LIBERARE L'ANIMA CON LE PAROLE
poesie
NEVE
di Yina Cantamesse
Ti amerei
anche fossi neve
Coglierei l’attimo
di provare
la vita
di vivere
come fosse
l’ultimo istante
con te
con me
di vivere
sapendo
di esser nata
Ti amerei
anche fossi neve
perché della neve
io vivrei
perché per la neve
io amerei
IL MARE E' POESIA
di Laura Gualtieri
Il mare è poesia
I versi come le onde incidono la sabbia candida e sottile
Le parole hanno lo stesso suono delle conchiglie frantumate dal mio passo leggero e vago
La meta non è precisa, sto seguendo il vento del cuore
E insieme ai granelli volo verso l’orizzonte
FRANCI
di Yina Cantamesse
Nei giorni di sole
su un prato di fiori
colgo un richiamo
che profuma di te
Fosti il primo
l’eterno ancora
che rubò la chiave
del battito vivo
Ricordo il tuo viso
fresco di vento
girarsi chiedendomi
accanto di seguirlo
D’amore hai inciso
sul nudo mio corpo
una frase svanita
via col tempo
Eppur il dolore
s’affisse sul cuore
all’infinito vola
neppure oltre
Talvolta ripenso
“C’era una volta
una rosa dorata
unica che rara
fragile ma scelta
che del filo rapì
il rosso di vita
e che mai restituì”
ALL'AMATO ME STESSO
di Vladimir Majakovski
Quattro. Pesanti come un colpo.
"A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio".
Ma uno come me dove potrà ficcarsi?
Dove mi si è apprestata una tana?
S'io fossi piccolo come il grande oceano,
mi leverei sulla punta dei piedi delle onde con l'alta marea,
accarezzando la luna.
Dove trovare un'amata uguale a me?
Angusto sarebbe il cielo per contenerla!
O s'io fossi povero come un miliardario.. Che cos'è il denaro per l'anima?
Un ladro insaziabile s'annida in essa:
all'orda sfrenata di tutti i miei desideri
non basta l'oro di tutte le Californie!
S'io fossi balbuziente come Dante o Petrarca...
Accendere l'anima per una sola, ordinarle coi versi...
Struggersi in cenere.
E le parole e il mio amore sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente senza lasciar traccia vi passerebbero sotto
le amanti di tutti i secoli.
O s'io fossi silenzioso, umil tuono... Gemerei stringendo
con un brivido l'intrepido eremo della terra...
Seguiterò a squarciagola con la mia voce immensa.
Le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
gettandosi a capofitto dalla malinconia.
Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti
s'io fossi appannato come il sole...
Che bisogno ho io d'abbeverare col mio splendore
il grembo dimagrato della terra?
Passerò trascinando il mio enorme amore
in quale notte delirante e malaticcia?
Da quali Golia fui concepito
così grande,
e così inutile?
COMMENTO
di Isabel Xhamballati
“All’amato se stesso dedica queste righe l’autore”: l’amore ci presenta il componimento, e l’amore lo conclude. Inizialmente forse un’affermazione simpaticamente egocentrica, ci conduce piano piano dentro l’animo tormentato del poeta. Majakovskij è un poeta di energia dirompente, le sue poesie piene di forza e movimento, che da una parte sembra liberarci, dall’altra tormentarci. Con un’anafora ci presenta delle similitudini in cui è centrale la figura dell’autore, il suo ego viene glorificato con delle clamorose antitesi. Le immagini di un grande oceano, ricchezze senza fine, un sole splendente e fragorosi tuoni ci riempiono i polmoni di aria fresca, e ci sembra di diventare più grandi insieme al poeta. Ma se seguiamo la penna dell’autore, scopriamo che lui vuole condurci non al grande oceano, non al sole, non alle stelle, ma ad una penosa e buia notte. Il grande contrasto tra un’anima immensa e un’altrettanto immensa inutilità si conclude quindi nel tormento di un vano amore.