Temi trattati
Il Seicento, la Giustizia Terrena e gli Umili
Come i temi vengono trattati
Nel monologo dell’oste contro Renzo, al quale dà del montanaro, si ammette l’inutilità di molte leggi (Lo so anch’io che ci son delle gride che non contan nulla: bella novità, da venircela a dire un montanaro!), ma si dice comunque che bisogna obbedirle, perché altrimenti verranno i guai (Ma tu non sai che le gride contro gli osti contano). Coloro che invece applicano le leggi, fanno le vittime e si lamentano di esse (Se non si facesse quello che ci vien comandato, staremmo freschi noi altri, peggio di voi).
Subito dopo, Manzoni critica senza girarci molto attorno la giustizia del Seicento: per tutto s’attendeva a dar gli ordini che parevan più atti a preoccupare il giorno seguente, a levare i pretesti e l’ardire agli animi vogliosi di nuovi tumulti, ad assicurare la forza nelle mani solite a adoprarla. In questo modo viene evidenziato anche il sempreverde cancro della demagogia.
Il potere che si rifà sugli umili, scaricando loro responsabilità che non hanno, è un altro grande classico. Gli umili sanno le loro ragioni (Lor signori hanno la forza: a lor signori tocca), ma sono costretti a danzare col potere: l’oste consegna Renzo al notaio criminale.
Perché i temi vengono trattati
Attraverso gli umili e il loro secolo, Manzoni descrive un problema e una dura verità senza tempo: il valore della legge come strumento di ordine, ma non di giustizia.
Lo scrittore descrive anche i manichini (ci dispiace di dover discendere a particolari indegni della gravità storica; ma la chiarezza lo richiede) del Seicento, per amor del vero per soggetto, mostrando la violenza della legge.