L'angolo dei pensieri

UN LUPO A SCUOLA
Testo di: Ilary, Silvia e Serena
Illustrazioni di :
Chiara, Greta, Thomas, Yassir
classe 2E

INTRODUZIONE

Per l’incontro con Gabriele Clima, autore de “La stanza del lupo”, abbiamo scritto un racconto ispirato al suo libro, la prospettiva però è quella femminile. Questa volta la protagonista è una ragazza, anche la sua rabbia è forte e la fa sentire male.

Il suo problema più grande è liberarsene, lo fa nel modo sbagliato, gettandola sugli altri.

Buona lettura.

La giornata era iniziata con il piede sbagliato, a partire dai toast che si erano bruciati e dal caffè che si era rovesciato sul pavimento. Arrivò a scuola giusto in tempo per il suono della campanella. Un piede in classe ed era già per terra, quello stupido di Lucas era riuscito a farle fare una figuraccia. Diana si rialzò con respiro affannoso e andò al suo banco, osservando con la coda dell’occhio il sorriso maligno stampato sulla faccia di Lucas.

L’unica cosa che poteva fare era ignorarlo.

Il chiacchiericcio si spense quando il professor Tissini entrò in classe.

Teneva tra le braccia tanti fogli che gli alunni fissavano sapendo essere le loro verifiche. Si sedette alla cattedra, bevve un goccio di caffè dalla sua tazza senza smettere di guardare i ragazzi di fronte a lui. Nome per nome consegnò le verifiche e quando arrivò il turno di Diana, il tre scritto nero su bianco restò come sospeso nell’aria.




Lei riuscì solamente a spiccicare un debole “perché?”

Dopo pochi interminabili secondi Tissini le rispose:

“Si dà il caso che tu stessi chiacchierando ad ogni mia spiegazione”.

Diana ribolliva. A parte il fatto che non chiacchierava, ma veniva presa in giro, quel voto non lo meritava avendo sbagliato un solo minimo esercizio.

Cercò di dire tutto questo, ma lui la zittì alla seconda parola.



La rabbia montava dentro di lei, aveva i pugni stretti lungo i fianchi, le unghie dentro alla carne, il labbro tremante.

Diede un pugno al banco, così forte da creare il silenzio nell’aula.

Sentiva la mano dolorante, ma non le importava. Corse in bagno, tirò un urlo e si guardò allo specchio.

La rabbia era ancora lì, la rendeva rossa in viso e le faceva colare le lacrime sulle guance. La mano era sbiancata e il dolore lancinante le trafiggeva le dita.

Uscì dal bagno con gli occhi ancora fiammeggianti, immersa nei suoi pensieri di vendetta. Un rumore di passi sempre più vicini, era Lucas.

Chiedeva scusa, ma lei lo udiva come da lontano, il rimbombo di qualcosa che non vuoi sentire. Lui le stava dietro, così si girò di colpo e,stanca di tutto quello che aveva passato, gli diede uno schiaffo.

Si era liberata di tutto quello che le pesava.

Ora era Lucas a sentirsi male.

Gabriele clima ci parla della stanza del lupo