Ambientazione
Tempo: Agosto-settembre 1630
Luoghi: il paese di Renzo e Lucia, Milano, Monza, Pasturo, Bergamo, il lazzaretto
Personaggi
Renzo, Lucia, don Abbondio, padre Cristoforo, la mercantessa, Bortolo, l'amico di Renzo, Gertrude, donna Prassede, don Ferrante, Agnese
Vicenda
La vicenda inizia con Renzo che lascia il lazzaretto, mentre se ne va, comincia a piovere sempre di più. La tempesta annunciata si sposa perfettamente con l'umore felice del protagonista. La pioggia laverà via la peste, portando infine alla soluzione dei fatti.
Qui trova nuovamente ospitalità dal suo amico ,gli racconta tutti i particolari del suo viaggio e lo invita a fargli da testimone di nozze.
La mattina dopo andò a Pasturo da Agnese, le raccontò tutto e tornò a casa dell'amico.
Il giorno dopo viaggiò nuovamente da Bortolo al Bergamasco, dove aveva deciso di trasferirsi lì con Lucia. Pochi giorni dopo, tornò nella sua città natale, poi a Pasturo, riportò Agnese a casa sua e aspettò che Lucia arrivasse insieme.
I compaesani nel mentre accolgono Renzo con grande entusiasmo; tutti tranne don Abbondio, dal quale il giovane gira alla larga, deciso a parlargli al momento opportuno. Nessuno poi pensa più al mandato di cattura che ancora è in circolo, anche perché nessuno più ha interesse a creargli dei guai.
Lucia nel frattempo fa la quarantena a Milano nella casa della mercantessa, che la informa dell'arresto di Gertrude, su ordine del cardinal Borromeo. In seguito apprende della morte, di padre Cristoforo, causata dalla peste.
Dopodiché prima di lasciare Milano, Lucia vorrebbe avere notizie dei suoi padroni e si fa accompagnare dalla mercantessa alla loro casa, apprendendo che anche loro sono morti per la peste.
All'inizio dell'epidemia don Ferrante è stato tra i più decisi a negare il contagio della malattia, argomentando la sua opinione con dotte disquisizioni filosofiche: è convinto infatti che, in base alla dottrina aristotelica, in natura ci siano solo sostanze e accidenti, e il contagio non corrisponde a nessuna delle due, il che dimostra la sua inesistenza.
Manzoni infine rende anonima l'immagine di don Ferrante: l'uomo incolpa gli influssi astrali del contagio della peste, e secondo lui è inutile prendere precauzioni. Così, senza prendere precauzioni, contrasse la peste e morì.
Temi
I temi sono: la chiesa, la cultura del Seicento, la fede e la religione
Citazioni
"Se i rimasti vivi erano, l’uno per l’altro, come morti resuscitati, Renzo, per quelli del suo paese, lo era, come a dire, due volte: ognuno gli faceva accoglienze e congratulazioni, ognuno voleva sentir da lui la sua storia".
Tecniche narrative
La narrazione si compone di varie scene legate da un unico motivo conduttore: il tema del viaggio, tradotto nei numerosi spostamenti di Renzo da un paese all’altro, Solo nella parte finale, il narratore, dopo essersi sbrigativamente congedato da donna Prassede, trasferisce la sua attenzione al personaggio di don Ferrante, per informarci sia delle sue idee sulla peste sia della sua morte.