Spiritualità Zen

Il Maestro buddista cinese Ouyi Zhixu (1599-1655) 

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Conosciamo assai poco dell’Oriente, ma di quel poco che conosciamo abbiamo almeno sentito menzionare qualcuna delle arti tradizionali marziali (judo, aikido, kendo) che aggiungono normalmente al loro nome il suffisso do che approssimativamente si può tradurre come via da percorrere, metodo; equivalente al cinese tao, per indicare che il loro esercizio coinvolge i praticanti in un percorso di conoscenza di sé attraverso l’esecuzione rituale della forma creativa prescelta (Frizzera M.). Questo già per indicare che tali arti non sono mera tecnica corporale, ma richiedono anche un’educazione spirituale. In effetti, oltre alla pratica effettuata in palestra (nel dojo, come dicono i giapponesi), esiste un vastissimo ambito spirituale, filosofico, di cui noi occidentali non sappiamo praticamente nulla, perché il pensiero orientale è stato di fatto estromesso dal nostro mondo, considerato come sempre superiore.

Quando si parla di spiritualità orientale si pensa allo Yoga e forse allo Zen, che è una forma di buddhismo giapponese nato sulla base della scuola cinese di buddhismo Chan. Il significato di questa parola si presta a diverse interpretazioni come ad esempio “visione”, ma anche “meditazione” ed è legato soprattutto a uno stato mentale e dello spirito fuori dai limiti del tempo e dello spazio.

Ecco alcuni pensieri che arrivano dal lontano oriente, sui quali possiamo facilmente fermarci anche noi occidentali a meditare, e scoprire che anche in Oriente c’era gente con un notevole spessore spirituale che può insegnare qualcosa anche a noi occidentali:

Come un petalo cade alla prima luce del mattina e scende con serenità alla terra, così il coraggioso si stacca dalla vita, in silenzio e intimamente tranquillo.

Tutto ciò che ha un inizio, ha una fine.

Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.

Finché sei vivo, tutto è possibile.

Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà (attribuito a Buddha in persona).

Non devi farti accettare da altri. Devi accettare te stesso.

Il tuo scopo nella vita è quello di trovare uno scopo e dargli tutto il tuo cuore.

Prima di parlare, chiediti: è gentile, è necessario, è vero, è meglio del silenzio?

Se basta una parola, non fare un discorso; se basta un gesto, non dire una parola; se basta uno sguardo, evita il gesto; se basta il silenzio, tralascia anche lo sguardo.

A partire da oggi, tratta tutti quelli che incontri come se stessero per morire entro mezzanotte. Estendi a loro tutta la cura, la gentilezza e la comprensione che puoi raccogliere, e fallo senza pensare ad alcuna ricompensa. La tua vita non sarà più la stessa.

Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua (Confucio).

La mattina, quando vi alzate, fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto, molto dipende da loro.

La conoscenza è imparare qualcosa ogni giorno. La saggezza è lasciar andare qualcosa ogni giorno (Proverbio Zen).

Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, soprattutto, vivere.

Se sei depresso, stai vivendo nel passato. Se sei ansioso, stai vivendo nel futuro. Se sei in pace, stai vivendo nel presente.

Una grande illuminazione nasce da un grande dubbio.

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

Nel momento in cui proviamo rabbia, abbiamo già smesso di lottare per la verità e abbiamo iniziato a lottare soltanto per noi stessi.

Non sarai punito a causa della tua rabbia; sarà la tua rabbia stessa a punirti.

Non puoi convincere nessuno ma puoi ispirarlo.

Si può portare il bue assetato al fiume, ma se non sarà lui a bere, morirà.

Se capisci, le cose sono così come sono. Se non capisci, le cose sono così come sono.

L'Ego dice: ‘Quando ogni cosa andrà a posto troverò la pace’. Lo Spirito dice: ‘Trova la pace ed ogni cosa andrà a posto’

Non sempre gli occhi chiusi dormono. Non sempre gli occhi aperti vedono.

Il viaggio di mille miglia comincia con il primo passo.

Quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo chiama farfalla.

Essere felici, non è avere tutto, è non avere bisogno di niente.

A volte non ottenere ciò che si vuole è un colpo di fortuna incredibile.

Cadi sette volte; rialzati otto volte (Proverbio giapponese).

Ci vuol tutta la vita per capire che non è necessario capire tutto.

Se vuoi raggiungere la serenità, prendi la decisione di abbandonare tre cose: il bisogno di controllare tutto, la necessità di essere approvati e il bisogno di giudicare gli altri.

Tutto ciò che siamo, è il risultato di ciò che abbiamo pensato. La mente è tutto. Noi diventiamo ciò che pensiamo.

Il vero miracolo non è camminare sull’acqua o camminare nell’aria, ma semplicemente camminare su questa terra e farla fiorire dove sei passato.

È la tua strada, soltanto la tua. Altre persone potranno camminare al tuo fianco, ma nessuno potrà farlo al posto tuo.

Quello che più mi colpisce dei pensieri di altre culture (sia orientale, sia indiana come abbiamo visto in una precedente occasione), è che quei pensieri sono adatti anche a me che sono occidentale, senza necessità di ricorrere a un mediatore culturale. Insomma, se andiamo al nocciolo, veramente le grandi intuizioni sono ‘cattoliche’ nel vero senso della parola, cioè universali, perché tutti le possono comprendere, introitarle e farle proprie.

Dario Culot