello che viene venduto come un sistema di interventi che dovrebbe favorire la fruizione turistica e la salvaguardia dei Beni Culturali, in particolare l'ascensore dovrebbe risolvere problemi di anziani e di persone diversamente abili.
Per prima cosa va ricordato che a tutt'oggi la famosa passeggiata archeologica non esiste e anzi gran parte delle strutture archeologiche sono in pessime condizioni (i progettisti parlano addirittura di rischio di collasso), che non esiste alcun progetto, quindi neppure un euro, per la salvaguardia e per la loro messa in sicurezza, con buona pace del primo obbiettivo del citato Accordo del 92.
Ribadiamo che tutto il percorso monumentale di salita alla Rocca è il frutto di una colta volontà progettuale tesa a connotare non solo formalmente ma anche simbolicamente il sito. Per averne una percezione corretta si deve percorrere a piedi la strada della Rocca da piazza Mazzini: dal basso verso l'alto fino al Mastio. Solo così, camminando lentamente e in salita si può cogliere il significato delle sette chiesette, immagine delle sette Basiliche Romane, che costituisce un itinerario di pellegrinaggio, nel quale il salire non è un puro accidente fisico, o peggio un ostacolo da evitare, ma è simbolo di un'ascesa spirituale, ed è, sul piano estetico, un'esperienza ineludibilmente connaturata al percorso processionale. Solo avvicinandosi con l'attuale percorso si può comprendere che il Mastio rappresenta l'estremo elemento di una struttura difensiva che, dismessa la funzione militare, è stata conquistata da quella civile, come conferma la presenza delle numerose Ville situate in posizioni dominanti, ad ostentare il potere delle casate. Il percorso, così come è stato storicamente realizzato, in un contesto paesaggistico di estremo equilibrio, consente di fare un'esperienza estetica indimenticabile, passando da un'emergenza architettonica all'altra, con lo sguardo sempre verso l'alto in attesa del prossimo scorcio, fino ad arrivare a quella eccezionale macchina scenografica che è villa Duodo. Che cosa accadrà invece al visitatore seguendo il nuovo percorso? Arrivato a Monselice parcheggerà l'auto o scenderà dal torpedone nella Cava, con l'ascensore salirà sulla Rocca e sul Mastio. Nel raro caso in cui, eludendo la frenesia del turismo "mordi e fuggi" non lo userà anche come discensore inizierà la discesa nel bosco fino a villa Duodo di cui non potrà cogliere l'effetto scenografico in quanto la raggiungerà dall'alto. Sempre in discesa passerà tangente alle chiesette, di cui non potrà capire il significato spirituale e, continuamente disturbato dal panorama sottostante, che non è un grande spettacolo, supererà villa Piacentini, il Duomo vecchio, villa Nani Mocenigo, Cà Marcello e il Monte di Pietà, che non potranno suscitargli grandi emozioni dato che saranno tutte viste dal retro.
Per venire quindi al Ricorso inviato il 09.11.2007
Italia Nostra
Contro
- Regione Veneto
- Comune Monselice
- Parco Regionale dei Colli Euganei
- Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio
- Ministero per i Beni e le attività Culturali
- Ufficio Speciale Trasporti Impianti Fissi Veneto e Friuli
- Ministero Trasporti, Ministro come sopra
e
- A.T.I. Maspero Elevatori S.p.a., Eucostruzioni S.p.a., Impresa Prevedello Isidoro S.r.l.
chiede
annullamento previa sospensione degli atti
Il fatto
L'opera ricade nel pieno Centro Storico della città di Monselice, in un'area ad altissimo "rischio" archeologico, all'interno del Parco Regionale dei Colli Euganei e a poche centinaia di metri da aree di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale
La Giunta Regionale decide di procedere con un Appalto Concorso, per la progettazione preliminare dell'impianto di risalita che viene vinto dalla ATI Alpi Consult. Il progetto viene trasmesso per le autorizzazioni di Legge.
Nell'aprile 2007 la gara di Appalto indetta per la realizzazione del progetto esecutivo e la realizzazione dei lavori non va a buon fine.
La Giunta Regionale ha quindi ritenuto di procedere ad un nuovo esperimento di gara, con un importo a base d'asta maggiorato nella misura di € 500.000,00, per un importo complessivo di € 2.930.000,00. Nuovamente gli Enti deputati rilasciano le rispettive autorizzazioni.
Si noti che è stato autorizzato il progetto definitivo, ma il progetto esecutivo, che si sta realizzando, depositato il 12.10.2007, molto diverso dal precedente, in quanto la linea di risalita ora è verticale, non è stato approvato da nessuno.
