Comunicato stampa - La mostra di Renzo Piano

Padova, 28 marzo 2014

Ci risiamo con le mega mostre al Salone e questa volta va in scena il top dell'architettura: si tratta della mostra del senatore a vita Renzo Piano, archistar riconosciuta a livello mondiale e meritatamente.

Pur non condividendo che si declassi per l'ennesima volta il Salone al ruolo di mero contenitore, trattandosi di Piano e conoscendo la sensibilità dimostrata in più occasioni, confessiamo di esserci sentiti un po' più rassicurati del solito. Ci aspettavamo pertanto un intervento intelligente, rispettoso, che sapesse colloquiare con lo spazio e gli affreschi, nella speranza anche di poterlo magari riproporre in seguito come modello per altre analoghe iniziative.

Grande quindi è stata la nostra delusione nello scoprire un allestimento tanto banale nella sua presunzione di "sorprendere" il visitatore quanto invasivo, fin all'insolenza, nei confronti dello spazio architettonico medievale e della visibilità del grande ciclo affrescato.

Come se non bastasse, a causa dei lavori di allestimento la visita del Salone è stata preclusa dal 17 febbraio al 23 marzo. Per più di un mese l'edificio civile più importante della città, elemento identitario insieme alla Cappella degli Scrovegni, al Santo e al Prato della Valle, è stato sottratto non tanto ai padovani, cui forse la cosa non interessa più tanto purtroppo, ma soprattutto ai tanti turisti, che sono stati respinti a centinaia, e fra loro molti stranieri, con comprensibile disappunto che si riscontra leggendo i commenti anche di autorevoli visitatori. Se proprio non si vuole demordere dall'idea di continuare con le mostre al Salone il minimo che l'amministrazione deve pretendere dagli allestitori è il rispetto integrale del monumento e della leggibilità del ciclo affrescato e dunque devono essere imposti tempi minimi per l'allestimento realizzabile solo con l'assemblaggio di elementi completamente prefabbricati, per evitare anche inutili e pericolosi stress "da cantiere" ad un così venerabile e fragile edificio storico.

Consideriamo la Biennale di Architettura Barbara Capocchin un'operazione culturale di tutto rispetto e fra le cose più interessanti che offre il panorama culturale padovano, ma siamo sempre più convinti che per tutte le mostre, in particolare quelle di architettura, l'Agorà di San Gaetano sia lo spazio più adatto.

Purtroppo evidentemente le archistar, al netto di una certa prosopopea, non si fidano del valore intrinseco di ciò che mettono in mostra e hanno bisogno del "valore aggiunto" e del traino di luoghi ricchi di "aura", come appunto il salone, vampirizzandolo.

La presidente

Maria Letizia Panajotti