La vita
La capacità di avvertire quello che ci sta attorno è frutto di quello che noi definiamo come sensibilità. Essa è l'effetto principale di quella “entità” meravigliosa chiamata vita, che, con ogni probabilità statistica, è di origine metafisica, poiché investe eventi che vanno oltre le reazioni biochimiche osservabili e opinabili. Un giorno, forse, il mistero sarà chiarito, grazie a nuove osservazioni e scoperte, ma, attualmente, possiamo ragionevolmente dubitarne.
Nonostante i grossi sforzi scientifici, infatti, non si è andati al di là della comprensione del processo di formazione della materia organica, cui per primi giunsero i ricercatori Urey e Miller, attraverso un famoso esperimento ideato da quest'ultimo nell'ormai lontano 1935. Quale fenomeno abbia dato origine alle prime cellule rimane però tuttora ignoto.
In effetti, già ogni singola cellula appare come il risultato di una mirabile unione di fisico e di psichico; il fisico è rappresentato dal protoplasma, lo psichico non sappiamo bene cosa sia, ma dovrebbe aver sede nel DNA, anche se quest'ultima affermazione costituisce solo una congettura.
Una simile unione appare espandersi nei sistemi biologici più complessi, in cui le funzioni psichiche sono espletate dal sistema nervoso, che possiamo immaginare, tralasciandone la struttura anatomica comunemente nota, come un insieme di zone attive collegate più o meno trettamente e che qui tentiamo di schematizzare, ben consapevoli dell'impossibilità di ridurre ad un semplice quadro concettuale ciò che di più complicato, fantastico e oscuro esista nell'universo conosciuto. Vediamo dunque come sono caratterizzate tali zone.
Zone di memoria con:
A)informazioni vegetative inconsce ed ereditarie, contenenti:
l'obiettivo dell'autoconservazione;
l'obiettivo del benessere;
le tracce di dolore accumulate nel corso delle generazioni;
le modalità dei processi biologici.
B) informazioni psichiche inconsce ed ereditarie (tracce di comportamento utili per la specie, frutto dell'esperienza di innumerevoli generazioni), contenenti:
le posture per proteggersi;
gli atteggiamenti per difendersi ed eventualmente offendere;
alcune istruzioni per catturare le prede;
le dinamiche di gruppo (i vantaggi della vita associata, delle migrazioni…);
il principio di economicità ;
C) informazioni psichiche inconscie acquisite, contenenti:
i contesti traumatici;
le frustrazioni;
le suggestioni, ossia gli schemi empirici adoperati per effetto dell'applicazione del principio di economicità; essi rappresentano l'alveo dei riflessi condizionati, fra i quali possono essere considerati i seguenti:
le illusioni cognitive;
le intuizioni, giuste o sbagliate che siano;
le somatizzazioni;
i motti di spirito;
i lapsus linguae;
le rimozioni;
le sublimazioni;
le amnesie;
i sogni.
i principi morali, acquisiti per imitazione, per abitudine o per profonda interiorizzazione di determinati ragionamenti, a prescindere dalla loro esattezza;
i contesti affettivi caratterizzati da deprivazione, iperprotezione, conflitti o equilibrio.
2. Zone logiche con:
A) informazioni psichiche subcoscienti (acquisite), ossia tutte le tracce mnestiche recanti ricordi facilmente rievocabili.
B) operatori biologici, di origine sconosciuta, cui si devono le indicazioni all'organismo per la sua esistenza e il suo sviluppo.
C) operatori psichici inconsci ereditari ed acquisiti, cui si devono alcune soluzioni di problemi influenzate da particolari eventi e schemi operativi registrati nelle corrispondenti zone di memoria (tali operatori presiedono alla formazione di tutti i riflessi condizionati).
D) operatori psichici subcoscienti (acquisiti), cui si devono tutti i tipi di ragionamento che possono essere in qualsiasi modo formalizzati.
3. Zone di sensibilità, le quali, anche se localizzate, manifestano anch'esse una natura ignota. Rappresentano la frontiera tra la materia vivente e quella inanimata. Negli esseri superiori, come sappiamo, sono molto raffinate. Esse hanno:
A) funzioni recettive (inconsce),
B) funzioni affettive (inconsce),
C) funzioni percettive (consce),
D) funzioni immaginative (consce).
4. Zone decisionali e direttive, con:
A) pulsioni biologiche inconsce ereditarie, che sottendono le funzioni necessarie alla sopravvivenza;
B) pulsioni psichiche inconsce ed ereditarie (istinto), che determinano i comportamenti le cui tracce sono presenti nel corrispondente livello di memoria;
C) pulsioni psichiche inconsce acquisite, rappresentate dalle tendenze a compiere ciò che viene ricavato dagli operatori inconsci e che registrato nei livelli b) e c) della memoria;
D) pulsioni subcoscienti, distinte in:
tendenze ad agire in conformità a determinati ragionamenti che possono venire facilmente in luce, ma che possono non essere corrette se condizionate da operatori e schemi procedurali inconsci;
desideri realizzati e rimossi in quanto innocui.
[Mamma mia!]
Quasi certamente il quadro che vi abbiamo sottoposto presenta incompletezze ed inesattezze. Qualche studioso più attento e competente saprà senza dubbio prepararne uno migliore.
Precisato ciò, intendiamo far notare che dallo stesso quadro è stata esclusa qualche eventuale zona “paranormale”, poiché la sua supposta esistenza non è una teoria logica, ma, in mancanza anche di dati certi e, comunque, difficilmente verificabili dall'opinione pubblica, una semplice ipotesi .
[Vi confessiamo che l'elaborazione di questo schema ci è costata molto lavoro, ma alla fine ne siamo usciti soddisfatti. Sapere anche approssimativamente che tipo di “circuiti integrati” abbiamo nella nostra scatola cranica e come funzionano ci sembra necessario: se un Marziano ce lo chiedesse, cosa risponderemmo se no?]