Nel Ricorso vengono rilevati ben 10 motivi di illegittimità e gli atti impugnati sono, in particolare:
- il Decreto regionale del 27 luglio 2007 col quale viene approvato il progetto definitivo dell'ascensore e ne vengono aggiudicati i lavori;
- i Provvedimenti con i quali il Comune di Monselice ha rilasciato il parere di compatibilità urbanistica con il Piano Regolatore;
- i provvedimenti con cui l'Ente Parco Regionale dei Colli Euganei attesta il parere di compatibilità paesaggistica e col Piano Ambientale;
- altri atti "presupposti, connessi e consequenziali a questi".
Stando alle disposizioni da essa stessa impartite, avrebbe dovuto essere la Regione a fare la verifica di compatibilità paesaggistica e di compatibilità col Piano Ambientale del progetto dell'ascensore. Invece la Regione ha chiesto tali verifiche all'Ente Parco, che peraltro ha seguito procedure che presentano vari aspetti di illogicità e di contraddittorietà.
Il Parco infatti rilascia i pareri suddetti, a firma del Direttore e del Presidente, nonostante l'istruttoria sfavorevole da parte del suo stesso Ufficio Tecnico la cui istruttoria rileva il contrasto del progetto dell'ascensore col Progetto Cave (un progetto attuativo del Piano Ambientale) e che rileva come: "il progetto presenta soluzioni architettoniche che poco si relazionano con l'ambiente circostante caratterizzato anche dalla presenza nelle immediate vicinanze di emergenze architettoniche di notevole pregio storico e artistico".
Inoltre questi pareri non tengono conto che l'opera si inserisce all'interno di quello che il Piano Ambientale definisce "intorno" di emergenze architettoniche, dove le norme escludono perentoriamente "interventi edilizi e infrastrutturali di nuova costruzione o ampliamento di strutture esistenti".
Il Ricorso contesta anche il parere di compatibilità urbanistica del progetto. Infatti dal Dirigente del Comune di Monselice, che rilascia detto parere, l'opera viene considerata come prevista dal PRG comunale quando invece la Regione l'aveva inequivocabilmente stralciata, con provvedimento del 4.10.2002 di approvazione di quella Variante Urbanistica che l'aveva inserita.
Ma quand'anche non si fosse tenuto conto dello stralcio, il PRG avrebbe in realtà previsto la localizzazione di un ascensore esattamente dalla parte opposta del colle (nelle vicinanze di villa Duodo) e di tipologia radicalmente diversa da quella che si è ora voluto approvare (panoramico e non in galleria, e con un percorso nettamente più breve).
Tra le varie altre violazioni viene rilevata anche quella relativa al "principio di economicità dell'azione amministrativa", prevista dall'art. 1 della legge 241 del 1990. Nel ricorso si rileva infatti che:
"il progetto in questione ha un costo elevatissimo per l'Amministrazione pari ad € 2.930.000,00" (ovvero quasi 6 miliardi delle vecchie), (in realtà se si sommano gli altri € 700.000 che la ditta ricaverà dalla vendita diretta della trachite si sfiorano gli 8 miliardi). L'art. 1, comma 1, della legge n. 241 del 1990 stabilisce che l'esercizio dell'attività amministrativa deve ispirarsi ai criteri di "economicità" e di "efficacia", che costituiscono specificazione del più generale principio sancito dall'art. 97 cost. e assumono rilevanza sul piano della legittimità dell'azione amministrativa (cfr. Cass. Sez. Un. 14488/03). In tale contesto è evidente che la verifica della legittimità dell'attività amministrativa non può prescindere dalla valutazione del rapporto tra gli obbiettivi conseguiti e i costi sostenuti.
Nel caso che ci occupa manca qualsiasi rapporto di ragionevole proporzionalità tra "costi e benefici". Detta valutazione non è stata neppure presa in considerazione dall'Amministrazione, che ha omesso altresì di valutare anche quali saranno i costi successivi di gestione e manutenzione dell'impianto. Ha omesso altresì di calcolare almeno il numero medio di persone che giornalmente utilizzeranno l'ascensore, la tariffa media del biglietto trasporto, per prevedere, alla luce di questi elementi, il pareggio o meno del bilancio. Durante l'iter di approvazione del progetto non una delle Amministrazioni coinvolte ha affrontato in alcun modo la questione. Ciò solo inficia a priori la legittimità del progetto e della spesa che per esso dovrà essere sostenuta, provocando in buona sostanza, un danno erariale".
Se davvero si fosse voluto agevolare il percorso di salita alla Rocca alle persone diversamente abili si sarebbe potuto con grande economicità realizzare un piccolo servoscala in corrispondenza della scalinata di villa Duodo e adeguare il resto del percorso destinando tutto il resto dei soldi alla realizzazione di un vero Parco Archeologico.
È tutto, per il momento.
Padova 15.11.2007