Ferretti Salvatore

Salvatore Ferretti (Firenze, 15 settembre 1817 – Firenze, 14 maggio 1874), figura di rilievo del movimento evangelico in Italia, filantropo e benefattore. Esule politico divenuto evangelico, le sue idee maturano durante il suo esilio a Losanna e Ginevra e poi a Londra, dove collabora intensamente con Giuseppe Mazzini nella sua opera di difesa ed istruzione dei bambini italiani. È cugino per linea materna di Papa Pio IX.

Lineamenti biografici

Salvatore Ferretti nasce a Firenze il 15 Settembre 1817. Avviato al sacerdozio, studia al Collegio Metropolitano di Firenze e, per la sua inclinazione alla poesia, viene accolto come membro della Accademia Eugeniana.Ad esercitare una forte influenza sul giovane Ferretti, è lo storico Lapo de’ Ricci, nipote del Giansenista Scipione, Vescovo di Pistoia, che lo porta a conoscere la Bibbia e la storia della chiesa, come pure ad assumere posizioni sempre più critiche verso il Cattolicesimo romano e le sue dottrine. È questi che lo mette in contatto con residenti svizzeri di Firenze di fede evangelica. Continua gli studi teologici fino all’ordinazione al subdiaconato. Conosce, però, e s’innamora, di Maria Angela Bruschi, sorella dell’amico Francesco Bruschi, cappuccino. Più tardi riconoscerà come provvidenziale questo incontro in vista della conversione (di entrambi e del fratello di lei) alla fede evangelica.

Per potersi sposare, il Ferretti e la Bruschi, insieme a Francesco (che aveva abbandonato scettico il convento), decidono di partire per Ginevra, ospiti della Società Evangelique. Sarà in questo ambiente, evangelico e risvegliato, che matura la sua conversione, venendo poi avviato all’Accademia Teologica di Losanna per diventare maestro ed evangelista, con l’intenzione di recarsi come missionario nelle Indie. E’ lì che conosce il predicatore inglese Darby, in missione in quel tempo in Svizzera. Rimane affascinato dal suo insegnamento plymoutista e diventando assiduo alle sue conferenze, n’assume la tendenza teologica.

Abbandona così l’Accademia di Losanna e, con la fidanzata, che trova da svolgere l’attività di maestra, partono per l’Inghilterra, giungendo a Londra il 24 ottobre 1842, sposandosi il 9 novembre di quell’anno.

A Londra incontrano il past. Baptist Wriothesley Noel che li mette in contatto con l’opera evangelica fra gli italiani del Di Menna. È lì che conosce Raffaele Ciocci di Frosinone e Camillo Mapei. Insieme danno vita alla chiesa evangelica di lingua italiana e s’impegnano per dare aiuto e portare il messaggio evangelico ai numerosi italiani residenti a Londra.

Nel 1843 lo raggiunge a Londra Francesco Bruschi, giunto nel frattempo anche lui ad una salda fede evangelica, dopo essere stato persuaso dalle argomentazioni risvegliate dell’evangelista ginevrino Cesare Malan[1] nel suo scritto “La Vallese” (edizione italiana di La Valaisanne).

Nel giugno 1856 si occupa, dopo la morte di Camillo Mapei di riprendere la redazione e la stampa de: “L’Eco di Savonarola” sospeso a causa di problemi finanziari, ma che ora trova il generoso aiuto di un benefattore scozzese.

