SEGUENDO IL FILO 

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NON SERVE SAN VALENTINO PER L'ATTO D'AMORE

di Azzurra Trevisani 


Parlare d’amore è cosa tanto banale quanto complessa sicché, persino io stessa, mi trovo in difficoltà nell’agguantare un’idea di cui raccontare. L’amore, infatti, oggigiorno è visto in modo così superficiale che si riduce ad un giorno dell’anno, San Valentino, ed è considerato solo come il puro sentimento che lega due fidanzati. Ma la realtà è che l’amore è molto più di tutto ciò; è molto più infinito di quell’orizzonte aranciato intravisto su una distesa d’acqua da un promontorio. Ecco la ragion per cui mi sento tanto piccola a narrar di tanta bellezza. Come se non fosse abbastanza, l’amore è un linguaggio universale ed eterno, esprimibile in tutte le lingue del mondo con molteplici sfumature di significato, raccontabile in ogni luogo e in ogni tempo. L’amore può essere un “ti amo”, uno “je t’aime”, un “σὲ ἀγαπῶ”, un “ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”, una “Ballatetta di Cavalcanti” e perché no, anche un “E = mc2 “. È un filo rosso che ci lega ad una passione e che, a sua volta, unisce la passione al nostro cuore. L’amore è ciò che di più controverso possa esistere: è costruttore e distruttore; è cupido e assassino; è un cieco che corre a piedi nudi in autostrada; è una formichina che briciola dopo briciola costruisce la sua tana; è un cercatore di libertà che torna spesso a casa. Ma alla fine di tutte queste parole e pochi fatti dimostrati, dal momento che l’amore è, per certo, atto e non verbo, che resta da dire? Potrei raccontarvi con chi ho festeggiato io il 14 febbraio, ma, se siete ancora fermi alle prime frasi di questo testo, rimarrete delusi nel sapere che dentro di me festeggio ogni giorno con i miei amori più grandi: la danza, i miei amici e me stessa. Perché sì, sono single, ma non serve un ragazzo per essere innamorati. 

L'ALTRA META' DELL'ANIMA

di Carlotta Cantini 


Spesso ai giorni nostri si sente parlare di anime gemelle, ovvero di persone che in qualche modo sembrano combaciare perfettamente, come due pezzi di un puzzle perfettamente incastrati. Esistono veramente però queste anime gemelle? E se sì, che cosa sono esattamente? La prima domanda in realtà non ha una risposta esatta: sta ad ognuno di noi stabilire se crederci o meno. Io personalmente sono convinta che esistano, ma ce ne sono di due diversi tipi: romantiche e “fraterne”. Quest’ultimo tipo si riferisce a due amici che sono così in sintonia da considerarsi come fratelli, da qui il nome della tipologia. Quando si parla di anime gemelle, tuttavia, si tende a riferirsi a quelle romantiche: persone i cui caratteri si completano a vicenda, così legate che viene spontaneo dire che sono fatte l’una per l’altra. Esiste tuttavia una ragione dietro questa compatibilità? Sono state date diverse risposte nel corso della storia, tutte ugualmente affascinanti. Nel Simposio di Platone, Aristofane racconta il mito degli Androgini: esseri che erano sia uomini che donne, talmente potenti da tentare di sfidare Zeus che, indignato da questo comportamento, decise di separarli per sempre. Questo mito, tuttavia, prende una piega più erotica. Esiste anche un'altra leggenda, di origine cinese ma molto diffusa in Giappone, detta del “filo rosso del destino”. Secondo questo racconto popolare ogni persona porta, fin dalla nascita, un filo rosso invisibile legato al mignolo della mano sinistra, che la lega alla propria anima gemella. Questo filo ha inoltre la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi. In poche parole, non esiste una risposta corretta a questa questione: ognuno la analizza come più gli piace dando una propria interpretazione. Tuttavia tutte giungono alla stessa conclusione: in un modo o nell’altro, esistono persone che sono nate per ritrovarsi, per completarsi a vicenda e colmare il vuoto delle loro anime, anime che sono fatte per stare insieme. 

