Ada o Ardore

Ada o ardore, Vladimir Nabokov


Si potrebbe dire che Ada o ardore è una cronaca familiare, ma è anche il racconto di un amore morboso e incestuoso. È a tratti un saggio sul Tempo, una storia intrisa di elementi fantastici (è ambientata nell’Antiterra). Insomma, qualsiasi tentativo di descrizione risulterebbe riduttivo, le narrazioni di Nabokov non possono essere circoscritte a categorie ben definite perché escono sempre fuori dagli schemi.


Una cosa però è certa: tutta la forza del romanzo sta nello stile, nella scrittura perfetta. È evidente che Nabokov si è divertito con una prosa ricca e ornata fino all’eccesso, elegante come nessun’altra, con continui giochi di parole (già nel titolo stesso), termini estremamente ricercati, citazioni letterarie - in particolare sono frequenti i rimandi a Tolstoj -,  inserti in russo e in francese quasi in ogni pagina. 

Tutto questo sicuramente non lo rende un libro scorrevole, va maneggiato con cura e, se necessario con lentezza, per poter cogliere al meglio gli svariati artifici dietro questa narrazione.


Come in Lolita, anche qui l’amore non rientra in canoni accettabili socialmente: Van e Ada sono apparentemente cugini, ma presto scopriranno di essere fratellastri, inoltre la loro ardente passione inizia quando Ada è ancora una bambina. 

Niente di questo li frena dallo spingersi oltre, e l’autore riesce a farsi spazio in questo intreccio pieno di elementi pruriginosi con una raffinatezza e distinzione unica. 

Se avete apprezzato Lolita sicuramente amerete Ada o ardore.


Elisa Caruso