Ambientazione
Tempo : Dicembre 1628 (dal giorno dopo la liberazione di Lucia alla visita del cardinale Borromeo al paese dei promessi sposi)
Luoghi : Il paese dei promessi sposi, la villa di donna Prassede e di don Ferrante, il palazzotto di Don Rodrigo e il paese del sarto
Personaggi
I personaggi del capitolo sono i seguenti : gli abitanti del paese dei Promessi Sposi, Lucia, Agnese, Don Abbondio, Don Rodrigo, il cardinale Borromeo, donna Prassede, don Ferrante, il sarto e il cappellano.
Vicenda
Dopo aver appreso la notizia della liberazione di Lucia, Don Rodrigo, per due giorni, si rinchiude nel suo palazzo e il terzo giorno lascia il paese per dirigersi a Milano perché non vuole incontrare il cardinale Borromeo. Il paese dei promessi sposi viene decorato in occasione dell’arrivo del cardinale. Successivamente Lucia trova ospitalità presso la villa di donna Prassede e don Ferrante. Infine il capitolo si conclude con i rimproveri aspri del cardinale Borromeo verso don Abbondio per non aver fatto il suo dovere.
Temi
Le tematiche del capitolo 25 dei Promessi Sposi sono le seguenti:
la giustizia
il potere della nobiltà
la religione
Citazioni
“n’aveva poche; ma a quelle poche era molto affezionata"
“il coraggio, uno non se lo può dare”
Tecniche narrative
Il capitolo 25 dei Promessi Sposi si apre con una sequenza espositiva nella quale troviamo il ritratto di carattere morale e psicologico di donna Prassede. Il giudizio sul personaggio è ironico e critico. Successivamente, dalla riga 61 alla riga 63, troviamo l’ironia del narratore. Il capitolo prosegue poi con il dialogo del cardinale Borromeo e di Don Abbondio sul mancato matrimonio. Questo colloquio ripropone una delle situazioni narrative tipiche di Manzoni, ovvero l'incontro-scontro tra personaggi con caratteristiche morali e ideologiche opposte. Durante questo dialogo Don Abbondio, per difendersi, fa emergere inizialmente l’argomento della sopravvivenza (“ma quando si tratta della vita…”), dopodiché aggiunge che è inutile resistere ai più forti (“E’ un signore quello, con cui non si può né vincerla ne impattare"), poi mette il matrimonio di Renzo e Lucia a confronto con l’integrità del sacerdote (“gli stanno più a cuore gli amori di due giovani, che la vita d’un povero sacerdote”) e infine emerge la sua natura paurosa (“Il coraggio, uno non se lo può dare”). Per il cardinale Borromeo la vita sacerdotale è una missione combattente. Il capitolo si conclude con un finale sospeso che accentua un'atmosfera tesa.