IO

di Yina Cantamesse  


Da dove nasce l’amore? Da cosa nasce l’amore? Da chi nasce l’amore? Partiamo dal primo punto: dove. Il dilemma che ha riecheggiato per secoli poneva il dubbio se tale sentimento fosse una questione di cuore o di mente. Verrebbe immediatamente da rispondere che il cuore sia la sede da cui poi tutto nasce. Ma è davvero così? Cos’è di fatto il cuore? Un organo, una pompa, solo astrattezza nella sua più profonda concretezza. L’amore germoglia dalla mente, fiorisce durante la conoscenza, e vive di interazioni fisiche e verbali. La mente serba nella sua inconsistenza l’unica sostanza che esiste e capisce. L’amore è una forma di pensiero, quell’unico pensiero che giorno e notte è dedito a quella persona, e non si sbaglia, non è casuale. Amare è pensare, perché esso non è cieco, vede e sa cosa, chi, amare. Non credere che sia cieco perché guarda e scorge e osserva solo te. Il luogo, l’unico posto da cui mai potrebbe elevarsi, sono io, nell’anima e nella trasparenza. Secondo punto: cosa. Semplicemente, da un’occhiata, da una risata, da una frase. È l’emozione più ecclettica di cui abbia mai fatto esperienza. Nel momento più inaspettato potrei innamorarmi, senza accorgermene e senza desiderio. Perché il desiderio di vederla, di sentirla, di toccarla si dirama proprio quando non ho intenzione di vederla, di sentirla, di toccarla. L’amore dunque nasce dal tutto e dal niente. Potrebbe sbocciare a prima vista, così come maturare dopo un lungo periodo di coltura. Nessuno lo sa e mai lo saprà né lo attenderà perché questa passione è tale che coglierà chiunque impreparati: è pura tempesta che si abbatte con irruenza nel mare del mistero, è splendida alba al sorgere del mattino della consapevolezza. Il “cosa” sono io, l’amore nasce da me. Ultimo punto: chi. Immediato, l’amato. Eppure, no. Se lui fosse viola io sarei rosso e nel mezzo il resto sarebbe storia. Di un filo, del destino, io l’inizio lui la fine. Se amo, oso. L’amore è l’attimo fuggente che non resta ma che vola e se realmente amassi volerei con esso. Rischierei. Legata da catene forgiate dall’antichità, credevo di dover aspettare. Ma il tempo al contrario non aspetta. Sono dell’arcobaleno il rosso e il principio dell’amore. Se tento potrei soffrire, essere ignorata. Oppure avrei l’opportunità di venir travolta dall’emozione di saper di non essere ignorata. Potrei non soffrire. Amore allora è un rischio ma ogni volo lo è, vi è sempre la possibilità di precipitare. Schiantarsi. Eppure, sì. L’arcobaleno nasce dalla pioggia e dal sole, il rifiuto e l’accettazione, ed entrambe rientrano nel lungo processo del vivere. Cosa scommetto? L’amore. Cosa perderei? Un attimo. Cosa vincerei? Il tempo. Un’eternità al fianco con te, se solo osassi e rischiassi, se solo facessi il primo passo: se solo l’amore nascesse da me e non da te. 

QUANTI MODI PER DIRSI "TI AMO!"

di Pietro De Sabata 

 

I volti dell’amore sono molteplici, come tutti sanno: si va dalla coppietta che non si separa mai a quello che regala roseti e chili di cioccolata al/la partner, passando per quelli che hanno vite separate e per trovarsi devono programmare l’incontro con mesi di anticipo, oppure quelli che si innamorano dell’unico/a che non possono avere… Varie ricerche hanno evidenziato che esistono almeno cinque diverse forme di amore, ognuna con i suoi svantaggi: La prima e più ovvia è quella del contatto, del far sentire la propria presenza al/la partner, che può però portare ad un eccessivo attaccamento. Poi c’è quella dell’amore romantico, che si manifesta con grandi dichiarazioni e regali, ma poi non si va mai al sodo. In terzo luogo, c’è l’amore indipendente, i cui i due (o più) partner 

hanno vite quasi del tutto separate e hanno poco o nessun tempo insieme; questo può portare alla dissoluzione del legame. In quarto luogo, c’è l’amore silenzioso, in cui non diresti mai che due sono innamorati perché sembrano solo amici (la cosiddetta “friendzone”), che può essere anche a senso unico; infine, ci sono quelle coppie che non si dicono molto, che non si mangiano di baci, che si regalano al massimo dei portachiavi e che hanno interessi indipendenti. Queste sperimentano l‘amore quotidiano, un amore stabile e moderato, come la fiamma che cuoce la ceramica. Se due partner hanno strategie di comunicazione amorosa diverse, c’è il rischio che la relazione non funzioni. Solo le coppie con la stessa o le stesse modalità di comunicazione durano. Nella mia personale opinione, la cosa migliore da fare per evitare problemi in amore è chiudere Cupido fuori dalla porta. Da solo non hai nessuno da soddisfare, e se ti conosci bene puoi essere felice, cosa che in una relazione è assai rara. 

