La corruzione del cuore umano

La corruzione del cuore umano

Guido Sorelli, descrivendo la corruzione del cuore umano e la sua ingannevolezza, eleva a Dio un'accorata preghiera a che Egli lo purifichi con la Sua grazia.

1 Aprimi gli occhi, o Dio! Così che il vero

Scerna1 dal falso in un bugiardo mondo,

Che cangia il Nero in Bianco e il Bianco in nero.

2 Il cor, ben sai, è per natura immondo,

E, disperatamente ad ogni male

Acclino2, è d'ogni mal nido profondo!

3 Parte è dell'uomo il cor la più fatale,

Ché col veleno suo spesso la mente

(Ch'è di ragion la sede) il core assale;

4 E, se di mal commesso ella si pente,

Dal pentimento suo svolgela3 il cuore

con appellarla debole e demente...

5 Demente perché a Te volta o Signore,

La Tua bontà contempla, il Tuo perdono

Implora e ha sé stessa in sant'orrore.

6 Odia il cuor per natura quel ch'è buono,

E il mal sol l'appetisce, che l'adesca...

Sì spesso avvien che rei gli uomini sono!

7 Ogni amor vil s'ingenera dall'ésca4,

Che sempre accesa il Diavolo vi tiene,

Né perfido pensiere è che non n'esca:

8 Veleno il cor ci manda per le vene,

Talché se Tu nol médichi, o Signore!

Il cor sepolcro vivo è d'ogni Bene.

9 Émpilo o Tu! Del Tuo divin chiarore

E sì purificàtolo, il fa degno,

Padre celeste, del divin' Tuo amore5:

10 Ponvi, o Signore, il Tuo celeste regno,

E, sì, di Tue promesse, le sventure

Che d'ogni intorno strìngonmi, fìen pegno6!

11 Sopportabili allor le tristi cure

D'uomo condannato a viver fra stranieri,

Signor! Parranmi, e le Tue vie non dure7.

12 Vedrò i miei giorni ancor fatti sì neri,

Se mi sostien lo Spirito Tuo Santo,

D'un ciel di pace a me giorni forieri,

13 E gli anni in solitudine ed in pianto

Tollererò, sin ché dato mi sia

Cantar con gli altri Santo! Santo! Santo!

14 Ver'è, Signor! Che dura ell'è la via

Per la qual Tu m'impon' di camminare,

Orfan', èsule e senza compagnia!

15 Duro a guisa di lampo il contemplare

Scorsi gli anni che lunghi mi sembraro

Quasi d'ore composti tutte amare,

16 E nulla aver per via colto di raro,

Che sì piacesse a Te, Padre! Che fine

Sperar di far potessi non amaro:

17 Duro il soffrir lo strazio delle spine,

Né premio riportar mai d'una rosa:

Duro il sentir, con l'imbianchir del crine,

18 Che più la carne al Ben fassi ritrosa

Contra lo Spirto perfida che, senza

Seguire il Bene, in sen' mai non ha posa:

19 Duro il veder che dalla Tua presenza

I' più lontan mi fascio, che m'avvicina,

Il dì della terrìbile Sentenza!8

20 O della Grazia Tua, Padre! Divina

L'alma soccorri, e guidala a buon porto,

Sì ch'ella sia del Ciel po' cittadina!

21 Sia quanto vuolsi scabro, ch'egli è corto

Di questa vita misero il sentiero9,

Esser fa Tu dell'anima il conforto;

22 Sia di Fortuna in me sempre severo

Il ciglio pure, il mar sempre in tempesta,

Ch'essa è bugiarda e che Tu sol se' vero10.

23 Conforto, o Padre, l'anima ch'è mesta

E i mali in pace facciala soffrire,

Finché saralle il corpo ombra molesta11.

24 Ogni mal nostro oh certo ha da finire!

Deh mi fa Tu... Quel ben Tu meritare,

Che ci hai promesso eterno in avvenire!

25 In lor poter null'altro che pregare,

Han per Grazia Tua gli uomini, o Padre!

Ei, senza Te, niun ben possono fare12:

26 Quel Sol Tu sei, che all'òpere leggiadre

puoi gli uomini inspirare... dal vil fango13,

Tu sol levarli dall'antica madre.

27 Dall'esser che mi salvi i' prego e piango,

Padre! Un ingrato a tanti Tuoi favori,

Finché quaggiù fra gli uomini i' rimango:

28 Da Sconoscenza14 oh sàlvami... gli orrori

Tutti ha quest'Idra in sé d'ogni delitto...

Il primo ch'uscì mai d'Inferno fuori.

29 Disubbidienza, no, come sta scritto,

Fu che più Te crucciò, ma Sconoscenza

nell'Uom ch'ha l'uman Gènere sì afflitto.

1Discerna, distingua.

2Incline, tendente.

3Distoglie. Il cuore spesso considera stupida quella mente che si ravvede dai propri peccati.

4Il diavolo tiene accesa la sua esca per sospingerci al male e farci scorrere “veleno nelle vene”.

5Riempilo della Tua luce divina, purificalo, fallo degno del Tuo amore.

6Metti il Tuo celeste regno nel mio cuore talché le tue promesse siano pegno quando le sventure mi stringono tutt'attorno.

7Le preoccupazioni di chi come me è condannato a vivere in esilio fra stranieri, rendimi sopportabili e le Tue vie (quello che Tu per me hai disposto) non troppo duro. E' l'esilio del Sorelli in Inghilterra, ma può anche essere l'esilio terreno dell'anima da Dio.

8La morte.

9La brevità della vita umana.

10Bugiarda è la fortuna, ma solo Tu, o Dio, sei verace.

11Finché il corpo non diventi un'ombra molesta.

12Gli uomini non possono far altro che pregare e senza di Te possono fare bene alcuno.

13Dal vile fango in cui ci troviamo, solo Tu, o Signore, ci puoi ispirare belle opere. Solo Tu ci puoi sollevare dall'antica madre terra.

14Salvami dall'ignoranza o dalla cattiva conoscenz, considerata un'idra uscita dall'inferno e produttrice di ogni male.