3 Giovanni Battista Aurellio

Giovanni Battista Aurelio[1], nato circa nel 1540 nel villaggio di San Sisto in Calabria, dove già esisteva una comunità valdese, lascia la sua casa per andare a studiare teologia presso l’Accademia di Beza a Ginevra. Non può più ritornare, però, a casa, perché nel 1561 i valdesi vi vengono massacrati. Si trasferisce in Francia nella prima metà del 1560 e frequenta la Chiesa Riformata di Francia, attendendo però un’opportunità per servire come pastore di una chiesa di lingua italiana. Gli si presenta quando viene chiamato a Londra per rimettere in ordine la comunità, divisa dal caso Del Corro e sostenuto dai riformati francesi ed olandesi di Londra. L’Aurellio, però, si stanca di queste polemiche e nel 1571 decide di ritornare in Francia, ma viene persuaso a rimanere, nonostante tutto, a Londra, perché ritenuto necessario ed incoraggiato dal fatto che la chiesa francese voglia contribuire al suo stipendio.

Nel 1572 la chiesa riformata francese di La Rochelle lo richiama in Francia. Il consiglio di chiesa della chiesa italiana di Londra non riesce questa volta a trattenerlo. Di fatto vi ritorma, ma ben presto deve riparare di nuovo a Londra a causa dell’infuriare delle persecuzioni che culmineranno nel massacro di S. Bartolomeo. La cosa si rivelerà provvidenziale per la sopravvivenza della comunità evangelica italiana di Londra che, alla fine del 1572 conosce un risveglio. L’Aurellio vi rimarrà fino alla fine della sua vita, nel 1596. Lì sposa l’olandese Maria van den Corput di Breda nel 1573 o 1574, ed avrà due figli, Abraham e John. Il suo matrimonio contribuirà a rinsaldare i rapporti fra la comunità italiana e quella olandese.

Egli contribuisce in modo importante alla chiesa evangelica italiana di Londra. Infatti, la riorganizza come un’istituzione ben strutturata ed efficiente, in stretta cooperazione con quella francese e olandese. Il suo testamento lascia la stessa quantità di denaro ai poveri delle tre chiese. Il profilo teologico di questa chiesa rimarrà saldamente calvinista (non così prima di lui, in quanto non aveva un profilo ben preciso) con una disciplina interna applicata in modo rigoroso, tanto da essere considerata parte della Chiesa riformata francese, ma operante in altra lingua ed essendo riconosciuta a pari livello con le altre chiese riformate di Londra. Manterrà buoni rapporti con italiani di altra tendenza di Londra (sia cattolici che di preferenze anglicane).

La comunità evangelica di lingua italiana nel sedicesimo secolo mostra un graduale declino numerico, anche a causa della peste o dalla migrazione di diversi suoi membri a comunità di altra lingua o tendenza. Dai 161 membri del 1568, passa a 53 nel 1583 e poi a 29 nel 1593. Una costante immigrazione di italiani evangelici non ne aumenta il numero in quanto essi sembrano preferire frequentare le chiese di lingua inglese.

Alla fine del sedicesimo secolo il piccolo numero dei membri della chiesa evangelica di lingua italiana di Londra, risalente al tempo della Riforma, è invitato ad aderire alla chiesa francese o olandese, non trovandosi un pastore di lingua italiana. Per alcuni anni non si svolgeranno più culti in italiano.

[1] Jo(h)annes Baptista Aurellius.