Tamburi

Cliccate sulle immagini e vedrete i video dei Tamburi di Altavilla che annunciano l'uscita della Madonna della Neve (agosto 2016).

Ringraziamo Mario Aiello per le riprese professionali e Foto Studio A2.

La copertina del CD in fase di pubblicazione

La tradizione dei tamburi

Come già riportato nella sezione relativa alle feste religiose, l'inizio della novena dedicata alla Madonna della neve è annunciato dai "tommarini", cioè da un gruppo di antichi tamburi. Il sabato della festa, quando la statua lascia la sua chiesa e viene condotta in processione alla chiesa dell'Assunta, i tamburi suonano ancora, e così anche il mattino seguente, per dare la sveglia a tutti, e a mezzogiorno, quando in tutte le case ci si appresta al pranzo insieme agli ospiti.

I gruppo dei "tommarinari" è costituito in genere da tre componenti: due suonano dei tamburi militari (uno fa da solista e uno da accompagnamento) e un altro è impegnato con una grancassa percossa da una parte con una mazza e dall'altra con una frusta.

Questa tradizione è propria di tutti i Casali del Manco, cioè di tutti i centri abitati presilani che, risalendo il Crati, si trovano a sinistra di questo. Ha origini molto antiche. Considerate che l'uso dei tamburi militari venne introdotto nell'Italia meridionale dagli Arabi e che, in particolare, - come evidenziato da Antonio Bevacqua nel suo bellissimo libro dal titolo "I tamburi della Sila" - l'uso della frusta nella grancassa è proprio dei Balcani.

Questa tradizione c'era sicuramente nell'800, come attestato da varie fonti. Una pesante cassa di un tamburo da poco restaurata dovrebbe avere, ad esempio, secondo quanto affermato da suonatori anziani, un paio di secoli. Ci sono anche fonti autorevoli come il Vocabolario del dialetto calabrese (casalino-apriglianese) dell'Accattatis, del 1895, che, nella voce "tammurru", anche se per qualche motivo in maniera negativa, descrive questa tradizione così:

"Noto strumento destinato ad assordarci quando, nei giorni di feste religiose, lo si batte dai tamburini processionalmente intorno al paese, dalla mattina della vigilia fin quasi la sera del dì festivo. Fortunatamente, questo barbaro uso va gradatamente scomparendo, con la formazione delle bande musicali sostituite in moltissimi paesi ai tamburi e alle gran casse".

Certamente, tratteggiata così, la situazione potrebbe in effetti risultare fastidiosa, poichè le strutture ritmiche proposte dai tamburi sono abbastanza ripetitive, e se qualcuno poi le eseguiva davvero ininterrottamente, possiamo ben capire l'Accattatis. D'altronde era anche il tempo in cui in ogni paese andavano formandosi con entusiasmo le prime bande musicali, come quella di San Pietro in Guarano, fondata nel 1887 dal maestro elementare Salvatore Spina. Queste bande, per ovvie ragioni, si collocavano ad un gradino più alto dei solitari tamburi e rappresentavano una novità per la gente comune, che difficilmente aveva altre occasioni di ascoltare musica; perciò è comprensibile l'aspettativa del nostro grande letterato.

Tamburi e grancasse entravano comunque a pieno titolo anche nelle bande musicali, ma, se da un lato il loro ritmo veniva incastonato e reso meno "barbaro", dall'altro perdeva la propria identità, che per secoli aveva fatto parte dei momenti di festa.

Per la verità e per fortuna, almeno nel nostro paese, tamburi e bande impararono a convivere: i vari comitati festa decisero di avvicendarli, cosicchè la vigilia, durante la fiaccolata, e la mattina del dì di festa suonavano i tamburi, come prima descritto; il pomeriggio, durante la processione, le bande.

Un fatto curioso è che le "sonate" dei vari paesi (mattutino, processione, tarantella) variano di poco, anche perché non scritte e modificate dai virtuosismi di ogni suonatore. Ciò ci può far pensare a due cose: o le "sonate" vennero malamente "copiate" a orecchio da un paese all'altro o, anche se è un azzardo dirlo, un'unità militare in passato ha accomunato la Presila cosentina.

I "tommarinari" altavillesi dei primi anni del '900, che gli anziani ancora ricordano, erano Peppino ed Eugenio Imbrogno. Altri venivano da Lappano, come Luigi Covello, al tamburo, e Giovalli Litrenta, alla grancassa. Nel dopoguerra si ricorda anche Antonio Cassano, al tamburo (anch'egli di Lappano), e Giovanni Medaglia, alla grancassa, passato poi al tamburo quando iniziò a far coppia con Carmine Imbrogno e Francesco Imbrogno negli anni '60-'70.

Degli ultimi che si sono succeduti guardate le immagini successive.

Eugenio Medaglia al rullante e Carmine Imbrogno (medaglia d'argento al valor militare) alla grancassa negli anni '50.

Francesco Imbrogno ed Eugenio Medaglia anni '60.

Francesco Imbrogno nel 1970.

Eugenio Medaglia anni '70.

Quintino Imbrogno e Eugenio Medaglia anni '80.

Eugenio Imbrogno, Aldo Passarelli e Valentino Siciliano anni '90.

Partendo da sinistra Aldo e Giuseppe Passarelli, Filippo Imbrogno, Valentino Siciliano e Francesco Imbrogno nel 2014.

Dal 2015 al gruppo dei tamburi di Altavilla si sono aggiunti finalmente giovani e bambini, suscitando in tutti entusiasmo. Si spera in questo modo di continuare questa secolare tradizione che caratterizza le nostre contrade e che rende viva la festa.

L'odierno gruppo al completo: Aldo, Valentino, Filippo, Domenico, Stefano, Francesco, Giuseppe e... Lorenzo.

Aldo Passarelli mentre realizza un tamburo.

I tamburi dell'amico Mauro Ferraro.

I tamburi di Altavilla con i tamburi di Sant'Ippolito.

Guardate su Youtube questi altri video:

Raduno 2002 a San Pietro in Guarano

I tamburi di Altavilla vanno verso la chiesa (agosto 2015)

I tamburi di Altavilla in attesa dell'uscita della Madonna della Neve (agosto 2015)

In fondo alla pagina ho allegato alcune partiture (approssimative) delle sonate, così come vengono eseguite nel nostro paese. Potete visualizzarle in file di tipo pdf.

Visionate di seguito quello che ho reperito e preparato.