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Il dialogo dei monaci - La regola

Il dialogo dei monaci

Cap. XII - La regola

pag 149-157 

Sommario

Preghiera introduttiva alla regola cristiana

   Sal 132, 1

   Signore, com’è bello per noi vivere insieme, come fratelli.

   Sal 132, 3

   Su di noi c’è la tua benedizione e noi, giorno e notte, impareremo i Tuoi comandi.

   Sal 118, 167

   Quando l’anima mia mette in pratica i tuoi insegnamenti e li ama con cuore di fuoco

   Sal 118, 171

   Dalle mie stesse labbra esploderà un canto di ringraziamento perché mi hai insegnato i Tuoi comandi.

   Sal 118, 125

   Signore, noi siamo Tuoi servi, donaci intelligenza per comprendere i Tuoi insegnamenti.

   Sal 118, 136

   Troppe volte non abbiamo osservato i Tuoi comandi, per questo ho pianto da morire.

   Sal 118, 115

   Ora voglio impegnare tutte le mie energie per studiare e amare i Tuoi comandi.

   Sal 118, 104

   Signore, facendomi conoscere i Tuoi comandi istintivamente lascerò la strada del male.

   Sal 118, 111

   Come una eredità ho ricevuto tutti i Tuoi insegnamenti ed essi sono la gioia del mio cuore.

   Sal 118, 18

   Togli il velo dai miei occhi perché possa contemplare le meraviglie delle tue leggi.

   Sal 118, 33

   Imponimi come norma di vita la Tua volontà e io la seguirò per sempre.

   Sal 118, 9

   Come potrò essere buono, disciplinato, intelligente e puro? Solo se osservo i Tuoi comandi,

   Sal 118, 8

   Perciò faccio voto di osservare la Tua volontà

   Amen.

   Sul retro, con caratteri più minuti, Teofilo aveva scritto:

   Ed ora, ubbidienti al comando del Salvatore Gesù Cristo, osiamo dire come Lui ci ha insegnato: Padre nostro che sei nei Cieli, sia santificato, lodato, glorificato e amato il tuo nome. Venga il tuo Regno sempre. Sia fatta la tua volontà in Cielo e in terra. Dacci oggi il nostro pane eucaristico e l’alimento del corpo. Perdona a noi i nostri peccati, come anche noi dobbiamo perdonare quelli che ci hanno offeso e non lasciarci cadere nella tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

   E, di seguito, aveva elencato una lunga sequenza di intenzioni da pronunciare risolutamente, per concludere con l’invocazione a Maria.

Regola per diventare cristiani   

   Crediamo in un Dio che è Padre e Creatore di ogni cosa. Crediamo in Gesù Cristo vero Figlio di Dio e prediletto del Padre, Gesù figlio di Maria divenuto uomo in Lei per opera dello Spirito Santo. Egli ha dato la vita per noi morendo sulla croce e chiede anche a noi di dare la vita per gli altri. Crediamo nello Spirito Santo che dà la vita e la rinnova. Crediamo che la Chiesa, comunità di tutti i cristiani, insieme a tutte le comunità del mondo, tende verso l’unità, la santità, la cattolicità che ci verranno date in pienezza nei Cieli nuovi e Terra nuova. Crediamo nel Battesimo, segno del perdono e dell’identità cristiana e crediamo nella vita eterna.

