Ciocci Raffaele

Nato a Frosinone verso il 1822, fin da bambino viene avviato dai genitori alla vita monastica. Diventa monaco benedettino e cistercense, studente e bibliotecario onorario del Collegio Papale presso la Chiesa di S. Bernardo alle Terme. La sua vicenda può essere tratta dalla sua opera autobiografica del 1845 “Barbarie praticate a Roma, nel secolo decimo nono, racconto” in cui racconta delle sue vicende in chiave anti-cattolica. La sua attinenza reale ai fatti, però, è contestata da fonti cattoliche-romane del tempo a lui polemicamente avverse. Diventa noto nel suo tempo per la pubblicazione della sua citata biografia e di saggi fortemente critici verso il Cattolicesimo romano.

Di famiglia agiata, a sette anni è mandato, così, dai genitori nel collegio gesuita dei “Liguorini” S. Redentore di Frosinone dove rimarrà cinque anni sottoposto ad una stretta disciplina religiosa. Per la sua mitezza e disponibilità, ad otto anni viene incoraggiato ad entrare nel ministero consacrato. Riceve così la “tonsura” dal Mons. Maria Cipriani, vescovo di Veroli, dopodiché è mandato al collegio dei Gesuiti di Roma. Avviato non senza una certa sua resistenza al sacerdozio, è apprezzato per la sua disposizione alla predicazione, intensa devozione e passione per la conversione delle anime. Sente anche spesso menzionare “i protestanti”, ma solo per vilipenderli al fine di suscitarne in lui odio pregiudiziale. È nei quattro anni in cui frequenta il collegio gesuita che il Ciocci si appassiona di letteratura italiana, letta segretamente, come pure della Bibbia, che lo porterà alla sua conversione alla fede evangelica.

Conosciuti occasionalmente due pastori anglicani, abbandona con il loro consiglio ed aiuto la vita monastica e gli stessi stati pontifici. Passando per Civitavecchia, Livorno, Marsiglia e Parigi, giunge in Inghilterra, a Londra verso il 1842. Trascorre i primi giorni a Londra presso il Wood’s Hotel (Furnival’s Inn), dove il proprietario gli dà una Bibbia italiana da leggere. In cerca di connazionali, conosce il cappellano dell’ambasciata del Regno Sardo, Luigi Baldacconi, al quale racconta la sua storia. Il Baldacconi è pure diventato famoso per la sua militante avversione verso la scuola stabilita a Londra dal Mazzini, da lui considerata “immorale, irreligiosa e anti-sociale”, “la scuola del diavolo”, i cui insegnanti erano da lui considerati: “empi, liberali, filosofi ed anime perdute”[1].

Questi cerca di persuaderlo ad abbandonare le sue idee eretiche e di ritornare in Italia con varie promesse. Non ha però successo, e il Ciocci, anzi, entra in contatto con i circoli mazziniani di Londra, dove conosce pure il Pistrucci. Avvicinato dal rev. Noel, che s’interessava attivamente ad evangelizzare gli esuli italiani, è ospitato prima in casa sua e poi in casa di conoscenti. Per vivere, anche lui insegna italiano.

Avvicinandosi alla Chiesa anglicana e scrivendo nel 1845 il libro “Barbarie praticate a Roma…”, viene attaccato duramente dal cardinale Wiseman che ne vuole discreditare l’attendibilità.

Il 25.7.1847 a Londra organizza a Londra una riunione per gettare le basi del “primo concilio della chiesa italiana”, ma con scarso successo[2].

Si sposa il 15.1.1851 a Brighton con Jemima Mary Bacon, figlia del past. E. Frank Bacon, di Campsall (Yorkshire) abitando a Brighton, al 42, di Regency Square. il matrimonio è breve ed infelice infelice. Il Mapei, in una lettera di solidarietà al Ciocci, parla del “infortunate marriage” di questi e di un manoscritto, che circolava a Brighton, intitolato: “The eight weeks of my marriage life”. Sembra che non usasse modi cortesi con sua moglie, poiché fu condannato da un tribunale di Londra per averla percossa.

Sotto il patrocinio di Lord Ashly e di Gerard Mael stabilisce poi a Liverpool una scuola protestante.

Un’anziana e ricca signora di Liverpool, favorevolmente colpita dal suo libro, lo rende in seguito erede della considerevolissima somma (per quel tempo) di 12.000 sterline (3000 sterline all’anno) e di due battelli a vapore! La corrispondenza privata da cui è tratta questa notizia commenta che se Giuseppe Mazzini avesse ricevuto una tale cifra e dette navi, egli avrebbe potuto pagare truppe sufficienti per invadere l’Italia!

Una fonte cattolico-romana inglese a lui avversa (la cui veridicità è difficile controllare) rileva come il Ciocci, apparentemente per cattiva amministrazione e per ricettazione di beni rubati, sarebbe poi finito in carcere per quindici anni. Di fatto pare che in precedenza avesse defraudato pure il Mapei degli introiti di un suo libro.

Opere

    • Raffaele Ciocci, Barbarie praticate a Roma, nel secolo decimo nono, racconto (1845).

    • Raffaele Ciocci, A Narrative of Iniquities and Barbarities practised at Rome in the nineteenth century, James Nisbet, Londra, (1844, 1845, 1854, 1856)

    • Raffaele Ciocci, L’Inquisition à Rome en 1841, ou Iniquités et cruautés exercées à Rome sur la personne de Raphaël Ciocci, moine bénédictin et cistercien, etc, Paris, Paulin, 1844.

    • Raffaele Ciocci, Disclosures of Jesuitism in Brighton (1852). Posto all’indice dei libri proibiti.

[1] Naturalmente il Mazzini gli ricambia “la cortesia”, considerando il Baldacconi: “spirito veramente infernale di bigotteria … minacciava di fiutare i sacramenti a chi frequentasse la scuola ed i servizi della chiesa sul letto di morte … Non è insolente che questo straniero, Baldacconi, servo di un ambasciatore straniero, osi così interferire con tali argomenti nella nostra metropoli?” (Tratto da: Katherine Fisher Burrell, Kathy Burrell, Panikos Panayii, Histories and Memories: Migrants and Their History in Britain, p. 61.( International Library of Historical Studies, I. B. Tauris, 2006)..

[2] Notizia tratta da Twattle-Basket, p. 23.