Lula vince le elezioni in Brasile

Lula vince le presidenziali in Brasile. Il popolo ha scelto l’ecologia.

Il Brasile ha un nuovo presidente e dei nuovi principi dopo Bolsonaro, ma quanto è unanime questa scelta?


Il 31 ottobre, dopo settimane di incertezze e fermenti, il candidato alle presidenziali brasiliane Luiz Inacio Lula de Silva, per il partito dei lavoratori, vince e succede a Jair Bolsonaro diventando per la terza volta presidente del Brasile. La notizia è giunta in Europa con una velocità estrema e i giornali non si sono risparmiati nei “titoloni”: il tono era quasi quello della riuscita di una rivolta, piuttosto che quello dell’oggettivo esito delle votazioni di un Paese democratico e civile. In effetti il presidente uscente si è distinto per una serie di scelte estremiste che hanno portato il Brasile tra i primi della fila per il patibolo verso cui il mondo sembra volgere negli ultimi anni… Il programma di Bolsonaro verteva sull’indifferenza riguardo alle questioni ambientali e alla salvaguardia del “polmone verde” della terra, la foresta amazzonica, per favorire un maggiore sviluppo agricolo ed economico. Fu anche deciso negazionista del covid, posizione che è costata alla sua nazione centinaia di migliaia di morti, evitabili, vista l’esperienza in Europa; salda posizione che mantiene, peraltro, ancora oggi. Le sue decisioni divennero talmente insostenibili che nel 2019 il segretario dell’ONU, Antonio Guterres, si schierò apertamente contro le politiche brasiliane.


Detto questo, al di là delle posizioni politiche, è impossibile evitare di tirare un sospiro di sollievo successivamente alla sua sconfitta al ballottaggio. Ciò che però mi piacerebbe sottolineare smorza un po’ l’entusiasmo sviluppatosi fino ad ora, perchè se, da una parte, con queste elezioni la maggioranza in un grande Paese ha recuperato molte consapevolezze sulla conservazione della vita del nostro bel pianeta, è anche vero, però, che questa maggioranza è tale solo per l’1% dei votanti, una cifra davvero irrisoria per una causa così importante.


È vero inoltre che, seppur le decisioni di Bolsonaro siano state condannate dall’ONU stessa, non è mancato il supporto di Trump, ex presidente degli Stati Uniti, per le elezioni del presidente uscente, né tanto meno quello delle neo-elette destre europee. Dovremmo forse pensare che un leader di un grande Paese non riesca a valutare le posizioni di un altro basandosi sulle idee di quest’ultimo e non sul suo appartenere alla destra o alla sinistra? E la maggioranza raggiunta da Lula è tale o è una casualità destinata a cambiare presto?


Carlo Bigliani