   Desideriamo seguire la spiritualità del cammino per cercare il Signore Gesù come hanno fatto i Magi che, da terre lontane e pagane, hanno ubbidito all’invito di una luce che veniva dal cielo. Essi si lasciarono guidare e continuarono a camminare fino ad incontrare il Signore Gesù (Mt 2). Desideriamo fare il cammino interiore per conoscere il Signore, come ha fatto Maria che, anche quando non capiva, raccoglieva la storia di Gesù meditandola nel suo cuore e come gli Apostoli, che per tre anni hanno camminato a fianco di Gesù per capire Lui e il suo messaggio. Desideriamo fare il cammino interiore che ci porta ad amare Gesù come ha fatto Maria sua madre, Giuseppe il giusto, Maria Maddalena, Giovanni, i

   Santi Apostoli e tutti i Santi e i martiri della Chiesa. Desideriamo fare il cammino del servizio come Maria, che il primo giorno in cui portò Gesù su questa terra si mise in cammino per andare a servire, per diventare serva nella casa di Elisabetta e ancora desideriamo servire come Gesù, che lavò i piedi degli Apostoli e volle diventare loro servo prima ancora di diventare il “Servo sofferente”.

   Desideriamo fare il cammino della missione e predicare il Vangelo a tutti, come ha fatto Gesù che “andava attorno per tutta la Galilea, insegnando in quelle sinagoghe e predicando il Vangelo del Regno”(Mt 4, 23), e come Lui stesso ha chiesto agli Apostoli, prima di salire al cielo: “Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando ad osservare tutte le cose che vi ho comandate” (Mt 28, 19-20) e come hanno poi fatto gli stessi Apostoli, secondo quello che leggiamo negli Atti degli Apostoli.

   Noi che desideriamo diventare cristiani ci impegniamo, con l’aiuto di Dio, a vivere una vita povera, che non offenda mai il nostro prossimo. Chiediamo al Signore il dono di non avere tra i nostri vicini nessuno più povero di noi. Come un sano consiglio popolare dice di insegnare a pescare più che dare il pesce, riteniamo che sia insegnare a pescare, sia dare del pesce, se lo abbiamo, siano virtù evangeliche (Mc 6, 41-42; Lc 9, 16). Ci impegniamo a non accumulare tesori per noi (Mt 6, 19), sia perché conosciamo la vanità delle cose del mondo, sia perché tutto ciò che mettiamo da parte per noi può diventare furto a chi è più povero di noi.

   In una vita semplice, ci impegniamo a moltiplicare i talenti ricevuti, non per arricchire, ma per poter servire di più (Lc 12, 1621). Se il Signore Gesù ci farà la Grazia di una povertà eroica, saremo contenti di condividerla con Lui (Mt 8, 20). Ci impegniamo, con l’aiuto di Dio, ad essere puri di cuore per avere la grazia di poter vedere il Suo volto.

   Ci impegniamo, con l’aiuto di Dio, ad ubbidire sempre a quello che la coscienza ci dice essere la volontà di Dio. Se ci siamo affidati alla volontà di un fratello-sorella come nostro fratello-sorella maggiore, crediamo che Dio si impegna a guidarci alla santità in quell’ubbidienza.

   Promettiamo, con l’aiuto di Dio, di dedicarci a Lui e amarLo con la mente, il cuore e tutte le nostre forze e riconoscerLo come unico Signore della nostra vita e di tutta la storia e, infine, osiamo chiedere il dono di amare come Gesù ci ha amati.

   Promettiamo, con l’aiuto di Dio, di amare il nostro prossimo e anche chi non ci ama, chi ci perseguita e ci disonora con ogni sorta di malvagità. Lo ameremo perché sappiamo che quello è il nostro prossimo che più ha bisogno di amore.

   Desideriamo condividere con Gesù il ministero del perdono, che è chiesto a tutti i cristiani; pertanto, con l’aiuto di Dio, facciamo voto di perdonare tutto a tutti e sempre.

   Ci impegniamo a lottare contro tutto ciò che riconosciamo come peccato, abbassando così le montagne di egoismo, superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia e ci impegniamo a riempire tutti i vuoti della nostra vita con le virtù di fede, speranza, carità, sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio, per preparare la strada al Signore, come ci insegna Giovanni Battista. In questo modo daremo buon esempio al prossimo, diventando sale della terra e luce del mondo.

