VOCI DEL GALILEI

racconti

GIALLO N°5

di Pietro De Sabata 

 

L’ispettore era arrivato. Lei gli aprì la porta. Fuori pioveva a dirotto. L’impermeabile giallo del brigadiere Jean Luc Astrus gocciolava, formando rivoli di fango sul pavimento bianco dell’ingresso. “Vuole un caffè?” chiese Sophie, ma lui rispose: “Preferirei una tisana, grazie”. Mentre la giovane donna, vestita con una gonna nera e una felpa bianca, preparava la tisana, l’ispettore si tolse l’impermeabile, appendendolo all’attaccapanni dell’ingresso. La ragazza tornò, reggendo un vassoio con due tazze di coccio sopra. “Ecco la tisana” disse Sophie; Il brigadiere rispose, quasi con violenza: “Dov’è il morto?” La donna non disse niente, ma lo accompagnò fino a una camera da letto, sul quale c’era un ragazzo con gli zigomi spezzati e un braccio piegato in un’angolatura innaturale. Gli occhi, color cielo, erano spalancati dal terrore. Il naso era tumefatto, violaceo. Lui chiese: “Si tratta di suo figlio?” la donna rispose: “Non l’ho mai visto prima, ma mi ricordo che ieri sera era venuto da me, implorandomi di nasconderlo da MS-13. L’ho trovato così stamattina, mentre entravo” “Ha detto proprio MS-13?” chiese Jean Luc. La signora Ramirez rispose: “Si, ma non ho idea di cosa intendesse”. Di colpo, Astrus ebbe un’intuizione: “L’ha ucciso lei?” Sophie Ramirez scoppiò in un pianto disperato: “No, non l’ho ucciso io!” disse tra i singhiozzi: “Ha tentato di violentarmi, ma non l’ho ucciso io!”. Il brigadiere rimase impassibile, mentre annotava i particolari del cadavere. Fuori continuava a piovere. Il brigadiere uscì, rimettendosi l’impermeabile. Una volta che lui fu uscito, lei prese un bicchiere di coccio, e ci mescolò dentro diversi liquori. Dopo aver bevuto quella mistura, si sentì male ed ebbe un mancamento. Jean Luc cominciò a camminare, sprofondando fino alle caviglie nel denso fango che ricopriva le strade parigine. “Che tempo orrendo” commentò il commissario Terence, quando lo affiancò sul Pont de L’Alma. “Meglio se prendiamo un taxi”. Detto fatto. In men che non si dica, Terence ed Astrus erano su un taxi diretto alla centrale di polizia. Astrus rifletteva: “Chi o cosa è MS-13? Chi era il ragazzo morto?” Terence rispose: “Alla prima posso risponderti io: la MS-13 è una gang di strada originaria di El Salvador, con come nemica la Barrio 18. ““Ci sono altri dettagli che possono aiutarci a capire da che parte stava il morto?” “La MS-13 recluta solo persone di etnia latino americana, mentre la Barrio 18 solo persone con gli occhi verdi o azzurri”. Il taxi era arrivato. Dopo essere scesi, i due poliziotti si accorsero che pioveva, se possibile, ancora più forte. Entrati nella centrale di polizia, Astrus cercò informazioni sulla Barrio 18, scoprendo che la punizione per i membri traditori era la morte mediante rottura degli zigomi. Astrus sapeva anche che la rottura degli zigomi causava rottura delle meningi ed edema celebrale. Mentre Torrence interrogava un truffatore internazionale catturato quella mattina, Astrus si perse nelle sue congetture. 

Alle prime luci dell’alba, ci fu parecchio trambusto alla stazione di polizia, Un criminale si era suicidato mangiando una scolopendra viva durante il suo interrogatorio, un altro si era fatto saltare il cervello e un terzo era stato ucciso da un frammento di vetro che gli aveva perforato l’aorta. Frattanto erano arrivati i risultati dell’autopsia; il ragazzo era stato stordito con una mazzata alla nuca, colpito con una coltellata al cuore e solo successivamente gli avevano spezzato gli zigomi. L’esperto della scientifica, Henry Gusteau disse al brigadiere: “Ho già visto questo modus operandi: è quello di Henry Galouptose, il quale si è fatto saltare il cervello stamattina!” “Il colpevole è lui, perché quel modus operandi è il suo, ne sono certo!” “Evidentemente non avremo problemi riguardo il colpevole. È morto!” Sophie lo seppe il giorno successivo. Si mostrò molto addolorata. Il ragazzo non venne mai identificato. Jean Luc fece inumare le spoglie a sue spese. Diversi anni dopo, al brigadiere apparve in sogno l’anima del ragazzo, che gli disse: “Grazie a te ho finalmente trovato pace. Presto potrò incontrarti di persona, anche se in questo caso si fa per dire.” Quella stessa notte Jean Luc Astrus morì, ma sul suo viso c’era un sorriso sereno. Pochi giorni dopo, morì anche Sophie Ramirez. La figlia Isabella la fece seppellire vicino alla tomba senza nome a cui la madre (Sophie) portava sempre le rose. Jacques Torrence morì di febbre malarica all’ospedale di Antananarivo, dopo due giorni di malattia. Pochi giorni dopo, le gang Barrio 18 e MS13 si sciolsero, riportando finalmente la pace a El Salvador.Quel giorno a Parigi diluviava.