Banksy, svelata la vera identità del graffitaro?

BANKSY


Negli ultimi anni si è sempre più sentito parlare di Street Art ed è stato proprio Banksy che per tutto questo tempo si è addossato il fardello di ambasciatore di tale genere artistico. I suoi murales hanno in poco tempo raggiunto tutto il mondo, portando con loro critiche politiche e sociali. Molto celebri sono il "lanciatore di fiori", sui muri di Gerusalemme, o la più recente opera, senza un titolo ufficiale, comparsa sui muri di Margate il giorno di San Valentino come accusa alla violenza domestica. Sebbene la proprietà artistica di ogni graffito sia reclamato da Banksy tramite i suoi profili social, la proprietà effettiva dell’opera è nelle mani di colui che ne possiede la tela, ossia il luogo dell’esecuzione, che è in potere di deciderne come meglio preferisce; molte delle sue opere sono quindi andate distrutte e alcune sono state vendute nonostante l'artista abbia dichiarato di essere apertamente contrario alla commercializzazione della sua arte.

Anche in Italia sono presenti alcune delle sue opere, una a Venezia ("Il Bambino di Venezia") e due a Napoli ("Madonna con Coca Cola e patatine" e "Madonna con la pistola").



Bambino di Venezia

Madonna con Coca Cola e patatine

Madonna con la pistola

Il mistero suscita curiosità e per questo sono in migliaia che negli anni hanno tentato di scoprire chi si celi dietro il nome di Banksy. 

La prima teoria relativa alla vera identità dell'artista risale al 2017 quando Dj Goldie, conosciuto anche per i suoi rapporti di amicizia con Banksy, ospite in un programma radiofonico, si fece sfuggire, parlando di lui, il nome "Robert". Il gesto parve ai fan tanto involontario da costituire un grande indizio relativo alla vera identità dell'artista, che molti iniziarono a far coincidere con Robert Del Naja, 52 anni, di Bristol e membro del gruppo musicale "Massive Attacks", conosciuto anche per le sue opere nel panorama della street art. Sebbene egli abbia categoricamente negato di essere Banksy, non ha tuttavia mai negato il suo legame con quest'ultimo. 

Un ulteriore indizio a favore di questa tesi arriva tempo dopo, in seguito ad un'inchiesta aperta dal giornalista Craig Williams, che ha dimostrato che almeno 6 dei murales di Banksy sono apparsi in seguito ai concerti del gruppo musicale, nelle stesse città. 


Nonostante il grande clamore che la notizia aveva riscontrato anni fa, ad oggi non le sì dà molto credito, ma anzi la maggioranza tende a credere all'ipotesi già avanzata da tempo e riproposta il mese scorso da alcuni giornali inglesi, a partire dal "Daily Mail". Questi hanno iniziato a ipotizzare quale sia la vera identità dell'artista che si nasconde dietro i murales sparsi per il mondo e che si fa conoscere con lo pseudonimo di Banksy: Robin Gunningham. 

Poche settimane fa, anche sul panorama italiano, gli esperti di street art Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, durante un'intervista, hanno affermato con certezza che si tratti proprio di Gunningham, cinquantenne britannico, in linea con l'ipotesi avanzata dal Daily Mail: anch'esso di Bristol, dove la produzione artistica di Banksy ha avuto inizio, rientra nella fascia d'età già ipotizzata quando la teoria puntava a Robert del Naja. 

Non mancano tuttavia gli scettici che sostengono che quello del Daily Mail altro non sia se non un tentativo di mettere in risalto il proprio giornale.



In ogni caso sembra che il mondo non dovrà aspettare molto per scoprire la verità. Poche settimane fa, infatti, è stata diffusa la notizia di un'accusa di diffamazione mossa nei suoi confronti dall'artista e imprenditore Andrew Gallagher che pare costringerà il graffitaro a presentarsi in tribunale a viso scoperto, confermando o negando le ipotesi dei critici. Il processo potrebbe avere però due risoluzioni: confermare la teoria secondo cui Robin Gunningham sia Banksy, se egli decidesse di presentarsi in tribunale, o lasciare tutto il mondo ancora nel dubbio, se egli negasse di celarsi dietro l'artista.


La produzione artistica di Banksy è una forte critica alla società contemporanea che rientra nel genere della "guerrilla art", attacco alla guerra e alla violenza. Parte della grande diffusione mediatica dell'artista è dovuta proprio alla sua identità segreta: non è un uomo a parlare ma un'intera società da lui rappresentata.



Mirea Malvicini