   Ci impegniamo ad essere mansueti e umili di cuore per assomigliare al Signore Gesù. Accoglieremo le prove e ogni sofferenza come grazia dalle mani di Dio e non vogliamo che il nostro pianto sia macchiato dall’insofferenza del giogo offertoci dal Signore Gesù per fare la volontà del Padre.

   Ci impegniamo a costruire la pace, non la pace del mondo che è quiete, benessere, ricchezza, tranquillità, desiderio di evitare ogni problema e ricerca di soddisfazione in tutto, ma vogliamo essere costruttori della pace di Dio, che è sfida, lotta contro l’ingiustizia simile alla spada e al fuoco, fatica di affrontare tutti i problemi che possiamo risolvere con le nostre forze e l’aiuto di Dio. Costruire la pace di Dio significa compiere quelle azioni senza le quali non saremmo in pace con la nostra coscienza, né con Dio stesso.

   Riconosciamo come nostro dovere cristiano incontrare con profonda amicizia le persone, le famiglie, le comunità, dicendo nell’intimo del nostro cuore: “La Pace di Cristo venga a voi!”. Sappiamo che questo è un comando del Signore Gesù.

   Chi di noi è sposato s’impegnerà ad amare con tutte le forze la propria moglie o il marito e i figli, perché la famiglia è il grande dono di Dio al mondo. Per quel che riguarda la morale familiare, faremo di tutto per seguire gli insegnamenti della Chiesa e i consigli di un padre/madre spirituale che ci aiuti a discernere la sincerità della nostra coscienza. Quando l’ubbidienza a una morale sana della famiglia diventasse troppo pesante, non dimenticheremo che molti nostri fratelli e sorelle vivono la vita di celibato per scelta o a causa di malattia, povertà o ancora di lavori che tengono i coniugi separati per lunga parte dell’anno o addirittura per anni consecutivi.

   Riteniamo comunque che lo stesso digiuno e penitenza, unito alla preghiera, possa essere un mezzo privilegiato per vincere la tentazione e ogni male. Ci impegneremo, con l’aiuto di Dio, ad essere trasparenti e sinceri di fronte a noi stessi, alla comunità, agli altri (Mt 5, 37).  

   Cercheremo di dare il pane, se lo abbiamo, a chi ci chiede il pane e il pesce a chi ci chiede il pesce, senza cercare le mille scusanti che impediscono la solidarietà con i fratelli e sorelle del mondo; noi sappiamo che, se daremo i nostri cinque pani e due pesci, il Signore farà il resto (Mt 14, 13-21). Gesù non ha mai detto a nessuno: “Abbi pazienza! Non posso fare nulla per te”. Di fronte ai malati, ai sofferenti, agli affamati, ai morti, ai peccatori, Gesù ha sempre dato una risposta al grido – espresso o tacito – dei fratelli o sorelle che si affidavano a Lui. È uno stile di vita che fa dire: “Quello è Gesù Cristo, è il Figlio di Dio” e se noi seguiamo lo stesso stile farà dire a chi ci vede: “Quello è un cristiano”.

   Gesù, la sera della Resurrezione, si aggrega a due discepoli che vanno verso Emmaus, tristi. Cerca di spiegare loro le Scritture per capire la Resurrezione, ma essi faticano a comprendere, anche se chi spiegava era il miglior catechista del mondo. Solo quando spezzò il pane per loro lo riconobbero: quello era lo stile di Gesù, il suo modo di fare. Gesù non solo ama, ma fa anche capire all’amato/a che gli vuol bene. Gesù ha dato un altro segno per far capire chi è Lui: la lavanda dei piedi. Tre evangelisti, per ricordare l’ultima cena e quindi l’istituzione dell’Eucaristia, ricordano il pane spezzato dato ai discepoli, mentre Giovanni ricorda la lavanda dei piedi per dire la stessa realtà, per dire chi è Gesù e cos’è l’Eucaristia. Se vogliamo capire un poco l’Eucaristia, la strada è questa.

