Ghostwriting

GHOSTWRITING


Per coloro che sono più coinvolti nel mondo dell’editoria o che hanno fatto della lettura la propria passione non suonerà certo nuovo il termine “ghostwriting”, spesso percepito con un’accezione negativa, conseguenza di tutti quei libri pubblicati da individui che non crediamo essere meritevoli di un posto sugli scaffali di una libreria.

Il termine ghostwriter è infatti inglese e si traduce letteralmente come “scrittore fantasma” o “scrittore ombra”: si tratta di quegli autori che si limitano a scrivere libri, articoli o racconti sotto pagamento per altri che poi ne possederanno crediti e diritti.


Nella realtà, il ghostwriting non è solo un mezzo sfruttato da celebrità a scopo di lucro, ma anche uno strumento per coloro che hanno grandi idee ma non possiedono l’abilità e l’esperienza per metterle su carta e che necessitano quindi di un esperto del mestiere che lo faccia al posto loro; potremmo dunque paragonare la collaborazione tra ghostwriter e ideatore all’accordo tra sceneggiatore e disegnatore di un fumetto, concordando che spettino a entrambi i meriti per la nascita di un’opera.


I ghostwriter lavorano su ogni genere, le loro qualità sono impiegate perlopiù nella scrittura di biografie. Spesso si considerano ghostwriter anche coloro che scrivono redigendo articoli per siti o blog di aziende: tuttavia, qualora questi si assumano la piena responsabilità sul contenuto, la corretta definizione sarebbe copywriters. Sebbene i due lavori presentino alcune somiglianze, l’attribuzione di crediti per i propri articoli marcano un profondo confine.


Il ghostwriting è un lavoro meritevole di essere riconosciuto e apprezzato; per svolgerlo non è sufficiente saper scrivere ma è anche necessario riuscire a gestire le storie altrui e assecondare le richieste del cliente.

Qual è però la soddisfazione nello scrivere qualcosa per cui non si riceveranno crediti? Susanna de Ciechi, una delle ghostwriter più disinvolte nel parlare pubblicamente del suo lavoro, a questa domanda risponde che la sua professione le permette non solo di essere talvolta nominata all’interno dei libri a cui ha contribuito, ma anche di poter entrare in contatto con persone creative e piene di idee e di poter dar voce alle loro storie. Alcuni dei suoi clienti, che devono restare nell’anonimato, sono marinai, viaggiatori, mercanti d’arte, coppie innamorate o semplicemente individui dalla grande fantasia, tutte persone con entusiasmanti idee da raccontare al mondo ma a cui manca la capacità, il tempo o l’occasione per condividerle.

Ognuno di noi ha una storia che merita di essere condivisa con il mondo intero e per fare ciò è sufficiente rivolgersi agli esperti del mestiere.


Mirea Malvicini