Il Ferretti, malgrado le sue limitate risorse, spesso derivanti da lezioni private, dedica una parte del suo tempo ai bambini italiani sfruttati crudelmente e maltrattati da speculatori italiani e stranieri. Questi, comprati a poco prezzo in Italia, giravano le vie di Londra per mendicare a profitto di sfruttatori senza scrupoli (quelli stessi descritti nei racconti del contemporaneo Charles Dickens). Mettono così in piedi “L’Asilo per i Fanciulli poveri italiani in Londra”. Prima ne ospita alcuni nel suo povero alloggio, poi, trasferendosi in un nuovo alloggio e sostenuto da alcuni volenterosi, ne arriva a curare una quindicina. È consapevole delle difficoltà, sia per il carattere dei ragazzi che per l’opposizione dei loro padroni ed il boicottaggio da parte del clero cattolico, avverso a quella che considera solo uno strumento di propaganda protestante[2]. I Ferretti intendono provvedere loro casa, cibo, educazione cristiana e trattamento umano e sognano di vederli un giorno ritornare in Italia per evangelizzarla. La scuola differisce anche in questo da quella creata dal Mazzini (che in ogni modo non può rispondere al gran numero di questi bambini bisognosi. A proteggere la serietà di quest’iniziativa è la fondazione della “Italian Society” (con la partecipazione del rev. Noel), fusa poi con “the Society of the Religious Care and Instruction of Foreigners”, diretta da Lord Shaftesbury, che prenderà poi la direzione dell’intera opera.

Salvatore Ferretti cura l’edizione di un libro di canto per gli evangelici italiani di Londra, comn l’intenzione di diffonderlo pure in Italia: “Inni e salmi, ad uso dei cristiani d'Italia con dodici armonie” (Londra: Partridge e Oakeley, 34, Paternoster Row. Tipografia italiana in Londra, 1850). In esso sono presenti pure diversi inni composti da lui stesso.

Nell’introduzione scrive fra l’altro: “Avendo sentito il bisogno di una raccolta d'Inni e Salmi che servissero al doppio scopo, di nutrire cioe la Devozione dei credenti, e d'instillare il gusto della Poesia Sacra nel popolo, mi sono determinato a pubblicare questo piccolo volume, che, spero, giungerà accetto a tutti quegl'Italiani che tengono in pregio la Religione Cristiana, e bramano che il popolo ne comprenda i misteri, e ne gusti le sante dolcezze ... Nostra speranza che questo debole sforzo, per isvegliare nella nostra patria il gusto della Poesia Sacra, incontri gentile accoglienza, e serva d'invito ad altri perche seguano il nostro esempio”.

Il Ferretti, avendo letto nei giornali di tre italiani condannati a morte per pirateria ed omicidio, che si trovavano nelle prigioni di Winchester, chiede ed ottiene di avere la cura spirituale nei loro ultimi giorni prima della loro impiccagione. Il Ferretti trascorre 13 giorni con quei condannati annunciando loro l’Evangelo sì da condurli alla conversione. Concentra tute le sue parole sulla conversione a Cristo. Di questa sua esperienza scriverà poi il libro: “Thirteeen Days in Winchester Gaol: being an Account of the Conversion of Three Italian Convicts, under Sentence of Death for Piracy and Murder on Board of the ‘Globe’ (London: J. B. Bateman, 1859).

Vedasi articolo de The Times del 24 dicembre 1856.

Il Ferretti è preoccupato anche per la sorte delle ragazze. All’infuori delle scuole cattoliche, non ci sono possibilità per le bambine italiane di istruirsi. Un giorno, così, si reca in una casa per dare conforto ad un uomo morente. Là ci sono due bambine che perdono anche la mamma poco dopo. I coniugi Ferretti decidono nonostante i loro pochi mezzi, di accogliere le due orfane a casa loro. Questa iniziativa suscita l’interesse pure d’altre persone sensibili al problema che offrono di sostenere finanziariamente l’iniziativa. L’opera prende forma: la “Scuola Evangelica per Ragazze Italiane”. Le ragazze sono assistite ed educate con amore. L’orfanotrofio evangelico italiano e casa di educazione svolgerà la sua attività fino al 1862 a Londra, poi verrà trasferita in Italia nel momento del ritorno di Salvatore Ferretti in Italia.

Alcuni amici lo aiutano e si trova una sede per l’Istituto in Via del Gignoro, ora sede di una casa di riposo evangelica. Lo scopo dell’istituto non cambia: si tratta di dare aiuto materiale e soprattutto una buona educazione a bambine e ragazze in difficoltà. Molte sono le ragazze orfane ospitate e molte le persone che aiutano la coppia Ferretti in questo impegno.