   Quando spezza il pane per noi, Gesù ci dice: “Questo è ciò che dovete fare anche voi; quando vorrete ricordarvi di me spezzate il pane per gli altri, quando vorrete far memoria di me, spezzate il pane per gli altri, quando vorrete celebrare la mia memoria, spezzate il pane per gli altri. Vi dirò di più: questo ‘spezzare il pane’ sono io stesso. Questo spezzare il pane per gli altri, questo lavare i piedi agli altri: questo sono io. Se qualcuno vi chiederà chi è il vostro amico che si chiama Gesù, direte che é il pane spezzato per gli altri”. In modi diversi Gesù dice: ricordate, io sono pane spezzato, sono lavanda dei piedi, fate anche voi questo in mia memoria. Se farete questo, quando gli altri prenderanno tra le mani il pane che avete loro donato, in quel momento si apriranno i loro occhi della fede e mi riconosceranno in questo segno.

   Ci impegniamo, con l’aiuto di Dio, a testimoniare una sincera fede nella Provvidenza di Dio. Crediamo che ci darà tutto ciò di cui abbiamo bisogno, Lui che provvede a rivestire i fiori e a nutrire gli uccelli, molto di più penserà a noi (Mt 6, 26). Con la preghiera, poi, chiederemo i suoi doni, affinché possiamo sperimentare la sua Provvidenza e renderci conto non solo di quanto ci accompagna, ma del fatto che è dentro di noi più di quanto noi siamo in noi stessi.

   E quando poi il Signore ci offrirà il dono della sofferenza, sapremo che è proporzionata alle nostre forze, è pedagogia di Dio, è per il bene nostro e del mondo e ci fa il dono di associarci alla Croce di Gesù Cristo e quindi alla sua Resurrezione. Nel silenzio della preghiera chiederemo a Gesù che ci battezzi col fuoco e lo Spirito Santo: il fuoco brucerà i peccati e i dubbi della nostra fede e lo Spirito Santo testimonierà che Gesù è il Figlio di Dio prediletto dal Padre (Mt 3, 13). Nello sforzo di perdonare gli altri cercheremo anche di vedere quanto sono grandi i nostri difetti che pure devono essere perdonati (Mt 7, 3).

   Chiederemo al Signore di produrre sempre sull’albero della nostra vita abbondanti frutti di bene per non meritare di essere considerati inutili, tagliati e buttati nel fuoco a bruciare, foss’anche solo per un momento (Mt 7, 20).

   Ci impegniamo a costruire la nostra casa sulla solida roccia della fede, della speranza e della carità e non sulla sabbia dei dubbi (Mt 7, 24). Riconosciamo l’importanza della preghiera e del digiuno perché solo con questi si vincono la pigrizia di fare il bene e ogni tentazione. Come il buon Samaritano, ci impegneremo a curare il prossimo, infondergli vita, offrirgli la gioia del perdono se ne ha bisogno e liberarlo dai mali, secondo le forze che abbiamo.

   Sappiamo di aver ricevuto molto e per questo molto dobbiamo dare.

   Ringrazieremo il Signore Gesù se saremo perseguitati per causa sua e, quando dovremo testimoniare per Lui, non ci preoccuperemo di cosa dire, perché lo Spirito del Padre parlerà in noi: questo crediamo (Mt 10, 18 ss). Da parte nostra ci impegneremo ad essere semplici come colombe, ma non ingenui e ci lasceremo anche guidare dalla prudenza dei serpenti (Mt 10, 16 b).

   Ci impegneremo a predicare, con tutte le nostre forze, tutta la verità che conosciamo: la proclameremo sia con le parole, sia con la nostra vita, a seconda delle circostanze (Mt 10, 27). Ci sforzeremo di invocare tante volte il Signore ripetendo il suo nome in viaggio o sul letto della sofferenza o durante il lavoro o ancora nel tempo specificatamente dedicato alla preghiera.

