Riqualificazione e restauro del complesso monumentale del Battistero e del suo intorno

Padova, 20 marzo 2009

Comunicato stampa

Siamo di fronte a due ordini di problemi completamente diversi:

  1. salvaguardia degli affreschi di Giusto de Menabuoi;
  2. riqualificazione del complesso monumentale e del suo intorno.

A. Salvaguardia

Siamo tutti d'accordo quando si tratta di intervenire per garantire la messa in sicurezza dei monumenti: ben vengano quindi gli interventi di restauro.

I problemi degli affreschi del Battistero vanno addebitati all'umidità di risalita, non bloccata, anzi in parte accentuata, da un precedente intervento non completato di inserimento di lastre di piombo nelle murature, e dalla umidità che traspira dal pavimento. Nessun problema deriva invece dalla porta di accesso dal sagrato e dalla presenza dei visitatori.

Le operazioni di restauro che si prevedono sono uno scavo di drenaggio esterno tutto attorno al Battistero e la sigillatura della superficie pavimentale.

La sigillatura presenta alcuni problemi di carattere culturale in quanto si tratta di obliterare una struttura cimiteriale unica nel suo genere, databile all'epoca degli interventi effettuati da Fina Buzzaccarini che hanno trasformato il Battistero in Mausoleo della famiglia Carrarese. Il complesso è costituito da 12 vani sepolcrali voltati e strutturati in un disegno architettonico compiuto, sottostanti al pavimento per una profondità di circa 4 m dal piano stradale. Di strutture simili non si hanno notizie e pertanto è indispensabile, prima di realizzare le opere di sigillatura, procedere ad adeguate indagini, anche perché nelle celle sono presenti casse ancora chiuse e molti resti di scheletri, che dovranno essere indagati da antropologi e archeologi in quanto potranno fornici preziosissime indicazioni non solo da un punto di vista antropologico, ma anche sui materiali dei corredi funerari, dato che sicuramente si tratta di personaggi illustri.

B. Riqualificazione del complesso monumentale e dei luoghi

Non vi è dubbio che usualmente l'approccio al complesso monumentale della Cattedrale avviene da via Monte di Pietà e non da via Arco Vallaresso, in quanto rientra nel circuito turistico delle Piazze. L'attuale percorso di fruizione culturale del complesso monumentale appare quello ottimale. Infatti dal sagrato della Cattedrale si accede al Battistero, alla Cattedrale, al Vescovado e al Museo Diocesano. Se ne colgono immediatamente i collegamenti e i rapporti sia fisici che culturali.

Non si vede pertanto quale valore aggiunto si ottenga facendo percorrere ai visitatori un corridoio realizzato nell'edificio posto sul lato sinistro del Battistero per entrarvi dal ripristinato accesso ovest. Certamente questo era l'originale accesso al Battistero prima della ricostruzione cinquecentesca della Cattedrale quando, come ad esempio a Firenze, Parma e Pisa, era completamente staccato dalla Cattedrale. Inoltre Fina Buzzaccarini, proprio per sottolineare la valenza celebrativa del Mausoleo di famiglia, privilegia l'accesso est prossimo all'ingresso della Reggia.

La cosiddetta Cappella feriale occulta quasi completamente il prospetto nord del Battistero e quindi a maggior ragione risulta inutile il nuovo percorso di accesso in quanto non consente di leggere quella che oggi appare la parte retrostante del Battistero.

Non si condivide neppure la parziale costruzione di un portico vetrato nel cortile in quanto l'attuale normativa di PRG, per le unità di Classe A, prevede la salvaguardia integrale e restauro degli spazi aperti.

Infine appare molto discutibile la realizzazione del completamento del portico su via Arco Vallaresso. Questa via, ora pochissimo trafficata, è un segno importante dell'urbanistica medievale: si tratta infatti di una delle poche strade padovane non porticate che chiude la piazza con murature piene. Non si comprende la necessità di un intervento tanto radicale.

La presidente

Maria Letizia Panajotti