Il Ferretti ha molto a cuore l’educazione morale e spirituale degli italiani che vede realizzabile solo attraverso la conversione al Cristo delle Sacre Scritture. Pur vedendo come la Chiesa cattolica di fatto oscuri e stravolga l’Evangelo, egli non propone necessariamente la conversione al Protestantesimo-

Afferma: “Non basta, o italiani, separarsi da colei che le Sante Scritture chiamano "la madre delle abominazioni". Non basta il diventare protestanti. Il Protestantesimo è senz’alcun dubbio un’ottima cosa, ma non è il Protestantesimo che salva l’uomo. Il solo sangue di Gesù Cristo ha la virtù di salvare. "Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16). (L'eco di Savonarola, 1856). La sua critica è rivolta pure ai Protestanti nominali: “Molti sono quelli che protestano contro [gli abusi] della Chiesa Romana, ma quantri [sono] che protestano contro il mondo, e che possono dire con S. Paolo: "il mondo è crocifisso a me e io al mondo" (Galati 6:14)? A che serve essere protestanti se uno resta "nemico di Dio"? (L'eco di Savonarola, 1/8/1856, p. 94).

Salvatore Ferretti muore il 4 Maggio 1874 e gli inglesi in segno di riconoscenza per il lavoro e l’impegno hanno voluto offrire degna sepoltura nel Cimitero Monumentale degli Inglesi di Firenze, dov’è sepolto insieme alla moglie Maria Angela Bruschi e due loro figli morti prematuramente.

Sulla sua tomba è scritto: “A perpetuare la memoria/ di Salvatore Ferretti/ la moglie i figli ed amici inglesi/ che tanto lo amarono/ questo monumento eressero/ Salvatore Ferretti/ nacque in Firenze il 15 settembre 1817/ da operosa e santa carità ispirato/ nel soccorrere ai miseri spese la vita/ nella ospitale Inghilterra/ dove vent’anni dimoro’/ preso de desiderio della patria diletta/ raccolse gli asili i fanciulli/ da snaturati genitori venduti/ le figlie degli infelici che in esilio languivano/ cacciati dall’Italia divisa/ in opera di tanta misericordia/ da pie persone largamente soccorso/ e dopo che a liberata l’Italia risorse/ tornato in Firenze/ apri fra orfane casa di rifugio e di educazione/ qui arrivato dalle fede in Cristo salvatore/ dall’affetto dei suoi e degli amici confortato/ mori’ 14 maggio 1874/”.

Opere

    • Trivier, C. L., Esposto dei principali motivi che mi hanno indotto ad uscire dalla Chiesa romana / di Trivier ; proceduto da poche parole ai miei cari concittadini di Salvatore Ferretti, Londra : presso Partridge ed Oakey, 1849, XII, 164 p. ; 21 cm. Sul front.: seguito da cinque dialoghi sul celibato imposto per legge estr. dall'Eco di Savonarola, Trad. dal francese [copia nella Biblioteca civica di Biella].

[1] César Malan (1787-1864) evangelista ginevrino del Risveglio, considerato uno fra i più grandi autori di inni evangelici in lingua francese, più di mille, scritti in un periodo di 40 anni. Espulso dalla chiesa in cui serviva come pastore per il suo zelo evangelistico sgradito al razionalismo del suo tempo, costruisce nel giardino di casa sua una cappella in cui svolge un fecondo ministero di predicatore per 43 anni. Ad influire sul Malan e fargli approfondire la sua vita spirituale è l’evangelista scozzese Robert Haldane. Uno dei suoi amici era lo storico francese Merle d’Aubigne. C. H. Spurgeon lo conosce e gli scrive per ringraziarlo di averlo accolto a Ginevra nel 1860. Malan è strumentale per la conversione di Charlotte Elliott. Quest’ultima, infatti, scrive îl suo famoso inno: “Così qual sono” in risposta all’invito del Malan ad andare a Cristo proprio così com’era.

[2] In servizio presso la cappella dei Regno Sardo, si avvarranno pure di calunnie di ogni genere per impedirne l’opera, come, per esempio, che essa sia solo una copertura del Ferretti per illeciti guadagni tratti dalla generosità dei benefattori inglesi, oppure lo sfruttamento di personalità indifese per fini di propaganda religiosa.