   Ci serviremo di classiche espressioni di fede come: Gesù, abbi pietà di noi; Gesù Figlio di Dio, abbi pietà di noi; Gesù Figlio di Dio e di Maria, abbi pietà di noi; o ancora, Gesù santo, immortale Figlio di Dio, abbi pietà di noi, o altre espressioni come queste. Questo lo ripeteremo, non per assomigliare agli ipocriti che credono di essere esauditi solo per le moltiplicate parole nella preghiera, o a chi crede che sia sufficiente pronunciare il nome del Signore tante volte; no, ci impegneremo a ripetere le parole della preghiera per ottenere il dono e la forza di fare la volontà di Dio sempre, fino alla fine della vita (Mt 7, 21).

   Ci proponiamo di diventare discepoli di Gesù ascoltando la sua Parola nella Sacra Scrittura e preparandoci ad entrare nel nuovo Regno di Dio, impegnandoci così a diventare Cristiani.

   Ci impegneremo ad accogliere in casa nostra il giusto, che ci insegnerà ad essere giusti, il profeta che ci indicherà nuove vie per alimentare il nostro spirito, ma accoglieremo allo stesso modo il povero, il pellegrino e chi, in qualche modo, è nel bisogno; sappiamo infatti che chi accoglie un fratello o una sorella accoglie Gesù Cristo e chi accoglie Gesù accoglie il Padre (Mt 10, 40).

   Non solo ci impegneremo ad accogliere gli altri, ma anche a raggiungerli, specialmente nel momento del bisogno, come ha fatto Maria che corse ad aiutare la cugina e come siamo invitati ancora da Gesù a raggiungere tutti i poveri, cioè i nudi, gli spogliati di ogni bene e, oltre agli affamati e assetati, anche i malati, i carcerati e tutte le persone che vivono sulla strada, tutti i nomadi, i pellegrini del mondo. Gesù garantisce che è presente in ciascuno di essi e, anzi, che la Trinità stessa ha preso dimora nei loro cuori. Ci impegneremo ad essere mansueti e umili di cuore, perché così era Gesù e ci chiese espressamente di imparare da Lui per diventare tali (Mt 11, 29).

   Ci impegniamo ad ascoltare la Parola di Dio non distrattamente, non superficialmente, perché non ci capiti che, dopo aver messo le prime radici, la vediamo seccare sotto i nostri occhi, ma la coltiveremo con tutte le nostre forze perché porti il frutto atteso nel terreno che il Signore stesso ci ha donato (Mt 13, 18-23). La grande pazienza di Dio nell’attendere che zizzania e grano buono crescano insieme ci aiuterà ad essere umili di fronte al mistero del male in mezzo a noi.

   Ci proponiamo di diventare discepoli di Gesù ascoltando la sua Parola nella Sacra Scrittura e preparandoci ad entrare nel nuovo Regno di Dio, cioé impegnandoci a diventare Cristiani. Dedicheremo tutte le nostre forze a costruire il Regno di Dio. Il Regno è il luogo reale dove si compie la volontà di Dio e Dio stesso diventa nostro Re.

   Gesù parla dei regni del mondo come macchine di forza, distruzione e potere. Ben diverso è il Regno di Dio: il suo Re nasce in una grotta a Betlemme. Il suo esercito è composto di uomini e donne che si sono lasciati torturare, bruciare, masticare dalle belve feroci, impiccare, mentre il loro Condottiero è un uomo inchiodato su una croce. Quando il Signore ci mostrerà ciò che vuole da noi, vorremmo essere pronti a lasciare tutto per fare solo più ciò che ci viene richiesto: come chi ha scoperto la perla preziosa rinuncia a tutto il resto per quella sola, così vorremo fare noi quando Dio ci manifesterà la Sua volontà.

