Temi
Il Seicento
Come i temi vengono trattati
In una lunga digressione storica, preceduta dalla narrazione dell’incontro fra i bravi e Don Abbondio, Manzoni spiega come, nella società del Seicento, i potenti prevalevano sui deboli: se ne deduce che vigeva la legge del più forte, quindi le dispute venivano sempre vinte dai più prepotenti, o coloro che avevano più risorse (“[...] il nobile dovizioso e violento, con intorno uno stuolo di bravi, e una popolazione di contadini avvezzi, per tradizione famigliare, e interessati o forzati a riguardarsi quasi come sudditi e soldati del padrone, esercitava un potere, a cui difficilmente nessun’altra frazione di lega avrebbe ivi potuto resistere.”). Di conseguenza, la legge risultava fin troppo distante dalla vera giustizia (“La forza legale non proteggeva in alcun conto l’uomo tranquillo, inoffensivo e che non avesse altri mezzi di far paura altrui”), contribuendo di fatto a opprimere i più deboli, già indifesi (“[…] gride, ripubblicate e rinforzate di governo in governo, non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l’impotenza de’ loro autori; o, se producevan qualche effetto immediato, era principalmente d’aggiunger molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli già soffrivano da’ perturbatori, e d’accrescer le violenze e l’astuzia di questi.”).
Perché vengono trattati
Manzoni decide di spiegare la società del Seicento, costruendo un’ambientazione storica così dettagliata, sia per coinvolgere il lettore e farlo immedesimare, sia per rimanere fedele alla poetica del vero per soggetto, risultando così coerente col periodo in cui sarebbe stato scritto il Manoscritto. Inoltre, era necessario chiarire quale fosse la gerarchia sociale che impose a Don Abbondio di obbedire ai bravi.