Osservazioni al progetto di "Riqualificazione e restauro del complesso monumentale del Battistero e del suo intorno"

Richiesta di permesso di costruire n. 5677/2008

Padova, 8 aprile 2009

Siamo tutti d'accordo quando si tratta di intervenire per garantire la messa in sicurezza dei monumenti: ben vengano gli interventi di restauro e sono indubbiamente meritori quanti, a vario titolo, se ne fanno carico.

Per quanto riguarda gli affreschi di Giusto de' Menabuoi, presenti nel Battistero della cattedrale di Padova, dalle relazioni delle analisi preliminari al progetto di restauro risulta che i problemi del degrado sono da addebitare alla umidità che traspira dal pavimento e a quella di risalita lungo i muri perimetrali, non bloccata, anzi in parte accentuata, da un precedente intervento, non completato, di inserimento di lastre di piombo nelle murature. Non risultano invece sensibili azioni negative derivanti dall'inquinamento atmosferico e dalla presenza dei visitatori.

Inaspettatamente le indagini preliminari hanno portato alla luce la presenza, assolutamente non nota, neppure agli specialisti, di una struttura cimiteriale posta sotto il pavimento del Battistero. Si tratta di un intervento databile al XIV sec. all'epoca di Fina Buzzaccarini che ha trasformato il Battistero in Mausoleo della famiglia Carrarese collocandovi la sua tomba e quella di Francesco I il Vecchio e affidando l'incarico della decorazione pittorica a Giusto de' Menabuoi. Il complesso, unico nel suo genere, è costituito da 12 vani sepolcrali voltati, tutti indipendenti, alti 3 m e strutturati in un disegno architettonico compiuto. Nelle camere sepolcrali sono presenti scheletri e casse mortuarie ancora chiuse (anche se forse non è pensabile si tratti di componenti della famiglia dei Carraresi data la "damnatio memoriae" messa in atto dai veneziani nel 1405 dopo la caduta della Signoria, si dovrebbe trattare comunque di personaggi illustri visto il prestigioso luogo della sepoltura).

Le operazioni di messa in sicurezza degli affreschi prevedono la completa sigillatura di tutta la superficie pavimentale e lo scavo di una trincea profonda 3 metri lungo il perimetro esterno del Battistero dotata di un sistema di aerazione e anche la messa in opera di sofisticati sistemi di controllo dell'umidità.

Le scelte operative di questo progetto, finalizzato al restauro degli affreschi, di fatto oblitererà il complesso cimiteriale e tutto il suo "contenuto", mentre proprio a causa delle scarse informazioni che si hanno sulla storia edilizia del Battistero e per la singolarità e eccezionalità di questo sconosciuto manufatto, le iniziative di restauro dovranno diventare occasione di un approfondito studio complessivo affidando agli specialisti le indispensabili e specifiche indagini archeologiche, antropologiche, stratigrafiche e archivistiche, destinando a questo scopo i finanziamenti adeguati.

Un secondo problema affrontato dal progetto per la parte di "riqualificazione del complesso Monumentale e dei luoghi" è quello relativo alla realizzazione di un nuovo accesso al Battistero.

Normalmente l'approccio al complesso Monumentale della Cattedrale, in particolare da parte di turisti e visitatori, avviene da via Monte di Pietà e in misura minore da via Soncin, certamente non da via Arco Vallaresso.

Dal sagrato della Cattedrale si individuano unitariamente il Battistero, la Cattedrale, il Vescovado e il Museo Diocesano e immediatamente se ne colgono i rapporti sia visivi che culturali.

Se, come già ricordato, dallo stato attuale delle analisi non risultano particolari effetti negativi derivanti dalla posizione della porta di accesso al Battistero posta direttamente sul sagrato, ne deriva che non è necessario realizzare uno spazio-bussola come nel caso della cappella degli Scrovegni, e quindi non si riesce a capire in che cosa consista il valore aggiunto apportato dalla nuova modalità di accesso che prevede di realizzare nell'edificio a lato del battistero una porta per imboccare un corridoio che condurrà ad un nuovo corpo costituito da porticato vetrato da costruirsi nel cortile retrostante che condurrà al cosiddetto atrio da cui accedere finalmente al Battistero attraverso il ripristinato accesso ovest. In particolare il portico e lo stesso atrio essendo ovviamente coperti non consentiranno di vedere il retro prospetto del Battistero.

Questo percorso chiuso e contorto avrà sicuramente un effetto "estraniante" sui visitatori, certamente meno positivo del diretto accesso dal sagrato.

Si chiede pertanto di sospendere la realizzazione del nuovo percorso di ingresso.

Nel caso in cui, proseguendo le indagini dovesse emergere la necessità di una bussola l'ingresso potrà avvenire dal cortile a lato della cattedrale. Questa soluzione avrà almeno il vantaggio di consentire la bellissima veduta del retroprospetto del Battistero.

Infine sicuramente non condivisibile appare la proposta di realizzare il prolungamento fino a piazza Duomo del portico in via Arco Vallaresso realizzato negli anni 60. Questa via, pochissimo trafficata, che conclude piazza Duomo con una quinta edilizia a muratura piena, è un segno importante dell'urbanistica antica che introduce ad uno dei più suggestivi percorsi cittadini che dalla piazzetta Dietro Duomo si snoda lungo l'articolata ed imponente architettura della cattedrale.

Gli interventi di vera riqualificazione dell'intorno del Battistero, a nostro avviso, dovrebbero avere come obbiettivo il riscatto dei luoghi dall'invadente degrado rappresentato dalle macchine e restaurare e rendere visitabile l'ex cimitero, sul lato nord della cattedrale, ora ridotto al ruolo di un disadorno cortile.

Per il Direttivo, la presidente

Maria Letizia Panajotti