4 Le opere sociali

Nel 1844 i coniugi Ferretti aprono a Londra un “Asilo per i fanciulli poveri italiani” raccogliendo dalla strada bambini comprati in Italia per essere mandati per le strade di Londra a fare dell’accattonaggio. Sfruttati, malnutriti, malvestiti, maltrattati e privi di istruzione, molti di loro vengono amorevolmente recuperati ad una vita decente ed istruiti per essere poi fatti ritornare in Italia. I Ferretti sperano che essi, avendo così ricevuto un’educazione cristiana evangelica, possano poi ritornare in patria come messaggeri dell’Evangelo di redenzione e libertà.

Sempre nel 1844 il gruppo pubblica un opuscolo dal titolo: “La confessione di fede di Londra” nel quale espongono le ragioni del loro movimento[1].

Nel 1845 la London City Mission apre una seconda stazione missionaria e scuola per gli italiani presso i docks di Londra.

Nel 1846 il Di Menna fonda “Una società di mutuo soccorso fra gli italiani” i cui membri dovevano pagare tre soldi alla settimana per essere assistiti in caso di malattia e di indigenza.

Nel 1847 gli esuli fondano una “Italian Evangelical Union” di cui Lord Gorge Kinnaird è presidente, Arthur Kinnaird tesoriere e Giovan Battista di Menna segretario.

Fin dalla metà del 1850 l’ex-domenicano Giacinto Achilli, tiene un culto evangelico in italiano ogni domenica in una cappella di Dufour Place, Broad Street, Golden Square. Nello stesso anno Alessandro Gavazzi inizia “un corso di sermoni politici e religiosi” presso la Princess Court’s Rooms, Great Castle Street, Oxford Street.

Naturalmente, un simile interesse evangelistico per gli italiani di Londra è pure condiviso dalla Chiesa cattolica romana, che celebrava messe per gli italiani nella Cappella reale del Regno Sardo in Lincoln’s Inn Field. Nel 1845 Vincenzo Pallotti (1795-1850), poi proclamato santo, incaricato dal Cardinale Wiseman, organizza la costruzione di una chiesa per gli immigrati italiani di Londra. La realizzerà ed aprirà al culto nel 1863 sulla base del progetto dell’architetto irlandese Sir John Miller Bryson, una basilica simile a quella di S. Crosogono in Trastevere a Roma, e dedicata a S. Pietro. Vincenzo Pallotti, pure sensibile alla condizione di poveri, ammalati ed emarginati si occuperà attivamente degli italiani di Londra. Curiosamente il Pallotti era stato padre spirituale e confessore del giovane prete Camillo Mapei negli anni ’30 a Roma. Non si sa, però, se si siano poi incontrati di nuovo, in diverse circostanze, a Londra, animati da simili aspirazioni, benché ora il Mapei avesse abbandonato la fede cattolica. Fin dal 1817 il Governo del Regno di Piemonte e di Sardegna organizza la “Scuola italiana di San Pietro in Londra”, riaperta nel 1835 dal rev. Angelo Maria Baldacconi[2] fino al 1847.

[1] Twattle-Basket, p. 22.

[2] Ritroviamo poi il Baldacconi reagire fortemente alle iniziative di Salvatore Ferretti.