Egli viene nominato Presidente del lazzaretto, dopo esservi entrato per la prima volta il 30 marzo. Svolgendo qualsiasi occupazione tramite la quale potesse aiutare gli appestati, contrae anche lui il morbo; a differenza di molti altri suoi compagni Frati Cappuccini del lazzaretto, guarirà.
Insieme agli altri frati, egli dimostra la forza e dell’abilità che la carità può dare in ogni tempo, e in qualunque ordin di cose: il veder quest’uomini sostenere un tal carico così bravamente. Per Manzoni è bello sapere che le genti ripongono la loro fiducia nei frati: per questo bisogna ricordare e fare onore ai Cappuccini che aiutarono a guarire cinquantamila appestati di Milano in soli sette mesi.