LA SPERANZA NELLA NEVE

di Azzurra Trevisani 

 

Ricordo qualche giorno fa quando piccoli e soffici fiocchi di neve aleggiavano nell’aria per poi posarsi sul duro asfalto, sui tetti delle case di città, sulle macchine parcheggiate e sugli alberi oramai spogli… Ricordo gli occhi luccicanti di tutti i ragazzi che appena hanno notato una “goccia” insolita tra la pioggia hanno gridato: “Sta nevicando!!” E lo stupore marchiato in quei sorrisi che non riuscivano a distogliere lo sguardo da quella bellezza così rara e preziosa che da anni non bussava alla finestra. Non è magnifico poter osservare come tutti all’unisono tornano ad essere bambini sognanti? Come tutti, dopo anni bui, sono riusciti a scorgere un barlume di gioia in un giorno di scuola che si prospettava non meno diverso dai precedenti? In fin dei conti, in tanti una volta nella vita, abbiamo visto la neve cadere, ma chissà per quale bizzarro motivo la reazione di quei giovani di oggi non è più o meno pacata di quella dei giovani di ieri. Forse ciò accade poiché il cadere della neve, quel qualcosa dentro di noi fornitoci anche dall’immaginario comune, ci ricorda momenti felici passati a costruire pupazzi e a disegnare angeli sul manto imbiancato sotto i piedi. Ed ecco che l’arte di sperare ci accomuna tutti perché era inconfondibile e pura speranza quella celata tra le iridi di tutti qualche giorno fa. Dopotutto sperare è umano, sebbene però, molto spesso esso sia un’arte che appartiene di più ai piccini, ancora ingenui, inconsapevoli del male del mondo, con due occhioni grandi affamati di vivere e scoprire. Nonostante ciò, credo che quella scintilla che splende e si spegne nei cuori di tutti non se ne vada mai tra le avversità e l’età. Certamente c’è chi, per le vicende della vita, è più fiducioso e chi invece ha bisogno di prove più tangibili per poter finalmente tornare a sperare in qualcosa di nuovo in un giorno che piange. Ma ciò che conta è che, per nostra fortuna, l’arte di avere speranza non è ancora scomparsa dalla Terra e mi auguro che mai se ne andrà come quei giorni di neve in mezzo a tanti giorni di pioggia. 

ANIMALOVE

di Andrea Vicentini 

 

San Valentino è passato da poco e perciò è il momento di parlare dell’amore per gli animali e di come lo manifestano. Come tutti sappiamo molte specie di animali sono solite fare dei riti di corteggiamento, alcuni molto belli ed altri molto strani, per esempio, mentre i tritoni (che sono anfibi simili a delle piccole lucertole che passano la vita perlopiù sott’acqua; si possono trovare anche qui in Italia) per corteggiarsi ballano tra loro facendo quello che sembra nuoto sincronizzato, i tucani si lanciano frutta tra loro. Altri animali sono più violenti, come i cervi volanti (un tipo di coleottero) che per guadagnarsi il partner lottano tra loro, lanciandosi giù dagli alberi su cui vivono. Altri animali ancora pongono più l’attenzione sulla bellezza, come gli uccelli del paradiso, in particolare la paradisea di raggi (Paradisaea raggiana) (di cui abbiamo parlato nell’edizione di novembre sullo stupore), che punta sul suo meraviglioso piumaggio (in particolare su una parte di esso che sembra una fiamma rosea) e la paradisea superba (Lophorina superba), il cui maschio sfrutta le ali per costruirsi una specie di tutù all’altezza del petto con cui balla attorno ad una femmina emettendo un suono simile ad uno schioccare di dita. Ma questo è solo il modo in cui gli animali si pongono davanti al corteggiamento, perché contrariamente a come si potrebbe pensare guardando animali come l’antechino (il cui maschio muore di stenti e infezioni dopo la stagione degli accoppiamenti), alcuni animali sono in grado di provare un amore incredibile, come ad esempio i cigni, infatti quando due cigni si amano è per sempre, e quando uno muore muore anche l’altro lo fa, per il dolore e il trauma; altri animali come leoni, delfini e orche invece provano invece sentimenti molto profondi e legami di amicizia per gli altri della loro specie (e non). Gli animali sono inoltre in grado di donare un affetto incredibile anche a noi, basta guardare ad esempio i cani che sono da sempre considerati i migliori amici dell’uomo per questa loro caratteristica che li rende così dolci; ma non sono gli unici, ad esempio animali come gli elefanti quando ci vedono pensano a quello a cui pensiamo noi vedendo un cucciolo di cane o di gatto, animali come i delfini o le orche provano invece curiosità e compassione (ma anche amicizia se ci si sta insieme per diverso tempo), ma non sono gli unici, infatti anche animali impensabili come i polpi possono provare amicizia per noi se gli dimostriamo che di noi si possono fidare; in generale qualsiasi animale (che possa provare emozioni e sentimenti complessi), se cresciuto nel giusto ambiente o posto nelle giuste condizioni, può diventare nostro amico, persino i predatori come ad esempio i leoni o i lupi. Da tutto ciò possiamo trarre che gli animali sono molto più simili a noi di quanto pensiamo anche dal punto di vista amoroso e sentimentale, cosa che ci ricorda come in effetti non siamo altro che dei semplici animali sentimentali in un meraviglioso, strano e vasto mondo.