UNA STORICA "PASSEGGIATA" FUORI PORTA!


In occasione del cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, noi della redazione di E20T abbiamo avuto un’importantissima opportunità: incontrare uno dei protagonisti dello storico evento: Neil Armostrong. Il grande astronauta (proprio lui in carne ed ossa!) ha deciso di rilasciare un’intervista esclusiva alla nostra redazione. Lui, scelto quasi per caso per la grandiosa missione nello spazio. Lui, che ha accettato con naturalezza e umiltà (ai nostri giorni sui Social non si parlerebbe d’altro, tra commenti, like, storie e followers che farebbero di tutto per postare in anteprima selfie “rubati” con l’amico Neil). Lui, che, al rientro dalla missione, ha preferito la normalità di una vita semplice alla celebrità e al palcoscenico, una vita lontana dai riflettori. Lui, che è stato il primo a imprimere la sua orma sul nostro satellite, e che dopo due anni ha scelto di entrare nelle aule dell’università come docente d’ingegneria. Lui che ha pronunciato la celebre frase: “E’ un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per l’umanità”. Sono le 15.30. Lo aspettiamo con ansia e siamo molto emozionati, quand’ecco all’improvviso l’astronauta fa capolino nella nostra redazione per l’esclusiva intervista. Così, dopo veloci e timide presentazioni, invitiamo il prof. Armstrong ad accomodarsi. Noi prendiamo coraggio, supportati dai nostri caporedattori, e … CIAK! SI GIRA!

-Perché ha deciso di diventare un astronauta? -Perché mi appassionavano molto gli astri. -Si è emozionato quando ha fatto il primo passo sulla luna? Sì, moltissimo. -Sono state noiose quelle 102 ore di viaggio? No,perché sono stato in compagnia. -I suoi compagni erano simpatici? -Sì, sono stati degli ottimi compagni di viaggio. -Quanto ha studiato per diventare astronauta? -Ho studiato molto perché alcune materie sono importantissime per questo tipo di operazioni. -Ha frequentato dei corsi? -Sì,ho frequentato dei corsi dove mi allenavo all’assenza di gravità. -Quando ha guardato dall’oblo dell’astronave cosa ha provato? -Ero molto preoccupato, avevo paura di non tornare più sulla Terra. -Cosa le è mancato di più quando è partito in missione? -Mi mancava la mia cara famiglia. -Come si è sentito ad avere tutto il popolo tra le mani? -Mi sono sentito preoccupato perché avrei sbagliato qual cosa avrei fatto fallire il mio popolo -Di cosa era contento allontanandosi dalla Terra? -Felice perché forse ho evitato la guerra. -Come ha risposto a quelli che credevano che voi non eravate andati sulla Luna, ma che era stata tutta una messa in scena? -Ho risposto tranquillamente: chi andrà dopo di me troverà la mia attrezzatura che ho lasciato lì, troverà la mia orma. -Man mano che vi avvicinavate all’allunaggio e il computer di bordo indicava un posto brutto, cosa volevate fare? -Avrei voluto cambiare direzione perché avevo paura che sarebbe finita male. -Come avete risolto alla fine con il computer di bordo? -Passando al comando manuale -Siete riusciti a mantenere l’emozione e compiere la missione nel tempo stabilito? -Sì, ci siamo riusciti -E’ stato difficile piantare la bandiera? -Abbastanza difficile. -Prima di congedarci, cosa si sente di dire ai nostri coetanei? -Qualsiasi cosa facciate, fatelo con impegno, con passione. Non siate MAI superficiali e, se un domani vi capita di fare qualcosa d’importante e diventare celebri, siate umili. Seguite il mio esempio: nonostante abbia fatto un viaggio sulla Luna, sono rimasto sempre con i piedi per terra!