3 Cesare Calandrini e Alessandro Torriano

È nella primavera del 1618 che il de Dominis, pur continuando saltuariamente a predicare, suggerisce che sia nominato come pastore ordinario della comunità evangelica di lingua italiana Cesare Calandrini

Cesare (César) Calandrini nasce a Stade, in Germania, nel 1595. Appartiene ad una famiglia protestante mercantile lucchese, espatriata per motivi di fede, la maggior parte dei suoi membri si era stabilito, durante il sedicesimo secolo, a Ginevra, per disperdersi più tardi fra diversi centri commerciali europei.

Nel 1620 venne pubblicata a Londra un’edizione in italiano dei Salmi di David in rima «alla maniera inghlese» e musicati sui «toni più communi della chiesa anglicana» fatta «per uso della chiesa italiana». Di questa edizione dei Salmi rimane solo un frontespizio conservato presso la British Library: [Salmi de David.] Ridot[t]i in rime alla [ma]niera Inghlese. Et accommodati alli toni più communi della chiesa Anglicana. Per uso della chiesa Italiana, London, T. S[nodham] per R. Rounthwaite, 1620, segnatura Harl. 5910, pt IV/21 (copia microfilmata del frontespizio la BL, Mic. B.815/1).

I rapporti fra il De Dominis e il Calandrini cominciano a deteriorarsi nel 1621 perché il Calandrini è di stretta osservanza calvinista, mentre il De Dominis sognava la conciliazione fra le Chiese. Il Calandrini, definito dal rivale totus Genevensis (cioè, "completamente ginevrino")

nega che la Chiesa cattolica, benché corrotta, sia una chiesa genuina, cosa sostenuta, invece dal De Dominis, che propende per una separazione materiale ma non spirituale da essa. La posizione esplicitamente affermata del Calandrini, suscita le vivaci proteste del De Dominis che di questo si lamenta con il Vescovo di Londra e Re Giacomo I. Il conflitto probabilmente si risolve con l'allontanamento del Calandrini.

Già però nel 1619 il governo inglese menziona un certo Alessandro Torriano, esule valtellinese, come ministro della chiesa italiana di Londra. Non sappiamo che cosa sia avvenuto, se vi fossero due ministri provvisoriamente al tempo stesso.. Il Torriano sembra abbia conservato il posto di pastore fino al 1635.

Nel gennaio del 1622 si inizia a vociferare che il De Dominis, per mezzo dell’ambasciatore di Spagna, avesse ottenuto un salvacondotto per andare a Roma a sottomettersi e riunirsi alla Chiesa cattolica. La notizia era vera e di lì a poco, nell’aprile del ’22, viene concesso al De Dominis il permesso di abbandonare l’Inghilterra

Nell’aprile del 1625 i rappresentanti delle Chiese olandese e italiana rendono omaggio a Carlo I, al momento della sua incoronazione, chiedendo il mantenimento delle loro libertà e la possibilità di continuare con il loro ordine e la loro disciplina ecclesiastica.

Nel 1627 il Torriano ed il ministro della chiesa spagnola, Jehan de Luna sono invitati ad unire le loro chiese, con consultazione del vescovo di Londra. I concistori francese e olandese disapprovano la cosa, affermando che la differenza di lingua sarebbe stata un ostacolo. La vera ragione, però, era che entrambi i ministri sostenevano dottrine non del tutto ortodosse.

La documentazione degli anni successivi è molto frammentaria.

Nel 1631 il veneziano Marco Antonio Filippi pubblica a Londra una dichiarazione di fede protestante in latino, ma non sappiamo se fosse in contatto con la comunità evangelica italiana.

Nel 1636 un calabrese di nome Vincenzo Gregori, detenuto a Westminster, si fa passare per il ministro della chiesa italiana mettendosi per questo ancor più nei guai.

Nel marzo 1637 Nathaniel Brent scrive un rapporto all’arcivescovo di Canterbury a proposito delle chiese straniere in cui viene menzionata anche la chiesa italiana.

Il Torriano muore forse nel 1639, anno in cui la Compagnia dei Merciai stanzia uno stipendio al nuovo predicatore della Chiesa italiana Nicholas Oltramare.