Padova, 22 aprile 2021
Al Sindaco di Montegrotto Terme
Riccardo Mortandello
Al Sindaco di Galzignano Terme
Riccardo Masin
Al Presidente del Parco Regionale dei Colli Euganei
Riccardo Masin
Bagni di San Bartolomeo a Montegrotto Terme
In via Regazzoni Bassa, strada ai confini tra i comuni di Montegrotto Terme e Galzignano Terme, ai piedi del monte Castellone, si trovavano i Bagni di San Bartolomeo. Il luogo fa parte del comune di Montegrotto ed è contrassegnato dai mappali 71 e 72 del foglio XI del N.C.T. (foto 1).
I Bagni, di carattere esclusivamente popolare, sono stati attivi fino agli anni sessanta del secolo scorso: erano dotati di un piccolo edificio (foto 2) con due stanze nel cui interno venivano praticate le cure dei fanghi. Dell’edificio ora rimangono soltanto pochi resti della muratura esterna (foto 3).
I Bagni, tuttavia, hanno avuto fin dal medioevo un ruolo importante per le proprietà terapeutiche dei fanghi, come è stato più volte testimoniato nel corso dei secoli nelle pubblicazioni di eminenti storici padovani e di illustri medici dell’università di Padova.
La più antica rappresentazione della località si trova in un disegno del 1530 relativo a una contesa legale che ha visto coinvolto il monastero padovano di San Benedetto Novello (foto 4).
Un’accurata descrizione dei Bagni si trova nel terzo volume, edito nel 1804, del trattato Dei Bagni di Abano di Salvator Mandruzzato, professore di medicina nello Studio patavino e membro della Reale Accademia di Lettere Scienze e Arti di Padova. All’interno del volume, un’incisione divisa in due parti raffigura i Bagni di San Bartolomeo (foto 5): nella parte inferiore sono rappresentate con estrema cura le fonti sorgive dell’acqua termale e la vasca utilizzata per i bagni, mentre al là della strada si vede la pianta rettangolare della chiesa dedicata a San Bartolomeo, con accanto un piccolo edificio. Nella parte superiore dell’incisione è rappresentata una veduta assonometrica della chiesa affiancata dal piccolo edificio e sullo sfondo il pendio del monte Castellone.
Come ricorda Mandruzzato, già nel XV secolo Michele Savonarola, nel De magnificis ornamentis regie civitatis Padue, ricordava come la chiesa fosse stata fatta erigere dalla famiglia De Leoni di Padova in epoca antecedente il Quattrocento e che i Bagni godevano da sempre di una buona reputazione nonostante l’infelice ubicazione e la mancanza di alloggiamenti. I Bagni in effetti erano frequentati da personaggi illustri tra i quali il cardinale Scaranti di Aquileia e il nobile pisano Giorgio di San Cassiano. Savonarola precisa che i Bagni consistevano in una grande piscina naturale con un fondo di molle fango, grasso e nerastro, nella quale i bagnanti si immergevano.
Sempre Mandruzzato riporta il parere espresso nel XVI secolo dal celebre anatomista dell’università di Padova Gabriele Falloppio, che oltre a ribadire le proprietà terapeutiche dei Bagni, ricorda che si avvalevano dei fanghi anche componenti della famiglia dei Medici di Firenze e che lo stesso granduca di Toscana se ne fece arrivare un quantitativo per le proprie cure.
Nel 1559 i Bagni sono menzionati anche da Bernardino Scardeone nell’Historiae de urbis Patavii antiquitate.
Nel 1761, nel suo Tractatus de thermis agri patavini, Domenico Vandelli riporta le dimensioni del Bagno la cui vasca aveva un perimetro di 29 piedi e una profondità di 2 piedi, precisando inoltre che accanto alla chiesa sorgeva un’antica casa che un tempo serviva per i bagnanti.
Quanto alla chiesa mancano studi approfonditi: Galliano Miglioraro nel suo Montegrotto Terme. Notizie storiche (1956), afferma che la chiesa, a una sola navata, risaliva all’XI secolo e che l’interno era decorato con affreschi.
La chiesa, soppressa nel 1866, è stata trasformata in abitazione (foto 6), conservando le murature esterne che permettono di individuarne le caratteristiche architettoniche originarie. La zona absidale è stata parzialmente demolita (foto 7), sopravvivono tuttavia parte dei muri perimetrali a sacco (foto 8). I muri dell’ex chiesa sono costituiti da conci di trachite alternati a mattoni e terminano con un fregio in mattoni a denti di sega (foto 9).
Nella parete settentrionale si individuano due finestre, ora murate, di limitata larghezza e di notevole sviluppo verticale terminanti con un arco a tutto sesto ribassato (foto 10). Sulla stessa parete vicino alla parte absidale si individua un’apertura, ora tamponata, caratterizzata nella parte superiore da un arco a tutto sesto con ghiera in mattoni di stile trecentesco (foto 11). Sempre in questa parete sono individuabili le tracce di due contrafforti.
Nella parete meridionale sono conservati particolari costruttivi costituiti da un arco a tutto sesto con la ghiera dentellata in cotto (foto 12 - 13). È ben visibile inoltre una finestra analoga a quelle già descritte ma con tamponamento arretrato che consente di vedere gli spigoli laterali e l’arco a sesto ribassato (foto 14).
La facciata ha subito una radicale trasformazione in seguito all’apertura di finestre dell’abitazione; sono ben visibili tuttavia le due torricelle - contrafforti poste ai lati (foto 15), come si riscontra anche nell’incisione pubblicata da Mandruzzato (foto 16). Accanto alla torricella di sinistra c’è un’edicola (foto 17) contenente la statua quattrocentesca di san Bartolomeo (foto 18), davanti alla quale il 24 agosto, ricorrenza del santo, si celebra una messa in suo onore.
L’edificio costituisce un’importante e rara testimonianza del periodo medievale di Montegrotto, meritevole di particolare tutela. È pertanto auspicabile un impegno in tal senso della pubblica Amministrazione, che si faccia promotrice, in accordo con i proprietari, di un restauro dell’edificio.
La sezione di Padova di Italia Nostra, allarmata dai lavori di sistemazione spondale dello scolo Bagnarolo attualmente in corso nei terreni confinanti con gli antichi Bagni, terreni ricadenti nel comune di Galzignano Terme, ha compiuto un sopralluogo, constatando che i lavori hanno comportato anche l’asportazione della superficie torbosa con abbassamento quindi della quota di campagna (foto 19-20). Nell’occasione ha rilevato lo stato di totale incuria dell’area dei Bagni in gran parte coperta da un canneto e con i resti della struttura edilizia invasi dalla vegetazione (foto 21).
In conformità con la richiesta di conservazione e di valorizzazione del luogo presentata al Comune di Montegrotto Terme dal dott. Elvio Cognolato, medico ed ex sindaco della stessa Montegrotto, Italia Nostra sollecita l’Amministrazione comunale di Montegrotto Terme, l’Amministrazione comunale di Galzignano Terme, il Parco Colli Euganei a salvaguardare l’intera area dei Bagni di San Bartolomeo e la zona limitrofa, promuovendo nel contempo lavori di recupero della stessa, con l’eliminazione della vegetazione infestante e la creazione di uno spazio aperto accessibile da parte di quanti sono interessati alla storia del territorio, testimoniata dai resti delle strutture edilizie e dalla sorgente termale, per la cui conoscenza è opportuno inoltre approntare un pannello con una scheda storica debitamente corredata di immagini.
Per il Direttivo
il segretario
Giancarlo Vivianetti