Storia geologica

La collina su cui sorge il paese si trova al centro di un triangolo di faglie lunghe poche centinaia di metri, inserite in un reticolo di altre faglie abbastanza corte, aventi movimento orizzontale delle masse interessate. Questo vuol dire che, come afferma Carlo Tansi – esperto del C.N.R. –, nonostante tutta la Calabria sia una zona molto sismica, le faglie corte hanno effetti più ridotti.

La geologia locale è caratterizzata dalla presenza di rocce igneo-metamorfiche dell’era Paleozoica, formatesi per il raffreddamento e la cristallizzazione di magma fuso che successivamente ha subito alterazioni a causa di fortissime pressioni o del contatto con altro magma. Esse hanno un’età compresa tra i 542 e i 251 milioni di anni e fanno parte dell'Unità geologica di Polia Copanello, sovrastante rocce sedimentarie insistenti, a loro volta, su rocce carbonatiche del Mesozoico.

Al di sotto del terreno vegetale esiste uno strato di rocce composto da gneiss e scisti contenenti in genere muscovite e biotite, (delle miche ferrose) e filoni di pegmatite, una roccia granitica costituita da vari minerali come il feldspato e il quarzo. Si tratta cioè di rocce composte a strati che tendono a sfaldarsi, i cui minerali, ossidandosi, conferiscono ad esse un colore rossastro.

Gneiss superficiale - parte scura costituita da biotite, un tipo di mica; parte brillante scistosa costituita da quarzo

Gneiss di profondità - frammento di un carotaggio avvenuto negli anni '90

La parte di gneiss è sovrapposta ad un massiccio roccioso più compatto di tipo filladico, originato da sedimenti argillosi, in cui sono presenti sericite (un'altra forma di forma di mica), cloriti grigio-verdi e piccoli cristalli di granato. In molti punti si notano altri filoni di pegmatite.

La roccia madre della collina di Altavilla, visibile sul ripido versante Nord

Roccia filladica

Tali rocce fanno parte del dominio geologico chiamato Arco Calabro Peloritano, che, secondo le ultime teorie, è un frammento delle Alpi incastratosi tra il massiccio del Pollino - linea di San Gineto - e la catena Maghrebide - linea di Taormina! Esso in effetti appare completamente diverso dalle rocce del resto dell’Appennino meridionale, che è di origine calcarea.

Circa 250 milioni di anni or sono, nel periodo Permiano, la Pangea, il mega continente del pianeta di allora, si suddivise in due: Laurasia e Godwana. In mezzo c’era la placca adriatica, forse un’isola con ad Est l’Oceano Tetide e ad Ovest il Bacino Ligure-Piemontese. Più o meno 100 milioni di anni fa, nel Cretaceo, l’espansione dell’Oceano Atlantico spinse le Americhe verso Ovest e la placca africana verso quella adriatica. Questa, a sua volta andò a collidere con quella euroasiatica. Il tutto durò 70 milioni di anni e, nell’Oligocene, ciò determinò due fenomeni: l’innalzamento delle Alpi e la subduzione (scorrimento al di sotto) di parte della crosta adriatica sotto quella euroasiatica. Si ipotizza che ciò abbia causato la separazione e l’allontanamento dal resto del continente di un blocco che comprendeva Sardegna, Corsica, Calabria centro-meridionale e parte della Sicilia, in un periodo compreso tra i 10 e i 12 milioni di anni. Tale blocco, a sua volta, andò a comprimere la placca adriatica e causò l’innalzamento di parte degli Appennini.

Intorno a 10 milioni di anni fa la spinta della placca africana, ancora in atto, fu responsabile anche del distacco dell’Arco Calabro-Peloritano, a causa di un’ennesima subduzione che diede vita al sistema vulcanico responsabile dell’espansione del Mar Tirreno, cui conseguì un progressivo spostamento dell'Arco verso Sud-Est, spostamento ancora in corso nell'ordine di circa 5 cm annui.

Per capire meglio come è successo tutto questo guarda questi video su Youtube di www.scienzafacile.it, curati da Stefano Rossignoli.

Circa 7 milioni di anni fa ebbe inizio il sollevamento dell'acrocoro silano. Probabilmente la collina di Altavilla fu il frutto di uno sbalzo tettonico simile, di circa 300 metri, compiutosi, come sostiene il Nossin, nel quaternario, e che ha reso profondo il corso del torrente Corno.

Nel Pliocene, cioè tra 5 e i 2 milioni di anni fa, la pianura alluvionale che si vede ad Ovest, oggi attraversata dal fiume Crati, non esisteva. Al suo posto c'era il mare, visibile, se qualcuno mai ci fosse stato, da Altavilla!

Si verificarono però, nel corso dell’ultima glaciazione, alcuni fenomeni: il sollevamento della fossa tettonica (graben) del Crati , la formazione di terrazzi; l’innalzamento e l’abbassamento, nell’ordine di un paio di centinaia di metri, del livello del mare; movimenti vari di tipo, testimoniati dalla presenza di numerose faglie.

Tutto ciò diede luogo a fenomeni erosivi e alla formazione di sedimenti e conglomerati sabbiosi, in cui si rinvengono qua e là piccoli fossili marini (Arca diluvii , Ostrea lamellosa, Chlamys scabrella e altri).

Frammenti in maggioranza bivalvi, gasteropodi ed elementi coloniali provenienti da ambiente marino del Pliocene Superiore (Calabriano)

Avere consapevolezza di quanto solo accennato, ci fa guardare il paesaggio con occhi diversi. Non vi pare?