   Ci impegneremo a buttare via dalla nostra vita tutti i residui di male, come il pescatore separa i pesci non buoni da quelli buoni.

   Crediamo ancora che non sia importante fare grandi cose, ma solo ciò che Lui vuole. Anche le piccole cose, le piccole “volontà di Dio” di tutti i giorni sono come un seme di senape nelle mani di Dio e un po’ di lievito che pare nulla ma che, se messo nel tempo e luogo giusto (nella pasta), diventa grande cosa (Mt 13).

   Lavoreremo attivamente nella Chiesa, comunità di tutti i nostri fratelli e sorelle, nell’unica fede di Cristo Risorto, in pellegrinaggio verso la pienezza del Regno di Dio (Mt 16, 18-20) e parimenti lavoreremo attivamente, con lo stesso entusiasmo, con l’intera comunità umana che si allaccia a tutte le culture e fedi diverse. Ci proponiamo di essere presenza di Chiesa tra loro. Anche dove non ci vorranno, cercheremo di restare e intensificare le azioni della carità cristiana perché, attraverso il nostro spezzare il pane con loro, essi riconoscano Cristo. Con fratelli e sorelle di religioni diverse da quella cristiana predicheremo la conversione del cuore.

   Ci impegneremo con tutte le forze per diventare umili e piccoli come bambini (Mt 18, 1-4; Mt 19, 13-15). Coltivando l’umiltà cercheremo di non voler dominare sugli altri e scegliere per noi gli ultimi posti (Mt 20, 20-28). Ci impegneremo a onorare i luoghi sacri, in particolare il corpo umano nostro e dei nostri fratelli e sorelle, perché è casa dove abita la Trinità. E, se ne avremo la possibilità e la forza, grideremo e agiremo contro ogni tipo di profanazione, specialmente quando ne è vittima il nostro prossimo e specialmente i bambini (Mc 9, 41; Mt 21, 12-13).

   Ci impegneremo alla costruzione di una società più giusta, considerando ogni dimensione sociale e culturale come campo di lavoro dal quale non intendiamo astenerci (Mt 22, 15-22; Mc 12, 1317). Con l’aiuto di Dio aumenteremo sempre più i tempi di silenzio e di preghiera, per meritare di vedere il suo Volto e testimoniarlo agli altri (Mc 9, 1-12). Crediamo poi che nella preghiera diamo a Dio la possibilità di manifestare la sua costante Provvidenza per noi e ancora nella preghiera troveremo la grazia della misericordia e del perdono per noi e per gli altri (Mc 11, 20-26).

   Coltiveremo in noi i frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5, 22). Accoglieremo, come impegno primario, l’annuncio del Vangelo a tutte le genti. Le persone che non potremo raggiungere saranno sostenute dalle nostre preghiere e dalla condivisione di beni anche economici, impegnandoci a coinvolgere anche altri (Mc 16, 15-16; Mt 28, 18-20).

   Spirito del Signore, scendi anche su di noi e consacraci per annunciare ai poveri il Vangelo, mandaci a guarire i cuori spezzati; ad annunciare la liberazione ai prigionieri, la vista ai ciechi; mandaci a rimettere in libertà gli oppressi e a predicare la misericordia e l’amore.  

Preghiera a Maria   

   Ci rivolgiamo a Te, o Madre del Verbo, perchè non disattendi nessuno, specialmente se peccatore. Ti chiediamo la Grazia di fare la volontà di Dio, il suo desiderio e di realizzare il suo progetto sopra la nostra vita, anche contro la nostra volontà, a costo di qualunque cosa: gioia, sofferenza, salute, malattia, vita o morte. Ti chiediamo ancora di amare sempre di più la Trinità: il Dio tuo Padre, tuo Figlio, il tuo Sposo e amare sempre di più Te, Maria, il prossimo e vivere senza peccato. Tu, Maria, intercedi la Vita Eterna per noi. 

   Amen.